’agricoltura evidenzia una controtendenza rispetto ad altri settori in crisi, infatti, secondo il “Rapporto Agreecolture” di Coldiretti si distingue per la qualità dei prodotti caratteristica tipica delle produzioni Made in Italy, aggiungendo a questo elemento quello dei saperi antichi legandosi la tempo stesso ad un approccio innovativo, occupando quote aggiuntive di mercato. L’Italia evidenzia il primato europeo per numero di aziende agricole e con 7,3 miliardi all’anno di fatturato. Lo scorso anno è stato registrato in campo agricolo il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti in forte contrasto con il drammatico aumento dei livelli di disoccupazione con 57 mila aziende condotte da giovani con meno di 35 anni. Un altro dato interessante in controtendenza è che un’azienda su tre è guidata da una donna. I giovani in agricoltura sono in aumento e fra chi ha meno di trent’anni i laureati sono il 36,5% mentre il 56% hanno un diploma di scuola media superiore.
I giovani tornano alla terra perché sono alla ricerca non solo di un lavoro ma anche di un mestiere utile che permetta loro di uscire dalla crisi che sta chiudendo negozi commerciali, industrie, fabbriche e servizi. Sono sempre più in aumento le aziende che investono in tecnologie verdi e ed energie sostenibili riducendo l’utilizzo di energia, di acqua e l’uso di fitofarmaci, ecc.
La formazione
I giovani in possesso di una laurea che lavorano nel settore agricolo con età inferiore a trent’anni sono il 36,5% mentre il 56% sono quelli che possiedono un diploma. Per lavorare nel campo dell’agricoltura occorre certamente una formazione o delle conoscenze di base, ma soprattutto è necessaria tanta esperienza sul campo. Tra i titoli di studio abbiamo il diploma di scuola superiore in “agraria”, accanto al diploma si possono aggiungere corsi professionali in ambiti specifici del settore; chi non possiede un diploma invece può iscriversi e frequentare dei corsi nel settore organizzati dalle Regioni o Province di residenza, ecc (sempre accompagnati da esperienza sul campo ). Per quanto riguarda la formazione universitaria il corso di laurea più idoneo è quello in Scienze Agrarie, ma anche il corso in Scienze Biologiche può essere d’aiuto per la realizzazione di colture o sperimentazioni particolari.
Cosa fare per aprire un’impresa agricola?
Prima di tutto occorre una formazione di base in campo agricolo, per chi non intende frequentare una scuola superiore e conseguire un diploma in questo settore come abbiamo già descritto in precedenza esistono numerosi i corsi professionali per conseguire la qualifica di imprenditore agricolo fiscale. Il primo consiglio è quello di analizzare il territorio di riferimento per poter predisporre un’idea concreta e che possa essere attuata con un certo successo andando oltre a progetti e idee tradizionali considerando tutte le ipotesi provenienti dal settore tenendo conto delle competenze che partono dalla produzione fino alla vendita di un prodotto.Se non possediamo un terreno di nostra proprietà dobbiamo provvedere ad acquistarlo tenendo conto delle spese che possiamo sostenere. Il passo successivo è quello di condurre un’indagine su eventuali dismissioni di terreni pubblici da parte delle autorità pubbliche e di agevolazioni finanziarie che possano aiutarci a realizzare il progetto. Se si è giovani è consigliabile consultare i bandi regionali che permettono di avere dei finanziamenti agevolati, oppure consultare le banche che possono offrire condizioni specifiche grazie ad accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia. Possedere un’idea di impresa significa valutare quali sono le strategie e gli ambiti in cui s’intende investire: innovazione, vendita diretta, agriturismo, fattoria didattica, ecc. Dopo aver predisposto l’“idea” è indispensabile trasferirla nella realtà attraverso un progetto di impresa chiaro e realistico:individuando gli obiettivi generali del progetto, quelli specifici, i risultati attesi e le azioni e le risorse necessarie per raggiungerli. Con l’aiuto di un commercialista è fondamentale redigere un business plan economico finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato. Gli adempimenti burocratici richiesti per aprire un’impresa agricola sono i seguenti: apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate; iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale “Agricoltura” presso la Camera di Commercio e iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.
Alcuni ambiti in cui investire
L’agricoltura biologica ha registrato, in questi anni un costante sviluppo, grazie ad una maggiore conoscenza e consapevolezza dei consumatori in materia di ambiente e sicurezza alimentare. Le principali colture riguardano , i cereali,foraggi, i prati e pascoli, che rappresentano il 75% degli investimenti; seguono a queste le coltivazioni arboree di olivo, vite, frutta, agrumi colture orticole ed industriali. Per quanto riguarda le produzioni animali si segnala la seguente situazione: al primo posto i bovini con produzione di latte e carne;seguono in ordine decrescente ovi-caprini, suini , pollame , conigli, api. L’agricoltura biologica a differenza di quella tradizionale ha come aspetto determinate quello di favorire le risorse rinnovabili, restituendo al suolo i nutrienti presenti dei prodotti di rifiuto. Per ciò che riguarda l’ allevamento del bestiame questo tiene presente del benessere degli animali e all’utilizzazione di mangimi naturali. L’agricoltura biologica si avvale di tecniche fitosanitarie molto avanzate, benché naturali, per evitare l’uso di pesticidi. L’agricoltura biologica offre un ruolo essenziale per la promozione di tecniche agronomiche innovative rispondenti ad esigenze sanitarie e dell’ambiente. Per quanto riguarda le normative Europee a cui fare riferimento abbiamo i seguenti regolamenti: la 2092 del 24/6/91 detta le norme fondamentali sul metodo di produzione biologico, definendo le regole per l’etichettatura ed il controllo dei prodotti ottenuti con metodo biologico; la 2078/92 riguarda i metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze dell’ambiente e con la cura dello spazio naturale;e la 1804/99 completa le normative riguardanti le produzioni animali e il regolamento CE n.2092/91 sull’agricoltura biologica. In Italia per aprire un’impresa ne campo dell’agricoltura biologica è necessario far riferimento alle normative appena citate e a quelle relative alla Regione di appartenenza.
La produzione di olio d’oliva extra vergine e vini italiani, rappresentano una grande opportunità per i giovani e per la produzione di qualità del Made in Italy. In questi settore esistono al livello regionale degli incentivi e delle agevolazioni per chi intende investire in questi settori tradizionali capaci di restituire al nostro paese quel prestigio oltre i confini nazionali determinando crescita economica e sviluppo. Per quanto riguarda la produzione di vini nel decidere cosa produrre è importante fare un’attenta ricerca dei vigneti autoctoni cioè tipici della zona, oppure impiantare qualche varietà internazionale consolidata. Per maggiori informazioni consultare il sito dell’Associazione giovani imprenditori vinicoli italianiwww.agivi.it. Sicuramente produrre vini e olio tipici può far nascere buone opportunità commerciali da accompagnare alla cucina del posto e quindi attraverso la realizzazione di collaborazioni con i ristoratori, ma anche la vendita diretta con turisti che visitano le cantine alla ricerca di tipicità può rappresentare un’importante investimento, oltre al fatto che è determinante un’ottima campagna di pubblicizzazione attraverso fiere, internet, ecc. Per imbottigliare vino o olio si deve realizzare un laboratorio aziendale attenendosi alle norme sanitarie. Per la vendita di prodotti alimentari è invece necessario iscriversi alla CCIAA della propria provincia; aprire una partita Iva; chiedere l’autorizzazione al Comune e imbottigliare con etichetta secondo le norme CEE. Per i finanziamenti pubblici bisogna considerare quelli dell’ Ue nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale (Psr) e dei Programmi operativi regionali (Por), che danno contributi a fondo perduto fino al 50% e altre agevolazioni per i giovani. Si possono richiedere informazioni a presso Assessorato regionale all’agricoltura. Per quanto riguarda l’ imbottigliamento e confezionamento esistono anche aiuti nazionali della Legge 488/92 a favore dell’imprenditoria giovanile consultare www.invitalia.it.
Gli agriturismi, le fattorie didattiche e sociali rappresentano alcune tra le proposte innovative in crescita nel nostro Paese. L’agriturismo opera in ambito agricolo e turistico offrendo vitto e alloggio nella propria azienda. Tali attività nascono per sostenere il comparto agricolo e quello dell’allevamento,esercitando l’ospitalità come requisito per lo sviluppo turistico locale. Le diverse produzioni agricole sono prevalentemente coltivate nella tenuta e ogni prodotto deve rimanere l’attività fondamentale dell’azienda. Negli ultimi anni in Italia si è verificato un incremento di attività agrituristiche costituendo una fonte redditizia del comparto turistico. Questa nuova forma di turismo ha permesso di riscoprire i luoghi naturali più suggestivi del nostro Paese insieme, offrendo l’opportunità al turista di degustare i prodotti tipici e apprezzare le tradizioni locali ammirando le caratteristiche e le bellezze delle masserie rurali. Alcuni agriturismi hanno seguito un percorso più specializzato come le “fattorie didattiche” in cui è possibile ospitare scolaresche insegnando la vita nelle fattorie: dall’allevamento di animali fino al raccolto e alla trasformazione in prodotti tipici; altri come le “fattorie sociali”, hanno realizzato aziende agricole affiancando un progetto sociale, organizzando attività formative rivolte a soggetti che si trovano in situazioni di disagio come disabili, minori, anziani, detenuti e tossicodipendenti attraverso progetti di reinserimento sociale. Infine, abbiamo forme di agriturismo che hanno che accanto all’attività agricola hanno creato dei centri benessere. Per maggiori informazioni si può consultare il sito .
Coltivazione di piante e fiori è un’altra attività che se gestita in modo adeguato con una certa formazione, promozione dei propri prodotti e commercializzazione in ambiti di mercato locale ed estero può rappresentare un buon investimento. Le competenze vanno dalla botanica alla chimica,oltre a possedere ottime capacità amministrative e relazionali per gestire un’impresa e i rapporti con il pubblico. Per aprire un vivaio i passi principali sono quelli di chiedere alla propria Regione l’autorizzazione a vendere e produrre piante; aprire la partita I.V.A.; iscriversi alla Camera di Commercio e all’Albo degli imprenditori agricoli e rivolgervi ad un’associazione di categoria per gli adempimenti burocratici relativi alle documentazioni da produrre. Per informazioni relative alla realizzazione di un vivaio si può consultare il www.piantevivai.it.
Coltivare piante officinali rappresenta un investimento capace di offrire buoni redditi anche con superfici coltivate di estensione limitata. E’ fondamentale consultarsi con esperti agronomi e avere una manodopera qualificata. Uno studio approfondito, infatti, deve essere svolto preventivamente, e deve riguardare non solo le specie che si intende coltivare, ma anche le attrezzature necessarie. Anche in questo caso è opportuno per non incorrere in spese onerose accedere a finanziamenti agevolati e a contributi a fondo perduto, erogati da enti locali e dalla Comunità Europea. Soprattutto per i giovani imprenditori agricoli, e per le donne, sono disponibili ottime opportunità di finanziamento per lo start up di un’azienda agricola. In genere gli imprenditori che non hanno grossi capitali a disposizione si limitano alla sola coltivazione delle piante officinali ed aromatiche vendendo poi l’intero raccolto ad aziende che si occupano della commercializzazione del prodotto. Le attrezzature per la selezione, il confezionamento,per l’estrazione delle sostanze aromatiche e le loro successive lavorazioni sono molto costose e prevedono un’organizzazione del lavoro di tipo industriale che va al di là delle competenze della maggior parte dei coltivatori. Si può optare anche per la vendita del proprio raccolto non a grossisti o industrie, ma anche a piccole aziende locali che si occupano della produzione di cibi, cosmetici, erboristerie o negozi che commerciano prodotti naturali. Per informazioni consultare i sito www.pianteofficinali.org per informazioni tecniche e legislative.
Daniela Casciaro
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