Cosa sono i BTP, a chi si rivolgono, come si possono acquistare e in che modo poter analizzare correttamente il loro rendimento.
I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono una comune forma di titolo di credito a medio lungo termine, emesso dal tesoro con una scadenza compresa tra i 3 e i 30 anni. Durante tale periodo di tempo, l’investitore riceverà un costante flusso cedolare e, alla scadenza, una somma di denaro che sarà pari al valore nominale dei titoli posseduti. Per le loro caratteristiche di semplicità e di solvibilità (l’emittente è, in fondo, lo Stato Italiano), i BTP hanno sempre rappresentato una forma di investimento privilegiata da investitori prudenti e con orizzonti di accumulo di lungo termine. Ma cerchiamo di saperne di più.
Indice
Quanto si guadagna con i BTP
Come intuibile da quanto sopra affermato, con i BTP si guadagna un flusso cedolare costante nel tempo, la cui entità sarà stabilita in sede di emissione. È questa una delle grandi differenze che separa i BTP dai BOT, con questi ultimi che – oltre ad avere un arco temporale di riferimento di più breve tempo, generano un profitto che sarà dato dal differenziale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di rimborso. Con i BTP (salvo le ipotesi di vendita del titolo sul mercato secondario) la fonte di profitto è invece determinata dalle cedole, il cui pagamento in misura fissa verrà calendarizzato con frequenza (di solito) semestrale.
Quando acquistare i BTP
I BTP possono essere acquistati in qualsiasi momento sul mercato secondario, e una volta al mese (salvo eccezioni) nel mercato primario, attraverso asta. Se invece preferite acquistare titoli di Stato già emessi, potete trovarli sul mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato (Mot), dove potrete individuare decine di diverse opportunità di titoli con vita residua, a un prezzo corrente che potrà oscillare anche radicalmente in virtù delle diverse condizioni di mercato.
L’acquisto sul mercato secondario
Come sopra introdotto, l’acquisto sul mercato secondario dipenderà dalle vostre preferenze di impiego, e vi esporrà dinanzi a una serie di molteplici scelte che dovreste ben ponderare per poter arrivare a un investimento redditizio. Per potervi supportare nel corretto orientamento tra le molteplici alternative rimesse alla vostra strategia, di seguito esponiamo alcuni termini ricorrenti che potreste trovare nelle vostre avventure di trading:
- Valore nominale: è il valore che corrisponde al capitale sottoscritto nella fase iniziale, e risarcito alla scadenza.
- Cedola: è l’interesse periodico che l’emittente paga all’investitore.
- Scadenza: è la data entro la quale sarà riconsegnato il valore nominale del titolo all’investitore.
Quanto devo investire in BTP
La scelta dell’ammontare di investimento in BTP dipenderà principalmente dalle vostre preferenze, tenendo conto che è previsto un taglio minimo di 1.000 euro, e che potete investire per multipli di tale cifra.
A chi si rivolgono i BTP
Per le caratteristiche di cui sopra, come già anticipato i BTP sono adatti alla platea di investitori che richiede flussi di pagamenti costanti e certi ogni semestre, desidera avere in deposito uno strumento di investimento molto liquido, e non ama avere a che fare con il fattore rischio. Di fatti, il principale rischio dei BTP non sarà quello dell’emittente, bensì quello di mercato: ovvero, acquistando un BTP si corre il pericolo che in caso di vendita prima della scadenza, il valore del titolo non sia così soddisfacente a causa della normale volatilità cui sono soggetti (anche) tali strumenti.
Cosa sono i BTPi
Una particolare categoria di BTP sono i BTPi, Buoni del Tesoro Poliennali “Italia“, con rendimento non fisso (come avviene per i BTP ordinari, la cui cedola è predeterminata), bensì dipendente dal tasso di inflazione medio.
Quali altri titoli di Stato posso acquistare
I BTP non sono naturalmente l’unico titolo di Stato acquistabile. Ricordiamo infatti la contemporanea presenza di:
– BOT: sono i titoli di Stato a breve scadenza (3, 6 o 12 mesi), senza cedola intermedia, e con rendimento basato sullo scarto di emissione.
– CTZ: sono titoli di Stato simili ai BOT, ma con durata pari a 2 anni. Anche per i CTZ il rendimento sarà determinato dallo scarto di emissione (non c’è cedola, come suggerisce il nome – Certificati del Tesoro Zero Coupon).
– CCT: sono i Certificati di Credito del Tesoro, di durata pari a 7 anni, contraddistinti sia dallo scarto di emissione che dallo stacco semestrale di cedole con valore indicizzato al rendimento dei BOT.