Come si fa il calcolo IVA, quali sono le aliquote da adottare, e in che modo poter effettuare lo scorporo dell’imposta sul valore aggiunto.
L’IVA, imposta sul valore aggiunto, è un imposta indiretta che – attraverso l’applicazione di differenti aliquote – grava sulle operazioni di cessioni di beni e di servizi che vengono effettuate dai soggetti passivi, sul territorio italiano. Ma quali sono i suoi presupposti? E in che modo calcolare l’IVA? E, ancora, in che modo scorporare l’IVA da una fattura che già la contiene? Cerchiamo di rispondere a queste e tante altre domande, attraverso un nostro approfondimento che fungerà da rapida guida sull’argomento!
Presupposti IVA
Tre sono i presupposti dell’imposta sul valore aggiunto. Il primo è oggettivo, poichè è necessario che l’oggetto della prestazione sia una cessione di beni o una prestazione di servizi, a titolo oneroso, con trasferimento di beni, o con prestazioni che derivano da obblighi a fronte di corrispettivi. Il secondo è soggettivo, visto e considerato che le operazioni devono essere compiute da un soggetto nell’esercizio di impresa, di arti e professioni. Il terzo è territoriale, poichè le operazioni devono essere poste in essere entro il territorio dello Stato italiano.
Applicazione IVA
L’IVA si applica con obbligo di rivalsa su ogni operazione di cessione di beni e servizi. Ovvero, con l’obbligo, da parte del fornitore dei beni e dei servizi, di addebitarla al cliente e di versarla in seguito allo Stato come saldo tra l’IVA a debito (che è quella sulle vendite) e a credito (che è quella sugli acquisti). In fin dei conti, in seguito a tale sistema di detrazione, e al carattere “neutrale” dell’IVA, l’unico soggetto che viene inciso effettivamente dal tributo è il consumatore finale, che acquista un bene o un servizio gravato dall’IVA e non può detrarla.
Aliquote IVA
Oggi l’aliquota ordinaria sull’IVA è del 22%. Esistono tuttavia due aliquote ridotte, pari al 4% e al 10%, da applicarsi in alcuni settori e per alcune specifiche operazioni. In linea di massima, la maggior parte delle cessioni sarà assoggettata a un’IVA al 22%, ma alcuni beni di prima necessità, come gli alimentari, o alcuni servizi primari, come le opere sulla prima casa, scontano delle aliquote ridotte.
Pagamento l’IVA
Il pagamento (o, meglio, il versamento) dell’IVA viene effettuato attraverso il modello F24, mediante il servizio telematico della propria banca o mediante la delega a un intermediario fiscale (come ad esempio il proprio commercialista). Nell’ipotesi in cui non vi debba essere versamento poichè si è in una situazione di eccesso di IVA a credito, tale credito può essere utilizzato dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello di maturazione per poter compensare altri tributi, attraverso la sua esposizione nel modello F24, nella colonna degli importi a credito. La compensazione si intende libera fino all’importo di 5.000 euro, mentre è subordinata alla presentazione della dichiarazione IVA per importi tra i 5.000 e i 10.000 euro. Oltre tale soglia, invece, la compensazione è ammessa solo con l’asseverazione di un professionista abilitato.
Scorporo IVA, come calcolare l’IVA
Può essere utile, per vari fini, trovare il netto da un importo che ingloba anche l’IVA. Ma come è possibile? In realtà, il meccanismo di scorporo dell’IVA, ovvero di individuazione dell’imposta di valore aggiunto e conseguente sottrazione di tale imposta dal lordo, per ottenere il netto, è molto semplice, poichè bisognerà dividere per 1,22 euro (22% è l’aliquota standard) l’importo “lordo”. Dunque, nel caso in cui si riceva un compenso, IVA inclusa, di 50 euro, per determinare il netto sarà sufficiente dividere 50 per 1,22, e ottenere così 40,98 euro. Di contro, applicando il 22% a 40,98 euro (base imponibile), sarà possibile ottenere il valore lordo. Facile, no?