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Caro carburanti: forse un nuovo taglio delle accise

Il Governo ha modificato il Decreto Trasparenza, prevedendo un taglio delle accise sui carburanti se il prezzo del petrolio dovesse aumentare.

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Una modifica al Decreto Trasparenza potrebbe introdurre un nuovo taglio delle accise sui carburanti. A fine dicembre i prezzi erano saliti di circa 20 cent al litro in quanto gli sconti previsti dal Governo Draghi erano scaduti. Il nuovo Governo Meloni non aveva previsto di rinnovarli in quanto la decisione era stata quella di preferire altri tipi di aiuti ad imprese e famigli, per così dire più mirati. Ma ieri il Governo ha appunto apportato un cambiamento al Decreto, introducendo il taglio delle accise se il prezzo del petrolio dovesse aumentare. Il meccanismo è quello dell’extragettito. Le maggiori entrate provenienti dall’Iva sui carburanti in caso di aumento del prezzo del petrolio verrebbero utilizzate per riabbassare i prezzi dei carburanti. Un sistema questo che al momento della Legge di Bilancio di cui il Decreto Trasparenza fa parte, non era stato previsto.

Argomento caldo

Il caro carburanti è un argomento decisamente caldo. Nelle ultime settimane, a causa dell’innalzamento dei prezzi dovuto alla fine degli sconti ne hanno parlato praticamente tutti. La gente si è ritrovata infatti dal pagare benzina è gasolio da circa 1,6 a poco più di 1.8. In realtà quest’ultimo prezzo non è così nuovo (anche nel 2022 si era arrivati a questa soglia, ed anche più in alto), ma il problema è forse derivato dalle speculazioni di alcuni distributori che avrebbero portato i prezzi addirittura ben oltre i due euro. Sulla questione è stata avviata un’indagine, ma il Governo è finito comunque sotto accusa, in quanto secondo alcuni avrebbe dovuto prolungare gli sconti. Ma questi sconti erano stati approntati dal Governo Draghi sempre col meccanismo dell’extragettito, cosa che in questo caso non era possibile in quanto diventato (quell’extragettito) di natura ordinaria (ci vorrebbe quindi un’ulteriore extragettito ed è ciò che, a quanto si capisce, si prevede di usare secondo quanto scritto nella modifica al Decreto Trasparenza).

Un po’ di storia

Ma che cosa è successo esattamente ai prezzi dei carburanti nell’ultimo anno? Facciamo un po’ di storia. Quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, per svariati motivi (tra cui una certa speculazione), i prezzi hanno iniziato ad aumentare in modo quasi incontrollato. Il Governo Draghi allora in carica aveva deciso di non intervenire immediatamente, ma i prezzi continuando a salire hanno generato l’introduzione di una norma che si è concretizzata in uno sconto di circa 20 cent al litro per benzina e diesel. Inizialmente approntati per pochi mesi, gli sconti sono poi durati fino a fine anno. Tale intervento aveva un costo di circa un miliardo di euro al mese. Quando a fine dicembre 2022 sono scaduti questi sconti, ovviamente il prezzo è risalito di quei 20 cent (stratificando per chi ne ha approfittato per aumentare di più ed immotivatamente il prezzo). La cosa ha generato molte proteste ma come accennato il Governo Meloni aveva deciso (anche non avendo più a disposizione quel miliardo di euro al mese) per interventi più settoriali, giustificandosi spiegando che un taglio delle accise avrebbe aiutato tutti indistntamente e non solo i meno abbienti. Il ripensamento degli ultimi giorni e la conseguente modifica al Decreto apposito, ha invece stabilito che in caso di aumento del prezzo petrolio, il Governo userà le maggiori entrate generate dall’Iva per calmierare i prezzi dei carburanti, in modo da mantenerli ad una soglia sostenibile.

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