Home » Legge ed economia » Economia e Finanza

Cash flow: significato e modalità di calcolo

Che cosa è il cash flow, in che modo si può calcolare e quali sono i significati che è possibile trarre da questo importante indicatore.

Condividi questo bel contenuto


Il cash flow, o flusso di cassa, è una grandezza finanziaria molto importante per l’impresa e per gli analisti. Tanto che, quando si analizza il bilancio societario, e in particolar modo il conto economicoriclassificato”, la mente corre in maniera prioritaria a un ristretto gruppo di indicatori da approfondire tra cui, in buona evidenza, non può che figurare il cash flow. Ma di cosa si tratta? E perché è importante calcolarlo e monitorarne l’evoluzione?

Il cash flow, traduzione e significato

cash flow
image by Vasin Lee

Il cash flow è l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte dall’impresa nel corso di un periodo di tempo determinato (generalmente pari a un anno), e dato dalla differenza tra le entrate e le uscite generate dalle proprie operazioni. Di qui, la principale differenza con l’utile netto, che è invece rappresentato dalla differenza tra i ricavi e i costi che sono sostenuti nello stesso anno, a prescindere dall’effettivo incasso monetario dei ricavi, e l’effettivo pagamento monetario dei costi. Ne deriva altresì che, in linea teorica, in un ambito in cui non esistono dilazioni di pagamento, e le fatture emesse e ricevute vengono immediatamente onorate, cash flow e utile/perdita tenderanno a coincidere.

In tal senso, il cash flow è una misura dell’autofinanziamento dell’azienda, con l’obiettivo di generare un flusso di cassa sufficiente per onorare i propri impegni e remunerare i soci.

Cash flow finanziario

Prendendo spunto da quanto sopra abbiamo riassunto, non possiamo che ricordare come nel nostro mondo “reale” le dilazioni siano frequentissime, permettendo così a chi compra di pagare dopo qualche tempo e, di conseguenza, prevedendo che chi vende incassi dopo qualche margine temporale di “pazienza”.

Sempre da questo punto di vista, possiamo altresì rammentare come ogni volta che l’azienda concede credito (di regolamento commerciale) ai propri clienti, li sta “finanziando”, e dunque dovrà disporre delle risorse sufficienti per poterselo permettere: in caso contrario, le proprie risorse finanziarie verranno assorbite per la concessione del credito ai propri clienti, essendo così sottratte per altre necessità, come ad esempio il pagamento di stipendi o delle imposte, o ancora dei propri fornitori.

Ecco perché, come abbiamo avuto modo di rammentare nel precedente paragrafo, il cash flow è una misura dell’autofinanziamento aziendale: se un’impresa non è in grado di generare adeguati flussi di cassa… è bene approfondire le caratteristiche della propria gestione! Ma come si calcola il flusso di cassa?

Cash flow operativo

Non esiste un unico modo di calcolare il cash flow, così come non esiste un unico concetto di cash flow. Per non creare confusione, possiamo comunque già premettere come il flusso di cassa possa essere calcolato semplicemente anche dalle sole variazioni dei saldi dei conti dello stato patrimoniali su due periodi (anni) di riferimento. Tuttavia, molto più frequentemente – anche al fine di catturare informazioni più significative – il cash flow viene calcolato prendendo spunto dal conto economico riclassificato dell’impresa, dove verranno evidenziate le variazioni numerarie in entrata (cash inflow) e in uscita (cash outflow).

Si tenga inoltre conto che il flusso di cassa può essere scomposto in due componenti principali. La prima componente, più nota, è il flusso di cassa operativo (chiamato anche Unlevered Free Cash Flow), che è originato dalla gestione caratteristica di una azienda; la seconda è invece il flusso di cassa non operativo (la cui sommatoria con l’Unlevered Free Cash Flow genera il Flow to Equity), che invece assume in considerazione tute le altre operazioni di cassa (come ad esempio l’erogazione di prestiti, il pagamento dei dividendi, ecc.).

Calcolo del cash flow

Il calcolo del cash flow (inteso come flusso di cassa operativo) può essere effettuato assumendo come dato di partenza il reddito operativo, a cui aggiungere tutti i costi non monetari come gli ammortamenti, l’accantonamento a TFR, e così via, e sommare poi la differenza positiva o negativa della variazione dei crediti e dei debiti dall’inizio dell’anno alla fine dell’esercizio.

Ad esempio, se il reddito operativo è pari a 100, gli ammortamenti a 20 e l’accantonamento TFR è 8, mentre la differenza tra la variazione dei crediti e dei debiti è di 30 (ovvero, differenziale crediti superiore di 30 rispetto al differenziale debiti), il flusso di cassa operativo sarà pari a 100 + 20 + 8 -30 = 98.

Cash flow statement

Pubblicare i dati del proprio cash flow ha una spiccata importanza nei confronti di tutti gli stakeholders della società, che attraverso l’analisi del flusso di cassa riusciranno a “rassicurarsi” circa la capacità dell’impresa di onorare i propri impegni. Avere un cash flow congruo significa infatti disporre di un importante strumento per poter gestire la tesoreria e per poter impiegare al meglio la liquidità disponibile, tranquillizzando così banche, fornitori e dipendenti sulla capacità aziendale di mantenersi in una condizione di solvibilità.

Cash flow analysis

Scendiamo ora in un ulteriore livello di analisi del cash flow, partendo da questa breve schematizzazione di calcolo:

  • Utile Operativo (EBIT) –
  • Tasse su Utile Operativo +
  • Ammortamenti +
  • Accantonamenti +
  • Voci non monetarie di accantonamento =
  • Cash Flow o Flusso primario (dopo le tasse) ±
  • Variazione del capitale circolante ±
  • Investimenti/Disinvestimenti =
  • Cash Flow Operazionale o Unlevered Free Cash Flow (dopo le tasse) o Operating Cash Flow –
  • Interessi (al netto del tax shield sugli interessi) –
  • Debiti =
  • Levered Cash Flow ±
  • Incremento passività ±
  • Incremento capitale –
  • Dividendi al netto del tax shield sui dividenti pagati dalla società =
  • Flusso di Cassa Effettivo o Flow to Equity o Effective Equity Flow

Sulla base del calcolo e dei “livelli” di cui sopra, avremo così un primary cash flow equivalente all’ammontare dei fondi che sono stati generati dall’attività ordinaria dell’azienda, un unlevered free cash flow equivalente ai fondi generati per poter rimborsare i debiti finanziari e remunerare il capitale, un levered cash flow equivalente ai flussi generati per poter remunerare il capitale e un flow to equity che sarà infine equivalente all’effettivo flusso di cassa a disposizione della società.

Se quanto sopra è chiaro, dovrebbe altresì esserlo che il flusso di cassa operativo può altresì essere semplicemente ottenuto sommando a quello che in termini anglosassoni è individuabile come EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) gli ammortamenti e la variazione (se negativa con segno più, se positiva con segno meno) del capitale circolante (ottenuto come differenza tra attività e passività correnti).

Condividi questo bel contenuto
× Eccomi!