Il tempo che dedichiamo all’ascolto della buona musica è sempre guadagnato. Specie quando riusciamo a cogliere il senso delle parole che gli artisti ci consegnano, confezionandole con nastri di note che a volte divertono ed altre emozionano. I problemi che assillano le nostre giornate non si risolvono certo a suon di musica, ma un motivetto arguto e accattivante può aiutarci a ponderare meglio le cose e spingerci a scrutarle da un nuovo punto di vista. Che sia jazz, pop, rock o funky poco importa: mettiamoci all’ascolto di quello che i cantanti ci dicono e lasciamoci ispirare dalle loro osservazioni. Tra un beat e l’altro, potrebbe capitare che a spiegarci come è bene cercare lavoro siano i Beatles. Non ci credete? Date un’occhiata a quanto segue e mantenete ragionevolmente alto il volume delle casse.
Indice
Le 4 canzoni con cui i Beatles possono aiutarci a cercare lavoro
L’idea di far vestire i panni di esperti del lavoro ai Fab Four di Liverpool è venuta al sito Simply Hired che, scorrendo i testi di alcune note canzoni di McCartney &co., ha rintracciato messaggi e consigli che potrebbero tornare utili a chi sta cercando un impiego. Sintonizziamoci sulle frequenze del blog straniero e scopriamo ciò che i Beatles possono insegnarci sul fronte lavorativo.
Hey Jude
L’ascolto di questa canzone pubblicata nel 1968 può darci una mano quando le cose non vanno per il verso sperato. E quando, nonostante i numerosi tentativi, ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano e tanta frustrazione in dispensa. Non lasciamoci vincere dallo scoramento e soffermiamoci piuttosto sul passaggio che recita: “Hey Jude, don’t be afraid. Take a sad song and make it better”. Quel che i Beatles consigliano di fare è impegnarsi al massimo per far sì che le cose (che al momento non vanno bene) migliorino. Cercare lavoro è faticoso: occorre aggiornare il curriculum, scrivere lettere di presentazione mirate, selezionare con zelo le offerte e prepararsi ai colloqui di lavoro. Che possono non sortire gli effetti sperati. Quando succede, andiamo fino in fondo alla faccenda e cerchiamo di capire perché abbiamo fatto un buco nell’acqua. Interpelliamo i selezionatori che ci hanno scartato e chiediamo cosa, a loro giudizio, non è andato per il verso giusto. Quali sono le abilità che dobbiamo affinare e quali quelle che dobbiamo acquisire? Quando gli insuccessi non ci faranno più paura, saremo pronti a rendere le cose veramente migliori. E i risultati non tarderanno ad arrivare.
We can’t work it out
Pubblicata nel 1965, questa canzone ricorda, tra le altre cose, che la vita è troppo breve per sprecarla in lamentele e futili litigi (“Life is very short and there’s no time for fussing and fighting, my friend”). Non diamo troppa importanza alle inezie: i dettagli, che vanno sicuramente vagliati, non devono però diventare un’ossessione. Se pensiamo che sia possibile trovare il lavoro perfetto – quello che risponde a tutte le nostre aspettative e soddisfa ogni nostra ambizione – allora è meglio restarcene sdraiati sul divano a guardare tv spazzatura. Cerchiamo di essere realisti e non lasciamo che le opportunità ci passino accanto. Chi si sofferma sulle inezie e si convince che nulla faccia mai al caso suo è destinato a rimanere inoperoso. Meglio farsi avanti e scendere nell’arena, evitando di lamentarsi ad ogni piè sospinto. Dietro la nostra insofferenza diffusa potrebbe celarsi una forma di insicurezza su cui è bene intervenire subito.
Can’t buy me love
Cercare lavoro in base al salario che potremmo percepire (scartando di netto le offerte meno vantaggiose) è comprensibile e parzialmente ragionevole, ma evitiamo di basare la nostra scelta esclusivamente su questo. Ammesso e non concesso che lì fuori ci sia qualcuno disposto ad offrirci una posizione e una paga interessante, valutiamo che, in casi come questi, ci sono sempre delle conseguenze da mettere in conto. Per venirne a capo, potremmo riascoltare la famosa canzone, pubblicata nel 1964, in cui i quattro ragazzi di Liverpool cantano: “‘Cause money can’t buy me love”. E’ un avvertimento da tenere a mente anche quando si cerca un impiego. I lavori ben retribuiti richiedono un elevato tasso di professionalità e sottintendono un’assoluta abnegazione. Siamo disposti a rimanere in ufficio fino a tardi e a rinunciare al tempo libero e a qualche weekend? I soldi – che possono renderci la vita più agevole – possono però toglierci tanto in termini di affetto e di interessi personali. Diamo il giusto valore alle persone e alle cose che stanno fuori dall’ufficio e scegliamo quel che è meglio per noi.
Help!
Le persone che faticano a chiedere aiuto dovrebbero ascoltare con attenzione questo successo del 1965 in cui John Lennon racconta: “When I was younger, so much younger than today. I never needed anybody’s help in any way. But now these days are gone, I’m not so self-assured. Now I find, I’ve changed my mind, I’ve opened up the doors”. Chiedere aiuto non vuol dire dichiararsi incapaci, ma mostrarsi ricettivi nei confronti di chi può fornirci indicazioni o trasmetterci saperi. Per cercare lavoro può essere utile affidarsi ad un mentore capace di guidarci e di riaccendere l’entusiasmo e l’autostima. Apriamo le porte a chi ha già percorso il sentiero e rimettiamoci alle sue istruzioni. Chiedere aiuto, in queste circostanze, denota grande maturità ed umiltà. Ciò che serve per crescere, non solo professionalmente.
Lasciamoci ispirare dalle canzoni dei Beatles e facciamo tesoro dei loro consigli. Con Lennon, McCartney, Harrison e Ringo Starr, cercare lavoro è tutta un’altra musica.
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