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Certificazione Unica 2021: cosa fare quando il datore di lavoro non rispetta le scadenze?

Cosa fare nel caso di una mancata consegna della Certificazione Unica entro i termini di scadenza previsti? Ecco come procedere in maniera efficace e veloce

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Il termine ultimo per la consegna della Certificazione Unica 2021 è il 31 marzo. Tuttavia ci sono alcuni datori di lavoro che non hanno rispettato le scadenze e non hanno ancora consegnato ai dipendenti questo importante documento. Nel caso di un mancato invio della documentazione, i dipendenti possono procedere con una sollecitazione e denuncia del datore alla Guardia di Finanza o Agenzia delle Entrate.

Certificazione Unica 2021

dichiarazione dei redditi

La Certificazione Unica, conosciuta anche come ex CUD è un documento che il datore di lavoro consegna ogni anno ai suoi dipendenti. L’Inps fa la stessa cosa verso i titolari di pensione ed altre differenti prestazioni. Stiamo parlando di una documentazione importante e necessaria per poter effettuare la dichiarazione dei redditi. Il datore di lavoro è tenuto ad inviare la Certificazione Unica entro i termini di scadenza. Quest’anno il termine ultimo è stato fissato al 31 marzo. Originariamente la scadenza era prevista per il 16 marzo ma c’è stata una proroga concedendo più tempo ai soggetti interessati. Tuttavia, ci possono essere dei casi in cui l’invio del documento non è avvenuto entro la data prevista. Cosa fare in questo caso? Il dipendente può sollecitare il suo capo oppure procedere con una denuncia alla Guardia di Finanza o Agenzia delle Entrate.

Cosa fare in caso di una mancata consegna?

Come accennato in precedenza può succedere che alcuni datori di lavoro non consegnano la Certificazione Unica entro i termini previsti. Quest’anno la scadenza è stata prorogata al 31 marzo. Ricordiamo che ci sono due differenti modelli di Certificazione Unica ossia quella sintetica e quella ordinaria. La sintetica è la documentazione inviata ai dipendenti e può essere in formato cartaceo o elettronico. L’ ordinaria deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate. Entrambi i modelli devono essere inoltrati entro il 31 marzo. Nel caso di un rapporto professionale interrotto a causa di un licenziamento o per dimissioni, il datore deve consegnare la Certificazione Unica al dipendente entro e non oltre 12 giorni dalla richiesta di quest’ultimo. Quando il rapporto di lavoro non si interrompe e si verifica la mancata consegna del documento, il dipendente può sollecitare il suo datore di lavoro.

Sollecitare il datore di lavoro

Una prima mossa che i dipendenti possono fare se il capo non rispetta le scadenze connesse all’invio della Certificazione è quello di procedere con una sollecitazione. Questa può essere effettuata tramite PEC posta elettronica certificata, oppure con raccomandata A/R. Nella comunicazione di sollecito da destinare al datore di lavoro, il dipendente deve indicare i propri dati anagrafici, quelli attinenti al rapporto di lavoro ed una scadenza entro cui bisogna provvedere con l’invio del documento in questione.

Mancata consegna, denuncia e sanzioni

Se nonostante il sollecito, ancora non si è avuta nessuna consegna della CU, il dipendente può procedere con una denuncia rivolta al datore fatta all’Agenzia delle Entrate oppure alla Guardia di Finanza. Si tratta del secondo step nel caso il sollecito non abbia portato ad alcun risultato soddisfacente. Il datore di lavoro incorre comunque in sanzioni. Infatti, per ogni certificazione omessa, inviata dopo i termini di scadenza o errata, si incorre nella sanzione di 100 euro per ogni singolo adempimento. Per questo motivo è importante che tutto avvenga entro i termini di scadenza.

Certificazione Unica con dati errati

Può succedere che la Certificazione Unica contenga dati errati. In questo caso bisogna subito farlo presente al datore di lavoro o al committente che ha emesso il documento in questione, così da far modificare i dati all’Agenzia delle Entrate. Inoltre è molto importante che i dipendenti e gli autonomi conservino l’intera documentazione 2021 per poter procedere senza problemi alla successiva compilazione della dichiarazione dei redditi. Il datore di lavoro può inviare il documento sia in maniera cartacea che telematica attraverso una mail. In ogni caso, si può procedere con l’invio telematico solo ed esclusivamente se il dipendente possiede strumenti per ricevere e stampare il documento inviato.

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