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Cibo etnico: agli italiani piace sempre di più

Un italiano su cinque non rinuncia a consumare almeno un pasto al mese in un ristorante etnico. E sempre più coltivatori tentano di produrre spezie e verdure che vengono da lontano. L’Italia apre le frontiere anche a tavola

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Un piatto di lasagne resta sacro in Emilia Romagna e non si può lasciare Napoli senza aver fatto incetta di pesce e babà. Per non parlare dell’amatriciana proposta dai cuochi romani o della ricca pasticceria siciliana che fa ingrassare al solo sguardo. La cucina italiana accontenta davvero tutti i palati e, non a caso, si è imposta come modello in tutto il mondo. Eppure i nostri connazionali sembrano tradire una certa insofferenza se è vero che, con sempre maggiore interesse, guardano alle ricette degli altri Paesi.

cibo etnico
image by Sylvia Kania

Il Rapporto Coop confezionato dalla Coldiretti ha, infatti, documentato, per il 2015, un incremento nell’acquisto di cibo etnico pari al 18% in un solo anno. A fronte di una spesa alimentare che è rimasta pressoché invariata. E se si prendono in considerazione gli ultimi 8 anni (quelli della crisi), i consumi dei prodotti etnici in Italia sono cresciuti addirittura del 93%. Perché? L’arrivo di sempre più stranieri, che in molti casi sono riusciti a integrarsi bene nelle nostre comunità, ha sollecitato gli italiani a sperimentare le ricette dei loro Paesi di origine, facendo loro scoprire (e apprezzare) aromi e sapori che vanno oltre la pizza e gli spaghetti. 

Tant’è che – sempre secondo il Rapporto della Coldiretti – il 16% degli italiani compra ormai abitualmente cibi etnici e il 20% (uno su cinque) si concede almeno una cena al mese in un ristorante etnico. Quella delle ristorazione etnica è, secondo Unioncamere, un comparto che ha riscosso un buon successo nel nostro Paese crescendo, tra il 2011 e il 2014, dell’1,6%. In pratica: di tutti i ristoranti aperti nel Bel Paese, in questo lasso di tempo, quasi uno su tre è risultato etnico, per un totale di 190 mila locali presenti in tutta Italia.

E se pensate che l’impatto si sia fermato alla tavola, vi sbagliate. La cucina etnica ha conquistato al tal punto gli italiani che molti di loro hanno (ben)pensato di dedicarsi alla coltivazione di prodotti “stranieri”. Come il pak cioi, un cavolo cinese dalle foglie carnose e croccanti e dal sapore delicato e leggermente amarognolo. O come la jiucai, una sorta di erba cipollina molto usata nella cucina orientale, ma che ha finito per aromatizzare anche le grigliate dei nostri connazionali. Oltre allo zenzero, al coriandolo, alla cannella e alla curcuma (una spezia simile allo zafferano) che, con i loro colori e profumi accesi, sono riusciti a conquistare anche i più “integralisti” dei coltivatori italiani.

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