In questa guida scopriremo il codice tributo 9001, spesso oggetto di comunicazioni o sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Facciamo chiarezza su questo codice di pagamento, analizzando cos’è, come si paga e come mettersi in regola con le richieste del fisco.
Indice
Cos’è il codice tributo 9001
La gestione dei pagamenti dovuti all’Agenzia delle Entrate viene effettuata tramite la codifica di ogni tipologia di pagamento, identificata da un codice numerico a quattro cifre. In questo modo l’Agenzia ed il contribuente hanno il modo di verificare ogni richiesta di pagamento in maniera univoca, senza la possibilità di errata interpretazione, anche nelle comunicazioni di verifica o di accertamento.
Esistono numerosi codici specifici, così come alcuni codici generici: il codice tributo 9001 appartiene a questa seconda categoria. Parliamo di codici generici perché non identificano un tributo specifico, ma una situazione fiscale del contribuente; nello specifico il codice 9001 fa riferimento al pagamento di una tassa o di una sanzione per un omesso o errato versamento precedente.
In altri termini le richieste di pagamento identificate da questo numero sono la conseguenza di verifiche effettuate dall’Agenzia delle Entrate, che richiede un pagamento per sanare un debito fiscale. Di solito questo tipo di richiesta di pagamento deriva dal cosiddetto avviso bonario, che identifica comunemente una notifica di irregolarità, conseguente ad una verifica che può essere stata effettuata sia su documenti sia in automatico dai sistemi del fisco.
Come pagare o contestare la richiesta
In caso di ricezione di un avviso bonario, il contribuente ha due possibilità: pagare o contestare la richiesta.
Il pagamento può essere effettuato in modo molto semplice tramite il modello F24 che solitamente è allegato alla comunicazione della richiesta di pagamento. In caso di importi elevati, o di impossibilità a far fronte all’interno pagamento, il cittadino ha la facoltà di richiedere una rateazione, come approfondiremo più nel dettaglio nel paragrafo che segue.
Nel caso in cui si ritenga che la richiesta di pagamento derivi da un errore, come ad esempio nel caso in cui il tributo per il quale è richiesto il pagamento sia già stato versato, è possibile effettuare una contestazione della richiesta stessa. In questo caso è necessario poter produrre tutta la documentazione che attesta l’avvenuto pagamento, facendo attenzione al fatto che il pagamento del tributo potrebbe anche fare riferimento a versamenti non sufficienti, purché regolarmente versati.
Per effettuare una contestazione del pagamento, o semplicemente per richiedere informazioni in merito, è possibile rivolgersi ad un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, ai numeri telefonici dedicati o ancora all’indirizzo e-mail dedicato. I recapiti sono solitamente riportati nella comunicazione relativa alla richiesta di pagamento.
Scadenza e rate
Se invece la richiesta è corretta e fa effettivamente riferimento ad un omesso versamento o a una situazione debitoria in genere, il cittadino è invitato a pagare l’importo richiesto entro trenta giorni dalla data di ricezione della comunicazione stessa.
Tuttavia è sempre possibile chiedere la rateazione dell’importo, che a seconda della somma richiesta potrà essere suddivisa come segue:
- Da 0 a 5.000 euro: massimo di 8 rate
- Da 5.000 euro massimo di 20 rate
È facoltà del cittadino chiedere il numero di rate che più si addicono alle proprie possibilità di pagamento, fino ad un massimo di 20 rate per gli importi maggiori.
Il calcolo delle rate possibili può essere richiesto direttamente all’Agenzia delle Entrate ma può essere effettuato anche utilizzando lo strumento dedicato di calcolo delle rate che consente di calcolare gli importi, i relativi interessi e di stampare i modelli F24 già compilati per effettuare i versamenti. L’accesso al servizio è gratuito e può essere effettuato previa registrazione ai servizi online del sito dell’Agenzia. Precisiamo che le rate possono essere richieste per un importo fisso, con scadenza a trenta giorni peril primo pagamento. In caso di rate trimestrali (a partire dalla seconda rata), il pagamento deve essere effettuato entro l’ultimo giorno del trimestre di riferimento.
In merito agli eventuali interessi previsti nella dilazione di pagamento, oltre al codice 9001, il bollettino F24 riporterà anche il codice 9002 che fa riferimento appunto agli interessi di dilazione delle rate stesse.
Codice tributo 9001: ravvedimento operoso
Nonostante il pagamento identificato dal codice 9001 faccia già riferimento ad una situazione di omesso pagamento, è comunque possibile avvalersi del ravvedimento operoso. Con questa definizione si fa riferimento al pagamento effettuato dal contribuente dopo la scadenza prevista, ma prima che intervenga una nuova comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Peril codice oggetto di questa guida, il ravvedimento può essere richiesto nel caso in cui non si sia riusciti a rispettare il pagamento di una o più rate richieste nella dilazione del pagamento. Tramite il ravvedimento operoso, il contribuente può effettuareil pagamento di quanto originariamente richiesto (che nel caso di questo codice tributo sarà pari all’importo originario, più eventuali sanzioni ed interessi), a cui va aggiunto un importo a titolo di pagamento ritardato. Il ravvedimento solleva però il contribuente dal pagamento di sanzioni in merito al ritardo nel pagamento, mentre gli importi da riconoscere in più rispetto all’importoiniziale sono calcolati in base al tempo trascorso dalla scadenza stessa.
Attenzione: è bene precisare che il ravvedimento riguarda gli importi concordati tramite rateazione o l’intero importo richiesto dall’Agenzia con l’avviso bonario, ma non interviene sull’importo richiesto in questa fase. In altri termini il ravvedimento può riguardare solo l’importo così come definito dall’avviso ricevuto e non quindi il mancato versamento che ha originato l’avviso.
Precisiamo infine che il codice tributo oggetto di questa guida può fare riferimento sia ad imposte relative al singolo cittadino sia tributi dovuti da titolari di partita IVA o aziende. Per conoscere nel dettaglio il mancato versamento che ha dato origine alla richiesta di pagamento, invitiamo a consultare la comunicazione ricevuta o a rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate.
L’ufficio più vicino può essere individuato tramite una ricerca effettuabile tramite il servizio dedicato del sito dell’Agenzia delle Entrate – trova ufficio, che consente anche di calcolare il percorso per raggiungere la sede individuata.