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Come mettersi in proprio alle Isole Canarie. Video intervista ed info complete

Avviare una’ttività alle Canarie conviene. Ecco un’interessante intervista ad un commercialista ed esperto di diritto societario comparato e ​diritto fiscale internazionale.

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Durante il mio viaggio alla scoperta dell’isola Gran Canaria ho incontrato molti italiani che vi si sono trasferiti ed hanno deciso di avviare un’attività alle Canarie. Sono così venuta in contatto con il Dottor Spizzichino e, vista la sua grande esperienza e competenza in materia, ho deciso di intervistarlo per capire meglio come investire e mettersi in proprio alle Canarie.

Video intervista al Dott. Renato Spizzichino

Il Dott. Renato Spizzichino, commercialista ed esperto di diritto societario comparato e ​di diritto fiscale internazionale, nel 2014 ha aperto uno studio a Gran Canaria (Maspalomas e Las Palmas) e a Tenerife (Santa Cruz de Tenerife), per occuparsi di consulenza fiscale e investimenti. L’attività si rivolge esclusivamente agli italiani e, da quando hanno aperto lo studio sono state avviate oltre 200 società che abbracciano diversi settori. Quello che va per la maggiore, è quello online (dal marketing, al commercio online, consulenza, etc.) . I cosiddetti nomadi digitali che, con un semplice computer, possono lavorare dove vogliono. In questo caso le Canarie, per il clima, per la fiscalità, per il costo della vita rappresenta il luogo ideale. In questa intervista fatta al Dott. Spizzichino, titolare della società Canarie Consulting, vediamo insieme, nello specifico, cosa serve per avviare un’attività alle Isole Canarie.

Perchè conviene avviare un attività in proprio alle Isole Canarie

Le Canarie sono una regione della Spagna quindi, generalmente, si riferisce al sistema spagnolo. Le Canarie però godono di uno status di zona ultra periferica in quanto sono molto lontane dalla penisola. Dal punto di vista politico sono Spagna ma da un punto di vista geografico sono Africa. Per questo motivo, l’Unione Europea ha permesso alla Spagna, grazie ad un trattato guida, di consentire alle isole Canarie di poter legiferare a livello fiscale in maniera autonoma e più vantaggiosa rispetto a quella che è la media europea.

Il REF

Alle Isole Canarie è stata data questa possibilità che si è convertita nel cosiddetto Ref (Regime economico e fiscale delle Isole Canarie). Il Ref viene rivisto ogni 3 anni ed ha una parte economica e una parte fiscale che prevede alcune agevolazioni, in particolare per chi investe. Il motivo è che esiste una normativa particolare, la cosiddetta RIC, che è la riserva per gli investimenti alle Canarie, che permette sia a società che autonomi, che non vogliono usare tutto l’utile prodotto durante l’anno di accantonarlo fino a un massimo del 90% in un’apposita riserva virtuale. Sulla parte accantonata non si pagano imposte. Si pagano solamente su quella parte che si vuole tenere a disposizione.

Però ci sono degli obblighi. Entro 4 anni occorre reinvestire quell’utile, sul quale non si sono pagate  le imposte, in beni strumentali materiali o immateriali per l’attività che ha generato questo utile (o anche per un’altra attività che si vuole andare ad avviare), obbligatoriamente alle Canarie in quanto la ratio di questa norma è quella di agevolare l’economia delle isole. Questo è un importante vantaggio che viene dato a chi vuole mettersi in proprio alle isole Canarie.

Il Consozio ZEC

Un altro grande vantaggio, che però si riferisce ad aziende più strutturate, è la possibilità di iscriversi al  Consorzio ZEC (Zona Especial Canarias). In sostanza, una volta preparato il progetto d’impresa, si richiede l’approvazione al Consozio ZEC. Una volta approvato si può costituire la società ed ottenere l’agevolazione di poter pagare le imposte sugli utili della società al 4% senza dover necessariamente accantonare.

Esistono però delle condizioni. Il motivo per cui è necessario che le società siano strutturate è che, a seconda dell’isola in cui si vuole aprire la propria attività, occorre assumere 3 o 5 dipendenti nei primi sei mesi e fare degli investimenti. Riassumendo, le condizioni sono le seguenti:

  • Se si apre l’attività nelle due isole maggiori (Gran Canaria e Tenerife), entro 6 mesi dall’inizio dell’attività si devono assumere almeno 5 dipendenti  e occorre fare, entro i primi 2 anni, un investimento di almeno 100mila Euro. Se la stessa cosa si vuole fare in una delle cosiddette “isole minori” (ad esempio Fuerteventura o la Gomera) l’obbligo è di assumere 3 dipendenti entro 6 mesi e investire 50mila Euro.
  • L’attività deve essere B2B, ossia non verso soggetti privati o consumatori finali ma deve essere rivolta esclusivamente ad altre imprese.
  • Alle isole Canarie non vige il regime Iva ai sensi della Direttiva CEE 112 del 2006 all’Art. 6 Comma 1 lettera B. In questa Direttiva viene espressamente indicato che le Isole Canarie sono fuori da qualsiasi norma riguardante l’Iva. Questo fa sì che sia che sia acquistino beni o servizi oppure si venda, quando si fattura fuori dalle isole Canarie non si deve mai applicare l’Iva. C’è però un’altra imposta che è simile all’Iva nel suo concetto, l’ IGIC.  Questa ha un’aliquota media del 7% e vale solo nell’ambito delle Isole Canarie. Ad esempio, se si fa consulenza a un soggetto residente alle Canarie, bisogna aggiungere il 7% di IGIC. In caso contrario no.

Questo è un altro grande vantaggio delle Isole Canarie in quanto non porta solo conseguenze nel settore della fatturazione, ma anche sul fatto che, applicando un’imposta locale minore sui prodotti, il costo della vita sia più basso e quindi sia conveniente vivere e lavorare alle Isole Canarie.

Cos’è la residenza fiscale e come funziona

La residenza fiscale, che occorre separare dalla residenza anagrafica, viene data a tutti quei soggetti per i quali coincida il centro degli interessi economici, quindi dove producono il loro reddito, con il centro degli interessi affettivi, quindi dove si trova la propria famiglia. Questo viene stabilito dal trattato contro le doppie imposizioni firmato tra Spagna e Italia.

Quindi, per ottenere la residenza fiscale devono coincidere questi due elementi: interessi economici e interessi affettivi. Nel caso in cui questi due elementi divergessero, ad esempio si lavori a Las Palmas mentre la propria famiglia viva in Italia, subentra il concetto dei giorni: occorre trascorrere 183 giorni fuori dall’Italia per poter dire di essere fiscalmente residenti alle Canarie.

Mettersi in proprio alle Canarie: l’iscrizione all’Aire

Un’altra cosa importante e che molti trascurano è l’iscrizione all’Aire. Perché l’iscrizione all’Aire, pur non essendo sanzionata nel caso in cui non venga fatta, è comunque obbligatoria. Il Testo Unico sulle imposte sul reddito, il TUIR italiano, prevede che l’iscrizione all’Aire sia l’elemento essenziale per poter dimostrare di avere la residenza fiscale all’estero. In caso contrario, anche se si è di fatto residenti fiscalmente all’estero, l’Italia può imporre il pagamento delle tasse anche  in Italia. Di conseguenza tutti i cittadini italiani che si trasferiscono all’estero, e pensano di stare all’estero più di un anno, sono obbligati ad iscriversi all’Aire.

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