Il pensionamento anticipato con Quota 100 e l’avvento del Coronavirus, hanno influito notevolmente anche sulla pensione. A darcene conferma gli ultimi dati elaborati dall’Inps, in riferimento al 2019 ed il primo trimestre del 2020, anno davvero particolare, iniziato con una grave crisi sanitaria ed economica.
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La pensione un diritto fondamentale

Andare in pensione e godersi la vecchiaia lontani dal lavoro è un diritto fondamentale come quello ad avere una professione. La pensione è un pilastro su cui si basa la nostra società, questo significa che resterà sempre un elemento fondamentale del sistema sociale italiano. Garantire a chi per una vita intera si è dedicato al lavoro, la possibilità di ritirarsi e di godere dell’assegno previdenziale è importantissimo, oltre ad essere segno di civiltà e di sensibilità sociale. Per questo esistono delle normative e degli istituti in grado di garantire tutto questo. Anche se l’attuale mondo del lavoro è cambiato, i giovani trovano un’occupazione professionale sempre più tardi, andando a versare sempre meno contributi, utili al calcolo dell’assegno previdenziale, il sistema pensione deve essere rivalutato e ristrutturato, alla base di questi cambiamenti.
I dati Inps sull’andamento dei flussi di pensionamento
L’Inps ha reso noti sul suo sito, i dati relativi i flussi di pensionamento in riferimento alle pensioni decorrenti nel 2019 e nei primi tre mesi del 2020. Anno, quest’ultimo, iniziato con l’emergenza Coronavirus, che ha fatto sentire i suoi effetti su tutto il sistema sanitario ed economico, bloccando il nostro Paese da Nord a Sud. Il monitoraggio da cui sono stati ricavati i dati in questione sulle pensioni, riguarda i trattamenti previdenziali liquidati fono il 2 aprile del 2020 dalle gestioni:
- Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti;
- coltivatori diretti, mezzadri e coloni;
- lavoratori parasubordinati;
- artigiani e commercianti;
- assegni sociali.
Si tratta di interessanti informazioni, che mostrano come c’è stato un relativo aumento dei pensionamenti, anche quelli anticipati, grazie a formule come quella di Quota 100 e tante altre.
Pensione e requisiti di accesso
I requisiti relativi alla pensione sia anticipata che non, non cambiano. Infatti, per accedere alla pensione di vecchiaia, nel 2019 e nel 2020 bisogna avere l’età minima di 67 anni, per entrambi i sessi e per i settori professionali sia autonomi che privati. Anche i requisiti per accedere alla pensione anticipata restano gli stessi, pari a 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per le donne, mentre per gli uomini occorrono 42 anni e 10 mesi. Tuttavia, l’Inps ci ricorda che sono possibili altre modalità e strategie per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, in particolare ci riferiamo ad Opzione donna, Quota 100, tutti i canali di uscita per i lavoratori precoci, i lavori usuranti ed addetti a mansioni gravose.
In aumento le pensioni nel primo trimestre del 2020
I dati elaborati e pubblicati dall’Inps, hanno messo in evidenza come nel primo trimestre del 2020 il numero di pensionamenti sia aumentato notevolmente, rispetto allo stesso periodo del 2019. Infatti, le uscite dei commercianti, sono passate da 2.768 a 7.291, mentre per la categoria dei dipendenti, il numero delle uscite anticipate è passato da 18.471 nel 2019 a 34.687 nei primi tre mesi del 2020. Ed ancora, l’analisi statistica ha sottolineato come, il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia, (aumentano notevolmente nel 2019 rispetto al 2018), nel primo trimestre 2020 torna a livelli più bassi, con una quasi parità tra le pensioni di anzianità a quelle di vecchiaia. Il rapporto tra le pensioni di invalidità e di vecchiaia, si dimezza nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Altro dato particolarmente interessante è quello relativo alle pensioni femminili e maschili.
Il rapporto nei primi tre mesi del 2020 appare superiore di 5 punti rispetto allo stesso periodo 2019, passando rispettivamente da 96 a 101, con l’attuale sorpasso dei pensionamenti femminili su quelli maschili. Per quanto riguarda i dati territoriali, il peso percentuale relativo la liquidazione di pensioni al Nord e Sud, rimane lo stesso, con un 50% nel 2019 e 51% nel primo trimestre 2020.
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