Intanto sfatiamo un luogo comune: gli uffici pubblici non sono i luoghi dove si consuma il maggior numero di “incontri amorosi” tra colleghi. Stando a quanto riferito da chi si è occupato della pruriginosa questione, a guidare la classifica sono piuttosto gli ospedali dove, tra un turno sfiancante e l’altro, camici bianchi e verdi sembrano concedersi qualche affettuosa distrazione. A seguire le redazioni giornalistiche, gli studi dei liberi professionisti e le banche dove a investire sul cuore sono sempre più dipendenti e responsabili di settore.
Gli amori sul luogo di lavoro: problemi o soddisfazioni?
Al di là della location, avere un flirt al lavoro è qualcosa che può creare problemi. O, al contrario, regalare soddisfazioni. Se la freccia di Cupido ci trafigge nell’ambiente in cui veniamo pagati per lavorare sodo, dobbiamo scansarla o accoglierla benevolmente? E come possiamo difenderci da pettegolezzi che rischiano di metterci in cattiva luce col nostro superiore? Qualche semplice considerazione potrà aiutarci a venirne a capo.
Mettiamoci il cuore in pace: sull’argomento, esistono scuole di pensiero antitetiche. C’è chi sconsiglia fortissimamente di intraprendere rapporti amorosi coi colleghi perché pensa che, a lungo andare, finiranno per renderci lavoratori più distratti e meno produttivi. E, cosa forse più insidiosa, guasteranno fatalmente il clima nel posto di lavoro spianando la strada a pettegolezzi e maldicenze sul nostro conto.
Ma c’è anche chi, al contrario, invita a non rinnegare l’esperienza amorosa in ufficio e a viverla senza sensi di colpa. Anche perché porterebbe a lavorare meglio e ad essere più motivati e soddisfatti. Se è vero che “al cuor non si comanda”, è altrettanto vero che fare le giuste valutazioni può, però, metterci al riparo da sgradevoli conseguenze. Dividere gran parte della nostra giornata a stretto gomito col collega attraente e simpatico, può farci perdere la testa; ma prima di lanciarci in qualcosa di più serio, fermiamoci a pensare almeno un attimo. Ne vale veramente la pena? Saremo in grado di gestire la cosa? E se il flirt dovesse finire, riusciremo ad essere professionali con chi ci ha spezzato il cuore?
Impossibile, ovviamente, rispondere con fermezza. Solo l’esperienza diretta potrà, infatti, diradare le nebbie. A noi pare che, come ha spiegato il noto psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli: “Questo amore è come tutti gli altri: ha gli stessi limiti e le stesse potenzialità”. E dunque, esattamente come facciamo quando ci innamoriamo di qualcuno che non lavora con noi, non potremo che affidarci al nostro istinto e alla nostra indole. Nell’incertezza, c’è chi sceglierà di buttarsi e di seguire il cuore e chi, al contrario, deciderà di anteporgli la testa.
Ma quale flirt? E’ solo amicizia
E se, invece, il flirt al lavoro non esistesse, ma ci stesse comunque causando problemi? Gli ambienti di lavoro possono trasformarsi in luoghi “nocivi”, attraversati da dicerie più o meno malevole. L’intesa col collega potrebbe far pensare che il nostro rapporto non preveda solo una collaborazione professionale, ma si sia spinto oltre. Nel caso in cui questo non fosse vero, sarebbe opportuno fare un’attenta autocritica per capire se ci sono dei comportamenti da correggere. Partiamo col dire che appartarsi in luoghi isolati con un collega non è esattamente una buona mossa. Così come non lo è quella di prendersi troppe confidenze con lui. Per intenderci: ridere o toccarsi continuamente, evitando di relazionarsi con il resto della squadra sono abitudini che potrebbero indurre chiunque a fraintendere o a sospettare.
Cerchiamo di mantenere sempre un comportamento professionale e di tenere a freno la nostra esuberanza. La possibilità che il compagno di scrivania “linguacciuto” riferisca al nostro capo che ci intratteniamo un po’ troppo col nostro collega esiste eccome. E il suo resoconto potrebbe spingere il boss a predisporre il nostro allontanamento. O quello del nostro “collega del cuore”. Sia ben chiaro: se abbiamo avuto la fortuna di incontrare al lavoro una persona speciale, con cui riusciamo a parlare tranquillamente e a trascorrere piacevolmente il nostro tempo, la cosa non va certo stigmatizzata. Ma ricordiamoci che, per il nostro capo, siamo, prima di tutto, dei dipendenti: impegniamoci a portare a termine gli incarichi che ci ha assegnato e collaboriamo con tutti. Per coltivare l’amicizia nata in ufficio, basterà darsi appuntamento fuori.
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