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Come funziona la gestione separata Inps. Iscrizione ed aliquote 2020

Gestione separata Inps: a chi è rivolta, come funziona, come iscriversi, quando si potrà beneficiare

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Sei un lavoratore autonomo e hai appena aperto la partita Iva? Oppure sei un lavoratore cosiddetto ‘atipico‘ o parasubordinato? Saprai allora che per quanto riguarda i tuoi contributi, dovrai avvalerti della gestione separata INPS. Forse sai già di cosa si tratta, anche se in via sommaria, o forse non hai idea di come funzioni questo fondo pensionistico dell’Inps molto discusso. Questa guida ti aiuterà ad orientarti.

Cosa è la gestione separata INPS

Con il termine Gestione separata Inps viene identificato un fondo pensionistico istituito tramite la riforma Dini e finanziato mediante i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati. Lo scopo è infatti quello di assicurare una tutela previdenziale a tutte le categorie di lavoratori autonomi, anche i professionisti che non godono di una cassa previdenziale di riferimento. Pertanto, la gestione separata Inps vuole assicurare a questi soggetti prestazioni previdenziali come la pensione anticipata, quella supplementare, il supplemento di pensione, la pensione di vecchiaia e quella indiretta appannaggio dei superstiti degli iscritti deceduti prima di avere acquisito il diritto a quest’ultima.

Un po’ di storia

Si tratta di un istituzione che risale al 1995, quando fu emanata la legge numero 335. In sostanza la si può definire come un fondo pensionistico pensato per tutti quei lavoratori che non rientrano nelle categorie classiche (come i dipendenti). Il fondo si nutre dei versamenti degli stessi iscritti. Quindi, iscrivendoti alla gestione, con i contributi che verserai per te, andrai a sostenere la pensione di altri lavoratori come te oggi, per usufruire un domani dei versamenti di chi entrerà successivamente. In effetti il meccanismo di fondo è lo stesso della gestione classica. Quello che cambia è la tipologia dei contribuenti.

Essendo stata approvata con legge del 1995, l’entrata in vigore della misura è stata calcolata ovviamente al primo giorno utile dell’anno successivo, cioè il 1 gennaio del 1996.

Quindi, a decorrere da quella data, chiunque lavori abitualmente in modo autonomo e non sia iscritto ad altra cassa previdenziale (come gli avvocati o gli psicologi per esempio), così come i co.co.co. (coloro che lavorano con contratto di collaborazione coordinata e continuativa), e gli atipici, deve per legge iscriversi alla gestione separata. Successivamente a quella data, un dispositivo di legge ad hoc ha incluso tra la platea anche i beneficiari di borse di studio (come i ricercatori), i volontari del servizio civile e gli amministratori locali.

Chi può iscriversi alla gestione separata INPS

Ecco una breve lista delle principali categorie di lavoratori interessati:

  • persone con un contratto Co.co.co.
  • Venditori a domicilio
  • Spedizionieri doganali non dipendenti
  • Destinatari di assegni di ricerca o borse di studio per dottorati
  • Liberi professionisti che non siano iscritti ad altra cassa
  • Lavoratori occasionali che non superano una certa soglia di reddito nell’anno fissata a 5.000,00€

A chi è rivolta la gestione separata Inps

In maniera non obbligatoria, possono aderire alla Gestione separata Inps quei professionisti che svolgono attività di tipo occasionali che non superano un reddito annuo di 5.000 euro. Ma anche che non siano già tenuti a versare i contributi alla cassa previdenziale del proprio albo.

Sono invece obbligati ad iscriversi alla Gestione separata Inps queste categorie di soggetti:

  • I liberi professionisti per i quali non è prevista una cassa previdenziale specifica.
  • Coloro che esercitano una collaborazione coordinata e continuativa.
  • I lavoratori autonomi occasionali, il cui reddito imponibile abbia superato la soglia massima di 5.000 euro annui nell’anno solare.
  • Venditori a domicilio che godano però di un contratto di lavoro autonomo.
  • Quanti hanno beneficiato di borse di studio per frequentare dottorati.
  • Beneficiari di assegni di ricerca.
  • Medici che abbiano un contratto di formazione specialistica.
  • Volontari del Servizio Civile.

Come funziona Gestione separata Inps

Vediamo ora come versare i contributi in favore di questo fondo pensionistico, in base al proprio profilo.

I lavoratori autonomi

Devono provvedere da soli al versamento dei contributi. La cifra sulla quale verranno applicate le aliquote che l’INPS stabilisce ogni anno scaturisce dalla differenza fra i ricavi ed i costi deducibili derivanti dall’attività esercitata. I contributi dovranno essere versati mediante modello F24, con lo stesso meccanismo di acconto e saldo previsto per le imposte sui redditi.

Collaboratori coordinati e continuativi

I redditi dei lavoratori cosiddetti parasubordinati (cioè per la propria posizione contrattuale considerati a metà strada tra lavoratori autonomi e dipendenti), dal 2001 sono stati assimilati a quelli di lavoro dipendente. Pertanto beneficiano di tutti gli istituti tipici di questa tipologia contrattuale, incluse le modalità di definizione della base imponibile. I contributi graveranno per 2/3 a carico del committente e per il restante 1/3 a carico del collaboratore. Tuttavia, l’obbligo di versarli grava esclusivamente sul committente, che tratterrà in busta paga la quota a carico del collaboratore. Il versamento dovrà essere fatto tramite modello F24, con scadenza giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento del compenso.

Lavoratori autonomi occasionali

In questo caso sarà il committente a versare i contributi entro il 16 del mese successivo a quello di corresponsione del compenso. Qualora venisse superata la soglia dei cinquemila euro annui sommando più compensi nello stesso mese, ogni committente dovrà versare i contributi in proporzione alla propria parte.

gestione separata inps

Come iscriversi alla Gestione separata Inps

I lavoratori autonomi che vogliano o debbano iscriversi a questo fondo pensionistico, devono andare sul sito dell’Inps, nella sezione appositamente ad essa dedicata. Potranno farlo in 3 modalità diverse:

  • Pin: se non lo si possiede già, occorre farne richiesta sul sito stesso dell’Inps. La procedura prevede due fasi: una prima parte sarà data subito mentre una seconda sarà inviata per posta tradizionale.
  • SPID: è il sistema di accesso che consente di utilizzare, con un’identità digitale unica, i servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati accreditati. Se non si possiede ancora un’identità digitale, è possibile richiederla ad uno dei gestori Aruba, InfoCert, Poste Italiane, Sielte e TIM. Ognuno di essi offre diverse modalità per richiedere e ottenere SPID, così come differenti sono i tempi di rilascio dell’identità digitale.
  • Carta Nazionale dei Servizi o CNS: trattasi di una smart card o una chiavetta USB che contiene un “certificato digitale” di autenticazione personale, utile per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Con la CNS è possibile accedere ai servizi online per il cittadino o ad eventuali altri se abilitato dall’INPS.

Esempio pratico iscrizione

Hai cominciato la tua nuova attività che rientra in una delle categorie suddette. Entro il primo mese, quindi entro 30 giorni effettivi, devi reperire il cosiddetto modello SC04. Lo trovi collegandoti al sito dell’Inps e scaricandolo. Cliccando qui andrai direttamente al modello. Su questo modello dovrai indicare i tuoi dati anagrafici, il codice fiscale, quando hai iniziato esattamente a lavorare e che tipo di attività stai svolgendo.

A questo punto devi far pervenire il modulo all’Inps stesso, telematicamente o usufruendo del Contact Center Multicanale che trovi qui.

Naturalmente puoi anche fare tutto presso uno sportello fisico.
Dopodiché non ti resta che lavorare. Vediamo poi il passaggio successivo, e cioè il versamento dei contributi.

Contributi nella gestione separata INPS, come calcolarli e pagarli

Il calcolo dei contributi per chi è iscritto alla gestione separata può sembrare complesso, ma con un po’ di pazienza capirai bene come fare. Puoi farlo in autonomia oppure farti . seguire (i costi in questo caso non sono mai eccessivi) da un patronato Caf oppure da un commercialista, questo per evitare errori di cui poi ti si potrebbe chiedere conto. Tuttavia c’è da dire che sul sito dell’Inps è spiegato tutto molto chiaramente.

Innanzitutto i contributi non sono fissi ma vengono calcolati secondo precise percentuali rivalutate di anno in anno. Ciò significa che l’Inps, ogni anno, comunica le percentuali da prendere a riferimento per quell’anno specifico partendo dalla base imponibile, e lo fa con una circolare.
Non solo: i contributi, e quindi la percentuale applicabile, vengono stabiliti all’interno di due limiti di reddito, che sono:

  • il minimale
  • il massimale

Esempio di calcolo contributi gestione separata

Prima di perderti nei calcoli, segui questo semplice esempio:
sei un libero professionista non iscritto ad altra cassa. L’aliquota dei contributi che devi versare fissata dall’Inps per l’anno in corso è del 25%. Il reddito massimo stabilito è di 100.000,00€, mentre il minimo per l’anno in corso è stabilito in 15.000,00€. Significa che il contributo minimo annuo da tener presente è il 25% del reddito stesso compreso tra quelle due cifre. Quindi se hai guadagnato 20.000,00€, il 25% del guadagno è di 5.000,00€.

Pagamento dei contributi

I contributi della gestione separata possono essere interamente versati da te oppure ripartiti. Se sei un collaboratore ti trovi nella situazione in cui c’è un committente per il quale presti servizio. In questo caso i contributi sono ripartiti.

Tu dovrai versare un terzo della somma e il committente i due terzi.
Il committente ti detrae la somma dalla busta paga, e poi lui, con apposito modello F24, verserà l’intera somma. Ricorda di verificare che il committente, così come avviene per le normali ritenute d’acconto, versi il modello alla scadenza prevista, e cioè al 16 del mese successivo a quello in cui ti ha pagato. Se sei stato pagato in gennaio, il committente dovrà versare la somma con F24 al 16 febbraio.

Se invece sei un libero professionista, il discorso cambia. Sei tenuto tu, in prima persona, a versare l’intera somma dovuta. È un po’ come se tu fossi il committente di te stesso. In questo caso cambia la modalità ma anche le scadenze.

Dovrai compilare l’apposito modello F24 e versare la somma.
Le scadenze fissate per i versamenti in questi caso sono stabilite al:

  • 30 giugno: a questa data dovrai pagare il saldo per l’anno precedente e versare il primo acconto dell’anno in corso
  • 30 novembre: a questa data dovrai pagare il secondo acconto dell’anno in corso

Se sei un libero professionista e per qualunque motivo salti la rata, puoi compensare al mese successivo con una piccola somma. Cerca sempre di non fare errori, perché la cosa importante da chiarire è che i contributi sono i tuoi e vanno a vantaggio del tuo futuro. L’ultima cosa da chiarire è che in questa forma di gestione separata, pagherai i contributi solo in base a quanto hai di fatto guadagnato nell’anno d’imposta di riferimento. I tuoi contributi saranno poi accreditati sul tuo estratto conto che puoi sempre consultare nel tuo account Inps.

Aliquote 2019 / 2020 gestione separata

L’INPS pubblica ogni anno, con apposita circolare, le aliquote con le quali gli iscritti alla gestione separata possono calcolare quanto devono pagare in base al reddito e al minimale e massimale.
Per il 2019 ad esempio l’Inps ha emanato la circolare del 6 febbraio numero 19 (pubblicheremo appena comunicate quelle per il 2020). Cosa riporta questa circolare?
Intanto un’aliquota che è specifica per ogni tipologia di iscritto, e cioè:

Aliquota per non assicurati con altre forme pensionistiche a cui si applica la Dis-Coll

per questa tipologia di soggetti l’aliquota è del 34,23%. Si ricorda che la ‘Dis-Coll‘ è un incremento dell’aliquota per finanziare l’indennità di disoccupazione stabilita dal Jobs Act;

Non assicurati con altre forme pensionistiche a cui non si applica la Dis-Coll

in questo caso l’aliquota scende al 33,72%;

Pensionati o chi ha altra tutela pensionistica obbligatoria

in questo caso l’aliquota è del 24%;

Liberi professionisti senza cassa

in questo caso l’aliquota è del 25,72%.

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