L’Anief minaccia di adire le vie legali, se la situazione non si sbloccherà entro i prossimi giorni. Mentre la politica sembra non curarsi affatto del “dramma” dei supplenti senza paga.
Immaginate di essere un insegnante precario costretto a viaggiare ogni giorno per raggiungere l’istituto in cui siete riusciti a racimolare qualche ora di supplenza. E immaginate che il vostro lavoro e gli sforzi che fate per svolgerlo non venga retribuito da tre mesi. E’ questa la situazione in cui si trovano (con sfumature diverse) circa 30 mila insegnanti precari che dal primo settembre non percepiscono lo stipendio. I sindacati sono già sul piede di guerra e preannunciano azioni legali, se la situazione non dovesse sbloccarsi entro tempi strettissimi. E mentre i precari senza stipendio incassano la solidarietà dei colleghi e della gente comune (su Internet sono state aperte delle petizioni), della loro sofferenza non si fa minimo accenno nei dibattiti parlamentari.
Ma cosa ha causato il ritardo dei pagamenti? Venirne a capo non è semplicissimo. Sul banco degli imputati siedono sia il ministero dell’Istruzione che quello dell’Economia che si rimpallano le responsabilità. Secondo alcuni, alla base del “disguido”, ci sarebbe un calcolo sbagliato dei tecnici del Mef che si sarebbe tradotto nella momentanea indisponibilità di fondi. Tanto quanto basta a far infuriare i diretti interessati e i sindacati che hanno posto un vero e proprio ultimatum. La deadline è stata fissata per il 20 dicembre, data oltre la quale – hanno annunciato dall’Anief – partiranno una serie di contenziosi destinati a intasare i tribunali italiani. “A questo punto – ha detto il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – intervenga immediatamente il Governo, il premier Matteo Renzi, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: cerchino di evitare, nel brevissimo tempo, un contenzioso già scontato nel suo esito. Perché questo modo di procedere è in palese violazione dell’articolo 36 della Costituzione”.
Se l’allarme lanciato dall’Anief dovesse rimanere inascoltato, la stessa associazione ha invitato gli insegnanti precari senza stipendio a rivolgersi ai loro sindacati per ricevere tutte le istruzioni utili a presentare un decreto ingiuntivo al Giudice del Lavoro. Gli arretrati dei supplenti gridano vendetta e, secondo le sigle sindacali, il tempo della tolleranza è scaduto.
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