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Istat: fatturato crolla nel 2012, in un anno meno 9,2%

Il 2012 si sta rivelando un anno nero in tutti i sensi. Il fatturato industriale in un anno è letteralmente crollato, facendo segnare una diminuzione del 9,2% nel periodo dicembre 2011-2012 (il dato si riferisce al mercato interno). I dati sono quelli corretti per gli effetti di calendario (19 giorni lavorati nel dicembre 2011, contro …

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Il 2012 si sta rivelando un anno nero in tutti i sensi. Il fatturato industriale in un anno è letteralmente crollato, facendo segnare una diminuzione del 9,2% nel periodo dicembre 2011-2012 (il dato si riferisce al mercato interno). I dati sono quelli corretti per gli effetti di calendario (19 giorni lavorati nel dicembre 2011, contro i 20 del 2012). Ciò è indicativo anche del crollo dei consumi e di una sostanziale situazione di criticità dell’economia reale italiana. Il mercato delle esportazioni invece ha retto abbastanza bene, registrando nello stesso periodo una flessione molto leggera (-0,5%). A livello tendenziale il fatturato totale è infatti diminuito del 6,3%. Se invece si prendono come riferimento i due anni 2011 e 2012, il calo è stato del 4,3%.

Ci sono però settori in cui il fatturato, nonostante tutto, è cresciuto. Il caso più eclatante è quello riguardante il settore “della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi”, che ha fatto registrare un  incremento del 25,1%. Sostanzialmente, nel 2012,  è aumentato di un quarto rispetto al 2011. Al contrario il settore manifatturiero, ha subìto un decremento del fatturato del 18,7%.

Lo stesso discorso può essere fatto prendendo in considerazione l’indice grezzo degli ordinativi che, sul mercato interno, sono calati in un anno del 15,3%, registrando però un incremento dell’11,4% nel settore della “fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche”. Crollo drastico invece, per quanto riguarda gli ordinativi nel settore dei prodotti farmaceutici di base e  dei preparati. Il calo, in questo caso è stato del 26%. E’ chiaro che, un minore fatturato industriale (e un più basso numero di ordinativi) è indice di una minore domanda di beni (anche se quest’ultima non è l’unica causa), quindi di un calo dei consumi, che a sua volta può portare alla perdita di posti di lavoro.

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