Assistente Sociale: cosa fa e come diventarlo non facendosi sfuggire tutte le opportunità lavorative del settore. Requisiti, mansioni, responsabilità e percorso di studi universitario.
Quello che fa un Assistente Sociale, tutti i giorni, è rapportarsi ed entrare in contatto con realtà e/o persone complesse, non sempre facili da gestire, soprattutto se non si hanno le giuste conoscenze e competenze. Avere una preparazione di base adeguata, agire con consapevolezza e conoscere bene i propri ambiti di azione, pertanto, sono tutti requisiti indispensabili per chi punta a fare questo mestiere. A partire dall’analisi del ruolo degli Assistenti Sociali, quindi, proveremo oggi a definire meglio le loro responsabilità, le loro competenze e, in fine, anche le opportunità di lavoro in questo settore.
Indice
Gli Assistenti Sociali, proprio come accennato brevemente sopra, sono chiamati a svolgere un preciso ruolo all’interno di strutture (pubbliche e non) che, generalmente, si occupano della tutela socio – sanitaria dei soggetti affidati alle loro cure. Questo, dunque, vuol dire che malati, categorie a rischio e/o persone affette da particolari patologie psichiche o fisiche sono i soggetti con cui gli Assistenti Sociali interagiscono quotidianamente e ai quali, di conseguenza, deve sempre essere garantito un determinato servizio di assistenza (sociale, fisica e psichica). La tutela socio – sanitaria, come è facile intuire dal nome stesso, abbraccia infatti diversi ambiti. Ospedali, cliniche private, strutture ospitanti minori, centri di accoglienza sono tutti Enti in cui solitamente è richiesto l’intervento di un assistente sociale. Ogni realtà, però, ha regole ben precise da rispettare e una propria organizzazione amministrativa e strutturale. Un professionista che opera nell’ambito dell’assistenza, per questo motivo, deve essere prima di tutto una persona in grado di sapersi adattare e di spendersi bene in ogni situazione. Tant’è vero che, oggi, un Assistente Sociale è prima di tutto un:
Assistente Sociale Collaboratore
Questo ruolo, di fatto, permette al professionista di collaborare con più strutture. Come libero professionista, infatti, un Assistente Sociale potrà organizzare autonomamente la propria attività e, quindi, lavorare per più enti nello stesso periodo (che sia un mese, un anno o di più poco importa). Stessa cosa, ovviamente, potrà fare anche come lavoratore dipendente. Nulla vieta infatti ad un Assistente Sociale, assunto part – time in una struttura, di svolgere nel tempo in cui non presta servizio la libera professione e/o di collaborare con altre realtà. In ogni caso, sia come lavoratore autonomo che come lavoratore subordinato, è importante che lo sesso non agisca mai in conflitto di interessi e che il tempo e le energie dedicate ad un progetto non pregiudichino mai tutti gli altri in corso. L’inquadramento o contrattuale (come libero professionista, collaboratore occasionale o dipendente) cambierà da caso a caso e, ovviamente, dipenderà da ciò che legge e normativa fiscale imporranno di volta in volta al singolo;
Assistente Sociale Coordinatore
Ad un Assistente Sociale specializzato può essere affidato il coordinamento di uno o più servizi socio – sanitari. Quest’ultimo, quindi, sarà responsabile della gestione (amministrativa, strutturale, finanziaria etc.), dell’operato delle persone che lui ha organizzato e, in fine, anche di eventuali conseguenze negative se e qualora si dovessero verificare dei problemi. Un Assistente Sociale Coordinatore, inoltre, dovrà farsi promotore di progetti e iniziative indirizzate al recupero psico – fisico dei pazienti a lui affidati e, quindi, occuparsi anche della loro eventuale integrazione. Il suo, pertanto, sarà a tutti gli effetti il ruolo di un dirigente;
Assistente Sociale del Lavoro
L’azione di tutela è solo una parte del lavoro svolto da un Assistente Sociale. Quello che un bravo professionista fa, infatti, è occuparsi anche del recupero delle persone che segue. Si tratta, come accennato sopra, di categorie disagiate che, per un handicap fisico o mentale o per una situazione personale particolarmente complicata, fanno fatica ad inserirsi all’interno del contesto sociale dove vivono. Quando, per esempio, un assistente è chiamato a lavorare con ex tossicodipendenti, alcolisti o ospiti di case famiglia (minori e non) è ovvio che, per favorire la loro integrazione nella collettività, si dovrà occupare pure del loro avviamento nel mondo del lavoro. Per questo motivo, quando si parla di Assistenti Sociali, spesso ci si riferisce a loro usando anche la definizione di Assistenti Sociali del Lavoro.
Assistente Sociale Familiare
Il lavoro svolto da un assistente sociale è anche, e soprattutto, un lavoro di intermediazione tra soggetti affidati al loro controllo, tra famiglie coinvolte ed Enti Pubblici. Un Assistente Sociale Familiare, dunque, è colui che si mette a disposizione delle famiglie e, allo stesso tempo, degli organi di vigilanza che lo hanno chiamato ad intervenire. Quando vi è una situazione di disagio, una denuncia (interna o esterna poco importa) oppure, semplicemente, una richiesta di aiuto, questi professionisti diventano infatti le prime persone a cui rivolgersi per cercare di risolvere i problemi insorti. E questo, ovviamente, vale per le Strutture governative tanto quanto per i privati.
Assistente Sociale Medico-Ospedaliero
In ambito medico – ospedaliero, sia che si tratti di enti pubblici o privati accreditati dal Servizio Sanitario Nazionale, l’intervento dell’Assistente Sociale è richiesto principalmente nei servizi riabilitativi (come quelli per la salute mentale, per la cura delle dipendenze patologiche), nei consultori familiari e all’interno di strutture per anziani e/o disabili. In questi casi l’Assistente Sociale Medico-Ospedaliero farà a tutti gli effetti parte dell’equipe sanitaria e, quindi, deciderà e sarà responsabile della terapia di riabilitazione che verrà prescritta o somministrata direttamente il loco al paziente. Il suo compito, in concomitanza con il ricovero, sarà quello di occuparsi della riabilitazione, della tutela e del reintegro sociale del soggetto in cura, prestando assistenza e supporto nell’ambito di quelle che sono le sue competenze.
Assistente Sociale Medico-Psico-Pedagogico e Assistente Sociale per Minori
Il trovarsi spesso a contatto con minori (affetti da particolari handicap e/o viventi in una situazione di disagio) mette un Assistente Sociale nella posizione di doversi preparare e aggiornarsi costantemente sia dal punto di vista medico che da quello psico – pedagogico. Negli ospedali tanto quanto nelle strutture di accoglienza e/o cliniche private, infatti, la sua figura sarà chiamata ad entrare in gioco tutte le volte in cui un minore di età necessiterà di assistenza e aiuto. Più si dimostra preparato in questo senso e più saranno dunque le possibilità di successo per lui e per il paziente. Un buon lavoro, e questo vale per tutti i professionisti e non solo per gli Assistenti Sociali, favorirà la crescita lavorativa e, quindi, anche le opportunità di carriera.
Assistente Sociale Psichiatrico
Gli Assistenti Sociali possono anche prestare il loro servizio all’interno di centri psichiatrici. La cura di una malattia mentale, infatti, va ben oltre la prescrizione medica e coinvolge anche tutti quei piccoli problemi di vita quotidiana che possono e devono essere superati dal paziente. Con il giusto supporto, infatti, chi soffre di disturbi psichiatrici imparerà a rapportarsi con l’ambiente sociale che lo circonda. Riconosciuto il problema e accettata la cura, dunque, il passo successivo sarà quello di cercare di rendere autonomo e aperto al confronto con la realtà il malato, ed è a questo punto che entrerà in gioco l’Assistente Sociale Psichiatrico.
Assistenti Sociali: principali mansioni e responsabilità
Inquadrata bene la figura degli Assistenti Sociali non ci resta che capire, come diretta conseguenza, quali sono le responsabilità e le mansioni che ad assi fanno capo. Un Assistente Sociale, generalmente, si occupa di:
- Fornire assistenza all’interno di comunità particolari e famiglie che ad esso vengono segnalate. Il suo compito principale, in questo caso, è quello di analizzare la situazione sociale posta alla sua supervisione, investigare su eventuali abusi o condizioni disagiate e fornire una documentazione adeguata e in grado di provare le conclusioni a cui è arrivato. Eventuali violenze domestiche, abusi su minori e problematiche di vario genere, quindi, potranno e dovranno essere portati a galla e denunciati solo dopo colloqui mirati, ricerche specifiche e indagini serie. Gli ambiti d’azione di un Assistente Sociale sono sempre molto complessi e problematici. Il suo intervento, pertanto, non può e non deve essere lasciato al caso.
- Affiancare con il suo operato psicologi, psichiatri, infermieri e tutto il personale medico operante nella struttura dove è stato richiesto il suo intervento. Negli Ospedali così come nelle cliniche private e nei centri di cura psichiatrici i pazienti con problematiche di natura fisica o mentale vengono seguiti anche dagli Assistenti Sociali. In questi casi, dunque, il lavoro dell’Assistente accompagna, e tal volta integra, quello stesso dell’equipe medica. L’obiettivo, ovviamente, è quello di favorire la ripresa del malato a 360° e di guarirlo non solo fisicamente ma anche psicologicamente e umanamente, rendendo prima di tutto meno problematico il suo inserimento all’interno del contesto sociale che lo circonda.
- Realizzare processi di aiuto e prescrivere i trattamenti necessari per il recupero e il reintegro sociale dei pazienti. È diretta responsabilità dell’Assistente Sociale individuare e promuovere dei precisi interventi di aiuto ai propri pazienti. L’assistenza, infatti, non è un’attività che si limita ad identificare il problema, ma deve anche mostrare al soggetto disagiato la strada per il recupero totale. Il supporto giusto, quindi, è quello che accompagna l’assistito (e a volte anche la sua famiglia e/o i suoi cari) lungo tutto un percorso studiato ad hoc, durante e dopo il quale si punterà sempre a trovare una propria dimensione e, a partire da quella, il proprio equilibrio.
Chi aspira a lavorare come Assistente Sociale deve, prima di tutto, acquisire (a livello teorico e poi pratico) quelle che sono considerate le conoscenze e le competente basi di questa professione. Tutto questo, ovviamente, è possibile solo seguendo un adeguato percorso di formazione che, dopo le Scuole Superiori, deve continuare all’Università. Un diploma universitario, una laurea triennale, specialistica o magistrale, inoltre, sono anche titoli indispensabili per l’iscrizione all’Albo Professionale degli Assistenti Sociali, senza i quali, di fatto, sarebbe impossibile esercitare questa professione. Un Assistente Sociale che non è iscritto al relativo Albo Professionale Regionale e presta comunque il suo servizio, infatti, lo fa in maniera illegittima. Riassumendo, quindi, il percorso consigliato (e per certi versi imposto) a chi vuole fare questo mestiere è il seguente:
- diploma di scuola secondaria superiore (meglio se di liceo psico-pedagogico);
- Laurea triennale o magistrale in Servizi Sociali;
- Iscrizione all’Albo Professionale degli Assistenti Sociali (cui requisiti e modalità di registrazione sono di volta in volta specificati dagli Ordini Regionali sparsi su tutto il territorio nazionale).
Ai titoli accademici e le qualifiche appena elencate, inoltre, si devono aggiungere tanti altri requisiti di natura personale che, normalmente, non dovrebbero mai essere sottovalutati. Un Assistente Sociale bravo e capace, in particolare, deve:
- dimostrare empatia e sensibilità;
- avere forti capacità di raziocinio;
- mostrare mente fredda e abilità di giudizio imparziali.
Queste, di fatto, sono tutte qualità importantissime per chi aspira a fare bene questo mestiere, tanto quanto un titolo di studio.
Stipendio Assistenti Sociali
Come dipendente pubblico un Assistente Sociale assunto a tempo pieno percepisce uno stipendio pari a circa 1.200 euro mensili. La retribuzione, però, è destinata ad aumentare se e qualora al lavoratore vengono aggiunte indennità mensili (di ferie o malattia per esempio) o altre deduzioni e detrazioni (come quelli dei familiari a carico) a lui spettanti di diritto. Gli Assistenti Sociali, inoltre, possono anche essere promossi a coordinatori di un progetto o di un reparto e, quindi, fare carriera come dirigenti. In questo caso, ovviamente, lo stipendio riconosciuto agli stessi aumenterà proporzionalmente alle responsabilità del ruolo ricoperto (fino ad arrivare a superare anche i 2.000 euro). Discorso a parte, invece, va fatto per liberi professionisti che collaborano con le strutture private e con gli enti accreditati. In questo caso, infatti, il compenso percepito sarà corrispondente al tipo di inquadramento e alle ore di servizio prestate che, comunque, devono sempre essere ben definite nell’accordo di collaborazione.
Le opportunità lavorative come assistente sociale sono tante e diverse e, generalmente, riconoscono tante possibilità di inserimento ai professionisti del settore. Ad oggi, però, è possibile fare una grande distinzione in questo senso, ovvero: quella tra pubblico e privato. Chi aspira a lavorare come Assistente Sociale nel settore pubblico, ovviamente, deve aspettare l’indizione di un apposito bando di concorso, sperare di avere tutti i requisiti richiesti per partecipare alla selezione, riuscire a superare tutte le prove psico-attitudinali previste e, alla fine, essere assunto. Nel settore privato, invece, per iniziare a lavorare è necessario muoversi un po’ come in tutti gli altri settori.
Quello che bisogna fare, dunque, è: farsi conoscere dalle cooperative e le associazioni operanti all’interno del sistema di assistenza, consegnare personalmente il proprio curriculum a centri di accoglienza e strutture specializzate, inviare la propria candidatura (spontaneamente o in risposta ad un annuncio di lavoro). In quest’ultimo caso, nello specifico, basta digitare su qualsiasi motore di ricerca “lavoro assistenti sociali” per ritrovarsi davanti tutte le posizioni aperta al momento della ricerca. In ogni caso, comunque, bisogna muoversi con cognizione di causa, agire concretamente e mettersi alla prova, cercando di non rimanere mai indietro e proponendosi sempre con entusiasmo e grande voglia di fare.
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