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Lotterie di Stato: perché vincere 200 milioni di euro?

Ridiscutere l’entità delle cifre e della loro redistribuzione di Superenalotto e Gratta e Vinci potrebbe essere una buona idea?

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L’ultima cifra record del Superenalotto si è avvicinata molto ai 210 milioni di euro, una cosa da milionario industriale di alto livello. Viene da chiedersi, perché? Certo, li vincesse chi scrive mica gli dispiacerebbero, ma per quale ragione mettere in palio una cifra così alta da rischiare addirittura di far impazzire il vincitore? Provate a pensare alla vostra vita normale casa-lavoro-casa-lavoro, sconvolta da un’entità di soldi difficilmente immaginabile (e quindi gestibile) dalla maggior parte delle persone. Ma qual è il problema direte voi? Il problema è: perché non redistribuire tutta quella ricchezza in premi molto più bassi ma molto più frequenti? Una jackpot che fa piovere 10 milioni di euro sul conto corrente non basta (per fare un esempio)?

Lotterie di Stato

Stiamo parlando di 10 milioni di euro, una cifra grazie alla quale non serve più lavorare, mai più, tantomeno di cercarlo un lavoro. Perché non fare tante vincite così o anche minori? Cosa impedisce lo spalmare lo stesso piatto in modo diverso e più equo? Se è vero che l’attrazione del gioco è forse un po’ minore, è pur vero che con tutta probabilità si tratterebbe di un effetto del tutto temporaneo, dovuto alla delusione, chiamiamola così, di non poter più agguantare cifre record inarrivabili dai comuni mortali. Ma i comuni mortali restano tali sia coi soldi che senza, di conseguenza ad un certo punto di abituerebbero all’idea di vincere (nel caso) di meno, ma comunque tantissimo.

Di meno per più persone

Lo stesso discorso lo si può fare con il Gratta e Vinci. Con un Gratta e Vinci da tre euro si possono portare a casa 200.000 euro. Non si diventa milionari, ma ci si può comprare una casa. Non basta? Con tutti gli altri tipi di Gratta e Vinci il discorso è lo stesso. Basterebbe redistribuire la stessa ricchezza anche alzando la quantità dei piccoli premi, quelli da 10-20-50 euro. Per capire il ragionamento nel profondo bisogna pensare alla probabilità di vittoria in caso di vincita milionaria. Tale probabilità è ovviamente così bassa che la spesa per provare a vincere dovrebbe essere altissima per avere comunque pochissime possibilità. E’ pur vero che si può vincere tutto anche con pochi spiccioli, ma si tratta di casi limite, che comunque non sono la normalità. Non lo possono essere.

Ricapitoliamo: se sul piatto ci sono gli stessi soldi, non si capisce perché non abbassare le vincite ma aumentare i vincitori. Sia dal punto di vista dei premi milionari sia dal punto di vista di quelli normali. Perché 10 persone devono vincere 1000 euro quando 100 possono vincerne 100? Per molti 100 euro è una bolletta pagata o una spesa imprevista che si è “magicamente” risolta. Parlando dei premi milionari il discorso si fa ancora più profondo: Perché una persona sola deve vincere 210 milioni di euro e non 10 persone 21 milioni? O 100 persone 2,1 milioni (ci stiamo rifacendo ad uno degli ultimi casi del Superenalotto, le cifre potrebbero essere completamente differenti, ma il senso resta lo stesso).

Sarebbe forse il caso di discuterne? Potrebbe essere un’idea accettabile e accettata nel medio periodo? Ci sarebbe certo da intavolare una grossa discussione su come eventualmente suddividere nuovamente le cifre. Inoltre, c’è da dire che una grossa resistenza a questo cambiamento, come detto, la fa la voglia delle persone di vincere cifre strabilianti, stratosferiche, immense, inimmaginabili per chiunque altro. Ma è chiaro che si tratta di un sogno o poco più, perché certo la possibilità di vincere resta, pur bassissima, ma resta. E invece sarebbe carino avere anche molte più soddisfazioni più piccole, a livello di cifre che variano tra i 50 e i 1000 euro, ma caratterizzate da una probabilità molto più alta di vincerle. Bisogna pensare che le vite delle persone normali sono “fatte” di quel tipo di cifre e non dei montepremi tanto milionari quanto improbabili.

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