E se i musei e i siti archeologi della Sicilia rimanessero chiusi di domenica? Il danno economico, oltre che d’immagine, sarebbe non di poco conto: ne è convinto Gianni Borrelli della segreteria regionale della Uil. L’ultima storia che arriva dalla Trinacria sembra profilare nuove “ombre” sul governo Crocetta che, a causa della congenita mancanza di fondi pubblici, pare abbia scelto di “sacrificare” i siti culturali, in un periodo che (tra l’altro) dovrebbe attirare nell’isola un numero importante di turisti e visitatori. Ma l’assessore alla Cultura, Carlo Vermiglio, smentisce: “A Pasqua – ha assicurato – i nostri siti resteranno aperti“.
A scatenare il caso è stata una circolare diramata dal dipartimento dei Beni Culturali della Regione Sicilia che ha invitato i responsabili dei musei e dei siti archeologici a non utilizzare il personale della Sas (acronimo di Servizi Ausiliari Sicilia) la domenica e nei giorni festivi. Perché? Perché i fondi necessari a garantire il pagamento delle turnazioni e degli straordinari non ci sono. La Sas è una società consortile, partecipata all’82% dalla Regione Sicilia, che dà lavoro a 420 dipendenti. I quali sono impiegati nei più diversi settori: c’è chi si occupa della gestione di servizi di supporto socio-sanitario e chi della gestione di servizi ambientali. Chi si occupa di libri e archivi in ambito bibliotecario e chi di manutenzione o di magazzinaggio. E c’è chi è addetto ai servizi di “portierato e/o uscierato” e ai servizi di custodia e vigilanza. Si tratta, in parole semplici, dei custodi e dei guardiani dei siti culturali che la Regione Sicilia non è in grado di pagare in orario extra. E per i quali ha dunque chiesto la sospensione del servizio di domenica e nei giorni festivi.
Da qui l’allarme lanciato da Gianni Borrelli: “In Sicilia, da domenica prossima – ha dichiarato il sindacalista – tutti i musei e i parchi archeologici resteranno chiusi quindi niente visite per la domenica delle Palme, Pasqua e Pasquetta. Colpa dei tagli applicati nella manovra economica che ha penalizzato la Sas, società partecipata che conta 420 lavoratori, addetti alla custodia e alla fruizione dei beni culturali dell’isola. Una circolare regionale impone a tutti i siti museali di sospendere le turnazioni e l’utilizzo del personale Sas nei giorni festivi. Ciò significa che cittadini e turisti – ha rimarcato Borrelli – dovranno rinunciare a gite e visite. Un danno economico e d’immagine per l’isola che si ripete ogni anno. Per evitarlo basterebbero circa 800 mila euro”.
Ma è davvero così? La regione che dovrebbe fare del turismo il suo perno economico paventa veramente di chiudere i cancelli dei musei dei siti archeologici a Pasqua? Secondo l’assessore alla Cultura, Carlo Vermiglio, no. “Domattina (Oggi per chi legge, ndr) incontrerò il presidente della Sas e martedì prossimo i sindacati – ha annunciato – Ma di una cosa sono certo: a Pasqua, i nostri siti della cultura resteranno aperti. Nell’imminenza della trattazione del bilancio, avevamo già evidenziato all’Economia l’insufficienza delle risorse per potere pagare la turnazione del personale di custodia della società Sas e la conseguente necessità di provvedere ad operare le opportune modifiche. Reitererò tale richiesta alla prima riunione utile della giunta di Governo. Occorrerà un impegno concreto per evitare che il problema si riproponga e nel frattempo – ha aggiunto l’assessore – richiederò a tutti i protagonisti della vicenda un atto di responsabilità. Chiudere a Pasqua i nostri musei sarebbe stato un fallimento per tutti”.
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