La Legge di Bilancio 2020 si avvicina all’approvazione del testo definitivo. Non dovrebbero esserci ulteriori modifiche dell’ultima ora, considerando anche il fatto che i tempi stringono. La Legge contiene novità per quanto riguarda la delicata questione sulle pensioni, con nuove formule, proroghe e conferme.
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Legge di Bilancio 2020, ecco cosa cambia in riferimento alle pensioni
Il testo definitivo della Legge di Bilancio 2020 sta per essere approvato in maniera definitiva, infatti, finirà il suo iter, tornando alla Camera senza ulteriori modifiche. Si tratta di uno dei documenti più importanti, con cui si pianifica la vita e le scelte economiche del nostro Paese per i prossimi anni. Documento che richiama l’attenzione non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa. Il testo contiene una serie di novità, proroghe e conferme per quanto riguarda le misure sulla delicata realtà delle pensioni. Vediamo di seguito quelle che sono le principali novità nel settore previdenziale, che andranno a caratterizzare il 2020. Dalla pensione di vecchiaia a Quota 100, passando per Opzione Donna ed Ape Social ecco le cose che i contribuenti devono conoscere per il prossimo anno ormai è alle porte.
I requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia non cambiano
Importante questione per quanto riguarda l’età anagrafica che permette e permetterà nel corso dei prossimi anni di accedere alla pensione di vecchiaia. L’età pensionabile non cambia per il 2020-2021, restando fissata a 67 anni. Infatti, secondo i dati elaborati dall’Istat relativi alla speranza di vita, in base alla quale si rivede l’età per accedere alla pensione, tale speranza non è sufficiente per andare a modificare i requisiti di accesso. Questo porta tutto a rimanere invariato, almeno per quanto riguarda l’età anagrafica dei contribuenti, per poter accedere alla pensione di vecchiaia e godersi nel pieno del merito il ritiro dal mondo del lavoro.
La proroga di Opzione Donna
Altra novità riguarda la proroga anche per il prossimo anno, della misura a favore del pensionamento anticipato delle donne, ossia Opzione donna. Fino ad ora, potevano beneficiare di questa misura pensionistica, le donne che entro il 31 dicembre 2018 avevano maturato almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età anagrafica, per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le lavoratrici autonome. La misura è stata prorogata per il prossimo anno, e potranno accedervi le donne che maturano i contributi dovuti entro il 31 dicembre 2019. Tuttavia le lavoratrici che accederanno ad Opzione donna, dovranno aspettare una finestra di 12 mesi per l’inizio della pensione, e di 18 mesi nel caso di lavoratrici autonome. In parole povere, accedere a questa misura significa andare in pensione prima, ma anche ricevere un assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo, che vuol dire perdere circa il 25-30%.
Quota 100 anche per il 2020 e 2021
Sembra confermata ormai l’opzione di pensionamento con Quota 100 anche per il 2020 ed il 2021, andando così a terminare il periodo di sperimentazione previsto all’inizio. Questa misura prevede di andare in pensione anticipata, a 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Con il maxiemendamento del 16 dicembre è arrivata una novità, ossia la previsione di 300 milioni di risparmi per il 2020, che si sommano al’1,7 miliardi di euro calcolati dal Def. Cosa succederà alla fine degli anni di sperimentazione di Quota 100? Molto probabilmente si farà spazio a quota 41, la misura sulle pensioni che manderà tutti in pensione con 41 anni di contributi versati, il tutto indipendentemente dall’età anagrafica.
Ricordiamo che oggi, per andare in pensione con 41 anni di contributi, senza tener conto dell’età anagrafica, bisogna soddisfare determinati requisiti, come: essere lavoratori precoci e far parte di una categoria svantaggiata, essere disoccupati, invalidi al 74% ecc.
Pensione di Cittadinanza ed Ape Sociale
Anche la Pensione di Cittadinanza è stata confermata per il prossimo anno. Per chi non lo sapesse, si tratta della versione del Reddito di Cittadinanza per gli over 67 anni. Possono beneficiare della misura i nuclei familiari esclusivamente formati da uno o più componenti di età pari o superiore i 67 anni. Arriva anche la conferma per il prossimo anno della misura denominata Ape Sociale, a cui possono accedere i lavoratori con almeno 63 anni di età anagrafica e 30 di contributi versati. Gli anni di contributi diventano 36 nel caso in cui i lavoratori siano impegnati in attività di carattere gravoso.
La rivalutazione degli assegni pensionistici
Altra importante novità in arrivo, riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici e del loro importo, in base all’andamento stesso dell’inflazione. A poter beneficiare di questa rivalutazione, che porterà degli aumenti degli assegni pensionistici, saranno non solo le pensioni dirette, ma anche le pensioni sociali, le pensioni di invalidità ed inabilità, gli assegni, le pensioni ai superstiti. Per essere più precisi, le pensioni da 3 a 4 volte il trattamento minimo, godranno e beneficeranno del 100% della rivalutazione. Per quanto riguarda le pensioni più alte, queste saranno rivalutate con il meccanismo che tiene conto dell’adeguamento al costo della vita, compreso tra il 40 ed il 100% dell’inflazione. Resta il taglio per le pensioni d’oro anche il prossimo anno.
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