La Costituzione interviene sul tema dell’equità e della giustizia economica della paga oraria: 4,40 euro (lordi) l’ora son troppo pochi.
Se qualcuno vi paga quattro euro e mezzo l’ora, sta violando la costituzione. E anche se tale paga è contrattualizzata e condivisa. A sostenerlo è una recente pronuncia del Tribunale del lavoro, che con tale sentenza ha pertanto superato il livello retributivo presente in contratto, conferendo una maggiore giustizia ed equità economica al dipendente che ha fatto causa. Vediamo insieme le caratteristiche della fattispecie, e come si è giunti a tale importante affermazione.
La vicenda riguarda un dipendente, guardia giurata, di una società di servizi, in impiego presso un istituto bancario di Torino, con stipendio inizialmente fissato in 1.243 euro lordi al mese. Dopo due anni di lavoro, l’appalto della banca passa in mano ad altra azienda, che aveva mantenuto il posto di lavoro del dipendente conducendo lo stipendio a 1.300 euro al mese. Dopo altri due anni, un altro cambio di appalto e di stipendio, questa volta al ribasso, per 1.049 euro al mese e quattro mesi di scadenza. Al termine di tale periodo, il contratto viene sostituito in favore di quello dei Servizi Fiduciari, con retribuzione da 715 euro (sempre lordi) al mese. Ovvero, 4,40 euro lordi l’ora, o 3,30 euro netti.
La situazione del dipendente, dunque, peggiora visibilmente. E, stanco di quella che a suo modo di vedere era un’ingiustizia, decide di rivolgersi a un legale particolarmente noto per le cause in tema. Al termine del dibattimento, i giudici finiscono con il dare ragione al lavoratore. Nella pronuncia si legge infatti come “una retribuzione che prevede una paga oraria di 4 euro e 40 lordi, manifestamente non è sufficiente al lavoratore per condurre un’esistenza dignitosa e far fronte alle ordinarie necessità della vita”, e dunque, pur riconoscendo la validità normativa del contratto contestato, “questo non lo mette certamente al riparo dallo scrutinio di compatibilità con la norma costituzionale”.
Per quanto concerne la violazione della Costituzione, la norma aggirata sarebbe quella dell’art. 36, che recita che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Difficile pensare che, con uno stipendio di 4,40 euro l’ora, questo possa avvenire.
Per quanto riguarda invece le conseguenze, gli effetti sono ancora da decifrarsi, visto e considerato che il contratto ribassato che il dipendente ha “subito”, è applicato a livello nazionale. Dunque, la sentenza del giudice ha posto un tassello molto importante sulla sua concreta valutazione…
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