La misura prevede la possibilità di andare in pensione con 5 anni di anticipo ed è contenuta nel Decreto Crescita. Le aziende con più di 1.000 unità potranno mandare in pensione anticipata i lavoratori prossimi al trattamento pensionistico, ma in cambio devono assumere nuova manodopera. Vediamo di cosa si tratta e soprattutto chi può beneficiare di questa misura.
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Pensione anticipata: arriva il maxi scivolo di 5 anni
La nuova misura attinente al trattamento pensionistico, denominata maxi scivolo di 5 anni, permette a determinati lavoratori di ritirarsi con 5 anni di anticipo dal mondo del lavoro. La misura è presente all’interno del Decreto Crescita e da settimane ormai non si discute d’altro. In un primo momento si era parlato della possibilità andare in pensione con 7 anni di anticipo, che dava ai lavoratori stessi un’indennità direttamente connessa al trattamento pensionistico lordo, che i soggetti avevano maturato fino alla data di cessazione del rapporto lavorativo. In un secondo momento il maxi scivolo è stato ridimensionato, passando da 7 a 5 anni di pensione anticipata. Tale modifica è stata approvata. I lavoratori che rispettano i requisiti richiesti possono così pensare ad una pensione anticipata di 5 anni. Tuttavia si tratta di una misura in via del tutto sperimentale per il biennio 2019-2020.
Pensione anticipata: cosa prevede il maxi scivolo di 5 anni
L’emendamento approvato nel Decreto Crescita prevede la possibilità per i lavoratori che si trovano almeno a cinque anni dal raggiungimento del diritto alla pensione, di lasciare il mondo del lavoro in anticipo. La nuova misura pensionistica riguarda solamente le aziende con organici composti da più di 1.000 unità. Queste potranno riorganizzare il loro assetto con un generale ricambio della forza lavoro che compone l’azienda stessa. In cambio del pensionamento anticipato a chi ormai è prossimo alla pensione, l’azienda è tenuta a procedere con nuove assunzioni. In alternativa alla pensione anticipata, la nuova misura varata prevede la riduzione dell’orario di lavoro fino al 30%. L’azienda è inoltre tenuta a stipulare un contratto di espansione con il Ministero del Lavoro e le associazioni sindacali.
I requisiti richiesti alle aziende ed il contratto di espansione
Per accedere alla misura connessa al pensionamento anticipato, sia le aziende che i lavoratori devono soddisfare alcuni requisiti basilari. Partiamo con quelli richiesti alle aziende stesse. La misura si riferisce esclusivamente alle aziende che hanno un organico composto da più di 1.000 unità. L’impresa deve inoltre avviarsi ad un generale ricambio generazionale della forza lavoro ed intraprendere percorsi di riqualificazione tecnologica e reindustrializzazione. Dunque per garantire il ricambio generazionale sono previste nuove assunzioni, in vista dei pensionamenti anticipati. Tutto questo processo di innovazione e riorganizzazione aziendale deve essere contenuto ed approvato nel contratto di espansione che l’azienda deve stipulare con il Ministero del Lavoro ed i sindacati.
Contratto di espansione cosa prevede?
Il contratto di espansione deve contenere al suo interno essenzialmente 4 punti:
- il numero relativo ai nuovi lavoratori assunti, riportando le indicazioni connesse al profilo professionale, che deve essere attinente e compatibile con i piani di riorganizzazione e reindustrializzazione;
- devono essere riportate le indicazioni sulla programmazione temporale delle assunzioni;
- importante è indicare la durata dei contratti di lavoro stipulati;
- indicare il numero dei lavoratori che accedono al maxi scivolo, la riduzione media dell’orario di lavoro con il numero dei lavoratori interessati ad essa.
Pensione anticipata: i requisiti richiesti ai lavoratori
Coloro che sono interessati alla pensione anticipata devono rispettare determinati requisiti. Possono accedere alla misura, i lavoratori che hanno maturato il diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia. Nella norma si legge perfettamente che possono accedervi i soggetti “che si trovino a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia, che abbiano maturato il requisito minimo contributivo”.
Ai lavoratori che accedono al maxi scivolo sarà erogata un’indennità pari al trattamento pensionistico lordo che ognuno ha maturato fino alla data di cessazione del rapporto lavorativo. Per i lavoratori che non riescono ad accedere al maxi scivolo oppure non hanno maturato i requisiti necessari per la pensione, la norma prevede la possibilità della riduzione dell’orario di lavoro fino al 30%. Questa misura è complementare a quella del maxi scivolo. Questo significa che nel momento in cui il lavoratore raggiunge i requisiti per la pensione anticipata, potrà aderire al maxi scivolo, il tutto in base al contratto di espansione stipulato con il datore di lavoro stesso.
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