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Prima della giustizia riformiamo i magistrati

Non serve la riforma della Giustizia proposta dalla Cartabia, nè il referendum: non solo è  opportuno, ma doveroso, allinearsi prima di tutto alle indicazioni impartite dall’Unione Europea.

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Qualche giorno fa, l’Unione Europea attraverso il GRECO, organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, ha nuovamente bacchettato l’Italia, come già aveva fatto fin dal 2017, che in tutti questi anni ancora non è riuscita a trovare una soluzione alla prassi che vede i magistrati, dopo l’esperienza politica, tornare ad indossare la toga. L’Europa non può più tollerare che uno Stato membro non si adegui alle direttive impartite e che non sia in grado di risolvere l’annoso problema delle “porte girevoli”, questa anomalia tutta italiana, del tutto assente in altri Stati europei.

Un soluzione semplice

Appare semplice la soluzione, non serve la riforma della Giustizia proposta dalla Cartabia, nè il referendum: non solo è  opportuno, ma doveroso, allinearsi prima di tutto alle indicazioni impartite dall’Unione Europea.

giustizia

Il 23 di maggio è ricorso il trentennale dell’uccisione di Giovanni Falcone, fedele servitore dello Stato, osteggiato, boicottato, criticato in vita e poi osannato, paragonato ad un eroe, ad un santo, subito dopo la sua uccisione. In questa triste occasione, si sono ricordate le decine di magistrati che hanno sacrificato, con il loro scrupoloso lavoro, la loro vita per lo Stato e per i cittadini italiani, da Borsellino a Chinnici, da Scopellitti a Terranova, da Costa fino a Livatino, il giudice ragazzino, così definito per la sua giovane età.

In quei giorni, vedendo un telegiornale, sentivo una dichiarazione forte di Piero Sansonetti, Direttore de “Il Riformista”, che mi ha fatto accapponare la pelle e cioè: “La magistratura ha massacrato gli italiani“. Si riferiva, probabilmente, ai morti, per suicidi o per cause naturali, determinati da gravi errori della magistratura (esempio Tortora, Cagliari, Gardini, ecc.) errori dei quali non ha risposto alcun magistrato. Se persino nella mafia, in taluni casi si vede un pentimento, mai s’è visto pentimento nei magistrati italiani. La matematica non è un’opinione, basta contare i morti.

Condanne di Strasburgo pagate dai cittadini

E noi cittadini, attraverso lo Stato continuiamo a pagare centinaia di milioni, per condanne di Strasburgo, per ritardata o denegata giustizia. E poi assistiamo all’ultimo concorso in magistratura, ma anche i precedenti concorsi sono in linea con quello presente, dove sono stati ammessi solo il 5% dei candidati giudici. Ma non stiamo parlando, come ha dichiarato un membro della commissione, di nozioni di diritto, ma di incapacità ad esprimere un qualsiasi concetto, di una mancata conoscenza dell’italiano e della punteggiatura. Insomma alcuni candidati non sono stati capaci di andare a capo. Vorrei ricordare un episodio “simpatico” anche se profondamente grave, di cui è stato protagonista un magistrato, quando era in servizio presso il Tribunale come GOT.

Tale magistrato ebbe il suo “quarto d’ora di gloria” quando copiò integralmente una sentenza già depositata da altro collega, per una propria causa, dimenticando addirittura di cambiare i nominativi delle parti. Ebbene voi penserete che sia stato ripreso e punito da queste fantomatiche ispezioni ministeriali, che ancora non si comprende cosa esistano a fare? Ma nemmeno per sogno, è stato trasferito, come desiderava, a Roma e ora ricopre una carica di prestigio, non si sa bene per quali meriti. Evidentemente i corsi di preparazione per magistrati, servono a ben poco, così come organizzati. Forse bisognerebbe trovare un metodo diverso, per preparare adeguatamente e con competenza i nuovi magistrati. Si potrebbe iniziare con stabilizzare i 6000 giudici onorari, che svolgono quotidianamente il loro dovere, depositando migliaia di sentenze, sopperendo alle carenze ed evitando in questi anni Il tracollo definitivo della Giustizia italiana, pur non essendo minimamente retribuiti e tutelati a dovere.

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