Quali e quante sono le Regioni a statuto speciale e quali sono le differenze rispetto alle regioni a statuto ordinario? Quando e perchè sono state istituite? Di quali forme di autonomia godono? Vediamo una per una le particolarità amministrative di Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia
Lo Stato Italiano è suddiviso, a livello amministrativo, in 20 regioni, 5 delle quali godono di una maggiore autonomia gestionale e finanziaria, e sono appunto definite Regioni a statuto speciale. Si tratta delle regioni Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Per le prime quattro regioni citate, la maggiore autonomia è stata prevista fin dal 1948, attraverso le leggi costituzionali n.2, 3, 4 e 5 del 1948, mentre lo statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia è stato definito con la legge costituzionale n.1 del 1963. Nella pratica, la Regione Trentino Alto Adige è costituita da due province autonome, ossia la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano.
I due referendum regionali che hanno avuto luogo Domenica 22 ottobre 2017 in Lombardia e Veneto avevano lo scopo di appurare se anche i cittadini di queste due regioni intendessero ottenere forme maggiori di autonomia, sull’esempio delle citate regioni a statuto speciale, ciascuna delle quali ha delle peculiarità specifiche a livello amministrativo. Per questo motivo conviene esaminare una per una le caratteristiche delle Regioni a statuto speciale.
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Regione Sicilia
Lo statuto speciale della Regione Sicilia è addirittura precedente alla Costituzione Italiana del 1948, derivando dal Regio Decreto n.455 del 15 Maggio 1946, poi recepito dalla citata Legge Costituzionale n.2 del 1948. La concessione di questa larga autonomia a quella che è denominata ufficialmente “Regione Siciliana“, è stato dovuto alle forti spinte indipendentiste presenti già prima della guerra, soffocate dal fascismo, e rinfocolatesi con lo sbarco alleato nell’isola.
La Regione Sicilia, oltre ad un’ampia autonomia amministrativa, gode della maggiore autonomia fiscale: è l’unica regione che non solo trattiene localmente tutti i tributi raccolti nel territorio regionale, compreso l’irpef dei lavoratori dipendenti e gli introiti di giochi e lotterie, ma ottiene ulteriori risorse dallo stato centrale.
E’ previsto inoltre che le aziende che hanno sedi produttive nella regione ma sede fiscale in altre parti d’Italia, versino una quota delle imposte sugli utili direttamente alla Regione Sicilia. L’Amministrazione Regionale fa capo ad un Parlamento composto da 90 membri, definiti deputati, chiamato ARS, ossia Assemblea Regionale Siciliana. Tra le materie di competenza esclusiva della Regione Sicilia, ossia le materie in cui la legge regionale prevale su quella nazionale, troviamo: ambiente, turismo, enti locali, industria e commercio, urbanistica, lavori pubblici, acque pubbliche, beneficenza, istruzione elementare, beni culturali, agricoltura, pesca, polizia forestale. Per fare un esempio di organizzazione amministrativa specifica della Sicilia, possiamo citare le province, che sono state sostituite da dei nuovi enti, denominati “Liberi consorzi comunali”, che ricalcano la composizione dei pre-esistenti enti provinciali.
E’ poi di competenza esclusiva della Regione Sicilia lo “stato giuridico ed economico degli impiegati e funzionari della Regione, in ogni caso non inferiore a quello del personale dello Stato”. Quest’ultima facoltà ha creato spesso polemiche politiche e giornalistiche, dato che ad esempio le retribuzioni dei deputati all’Assemblea Regionale Siciliana sfuggono alle norme nazionali a cui devono attenersi le regioni a statuto ordinario. Su tutte le materie escluse dall’elenco precedente, la Regione Sicilia può legiferare, ma all’interno della cornice delle norme nazionali.
Regione Sardegna
Le aspettative indipendentiste sarde hanno preso anch’esse forma dopo la prima guerra mondiale, che richiese un elevato contributo di sangue anche a quest’isola. Come per la Sicilia, il fascismo tenne a freno simili aspirazioni, che riemersero dopo la guerra ed alle quali il nascente stato italiano rispose col riconoscimento dello Statuto Speciale fin dalla Costituzione, ed in particolare dalla Legge Costituzionale numero 3 del 1948.
Dal punto di vista fiscale, la Regione Sardegna trattiene il 70% dell’imposizione Irpef e Irpeg raccolta sul territorio e il 90% dell’imposizione derivante dalle altre tasse. La Regione Sardegna ha potestà legislativa esclusiva, ossia che prevale sulle leggi nazionali, a proposito di: enti locali, polizia urbana e rurale, agricoltura e foreste, lavori pubblici, edilizia e urbanistica, trasporti, acque minerali e termali, caccia e pesca, turismo, artigianato, biblioteche e musei. Sulle altre norme è necessario muoversi all’interno delle possibilità concesse dalle leggi nazionali.
Anche per la regione Sardegna, amministrata tramite un Consiglio Regionale composto da 60 consiglieri, esiste la potestà esclusiva su “ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della Regione e stato giuridico ed economico del personale”.
Regione Valle d’Aosta
La Regione Valle d’Aosta è una regione di origine francese ceduta dalla Francia al Regno Piemontese nel 1860 e di conseguenza entrata a far parte dello Stato Italiano Unitario. Sia le migrazioni da altre regioni, soprattutto del nord Italia, sia la politica di “italianizzazione” imposta dal fascismo, ne “diluirono” la cultura francofona di origine. Sul finire della Guerra, lo Stato Italiano decise di concedere un’ampia autonomia anche a questa regione, per evitare che gli abitanti venissero tentati dal passaggio alla Francia.
La Legge Costituzionale numero 4 del 1948 sancì lo statuto speciale anche per quella che è rimasta la più piccola regione italiana, e non suddivisa in province. Per quel che riguarda l’attuale autonomia fiscale, la regione Valle d’Aosta trattiene il 90% di tutti i tributi raccolti sul territorio regionale. La lista delle materie su cui la Regione Valle d’Aosta detiene la potestà esclusiva legislativa, ossia può stabilire leggi in modo indipendente rispetto a quelle nazionali, ricalca quelle viste per la Sardegna, più alcune altre materie particolari come servizi anti-incendio, istruzione tecnico-professionale, fiere e mercati, funivie, guide alpine e scuole di sci, toponomastica. Una importante particolarità amministrativa risiede nel fatto che il Presidente della Giunta Regionale non è eletto direttamente dai cittadini: è invece eletto dai 35 membri del Consiglio Regionale. In generale i partiti regionali, sia di destra che di sinistra, raccolgono la gran parte dei voti, lasciando le “briciole” ai partiti nazionali.
Regione Trentino-Alto Adige
La Regione Trentino-Alto Adige è entrata a far parte dello Stato Italiano dopo la Prima Guerra Mondiale, comprendendo una popolazione di lingua tedesca per quel che riguarda soprattutto la provincia di Bolzano. Durante il fascismo, ed in seguito durante la guerra, le popolazioni alto atesine hanno dovuto subire prima le politiche di italianizzazione fasciste, in seguito l’invito a spostarsi nella Germania allora alleata dell’Italia, prima di essere travolte dalle tragedie della Guerra, a cui gli abitanti di questa regione hanno partecipato sia tra le file tedesche, sia tra quelle partigiane.
Come per gli altri 3 casi citati, l’Italia uscita dalla guerra non esitò a concedere larghe autonomie per smorzare le pulsioni indipendentiste, che hanno continuato ad esprimersi anche attraverso atti di terrorismo fino agli anni ’80, e che tutt’ora si manifestano col largo consenso attribuito ai partiti indipendentisti. Dal 1972, la Regione Trentino-Alto Adige/SudTirol è costituita dalle due province autonome di Trento e Bolzano, la prima di maggioranza linguistica italiana e la seconda a maggioranza linguistica tedesca, che hanno incorporato la maggioranza delle competenze in precedenza della Regione.
La Provincia di Bolzano ha scuole divise tra i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino, così come mantiene delle ripartizioni in merito alle posizioni amministrative, o nell’assegnazione delle case popolari. Inoltre tutti i funzionari pubblici devono parlare sia italiano che tedesco. Dal punto di vista fiscale la Regione Trentino-Alto Adige, in forma unitaria o sotto forma delle due province che la compongono, trattiene il 90% della maggior parte delle tasse raccolte sul territorio, e il 100% delle imposte ipotecarie e delle imposte di consumo sull’energia elettrica.
Regione Friuli-Venezia Giulia
La Regione Friuli-Venezia Giulia ha ottenuto lo statuto speciale solo nel 1963, e differisce dalle altre 4 regioni a statuto speciale anche per altri motivi. Dal punto di vista fiscale, trattiene molto meno del gettito locale rispetto alle altre: solo 4 tipi di tasse, e in misura più ridotta: 60% dell’Irpef; 45% dell’Irpeg; 80% dell’IVA e 90% dell’imposta di consumo dell’energia elettrica.
Anche dal punto di vista della suddivisione amministrativa, le 4 amministrazioni provinciali verranno soppresse e non è passata nemmeno la proposta di suddividere la regione in 2 province autonome come per il Trentino-Alto Adige.
Come forma di suddivisione amministrativa rimarranno le 18 UTI – Unioni Territoriali Intercomunali, facenti capo alle città principali e composte ciascuna da un numero di comuni compreso tra 6 e 22. Per quanto riguarda le materie su cui la Regione Friuli ha esclusiva competenza, queste ricalcano quelle delle altre regioni a statuto speciale.