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Reverse charge, cosa è e come funziona

L’evasione fiscale è una grave piaga per l’economia italia. Lo strumento del reverse charge punta a mitigare quella sull’IVA

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In Italia l’evasione fiscale è un fenomeno negativo ai danni dello Stato. E quindi della collettività intera. L’imposta più evasa, anche a livello europeo, è quella sul valore aggiunto. Meglio conosciuta con l’acronimo IVA. Soprattutto nel settore edile. Per mitigare questa piaga a danno della collettività, in seno all’Unione europea è stato ideato il Reverse charge Iva. Letteralmente inversione contabile dell’Iva, perché, come vedremo meglio di seguito, essa va a carico del destinatario di un bene o servizio e non del fornitore. Così da rendere più conveniente dichiararla, al contrario di quanto avviene col tradizionale funzionamento.

reverse charge

Motivo? Semplice! Se io vendo un bene su cui grava l’Iva, io potrei essere tentato di non versarla allo Stato per guadagnarci di più. Se invece l’Iva deve essere dichiarata dal compratore, egli troverà più conveniente dichiararla per avere un alleggerimento sul costo finale del bene o servizio acquistato.

Vediamo meglio cosa dice la legge in merito e in quali settori può essere applicato il reverse charge su IVA.

Cosa dice la Legge in merito al reverse charge IVA

A regolamentare il reverse charge IVA è l’articolo 17, commi 5 e 6 del dpr 633/1972 (conosciuto anche come «decreto IVA»). Ecco quanto dice testualmente su questo strumento fiscale:

“al pagamento dell’imposta e’ tenuto il cessionario, se soggetto passivo d’imposta nel territorio dello Stato. La fattura, emessa dal cedente senza addebito d’imposta, con l’osservanza delle disposizioni di cui agli articoli 21 e seguenti e con l’annotazione «inversione contabile» e l’eventuale indicazione della norma di cui al presente comma, deve essere integrata dal cessionario con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta e deve essere annotata nel registro di cui agli articoli 23 o 24 entro il mese di ricevimento ovvero anche successivamente, ma comunque entro quindici giorni dal ricevimento e con riferimento al relativo mese; lo stesso documento, ai fini della detrazione, e’ annotato anche nel registro di cui all’articolo 25”.

In quali settori si applica l’Iva reverse charge

L’Iva reverse charge è stata ideata soprattutto per combattere l’evasione fiscale dell’Imposta sul valore aggiunto nel settore dell’edilizia. Sebbene ci siano anche delle eccezioni, quali:

  • prestazioni di servizi nei confronti di un contraente generale a cui venga affidata dal committente la totalita’ dei lavori;
  • preparazione del cantiere;
  • trivellazione e perforazione;
  • realizzazione di coperture;
  • noleggio a caldo di attrezzature e macchinari.

Oltre al settore edile, comunque, il reverse charge su IVA trova molti altri settori di applicazione:

  • cessioni imponibili di oro da investimento o materiale d’oro;
  • cessioni di prodotti semilavorati o di purezza pari o superiori a 325 millesimi;
  • cessioni di fabbricati o di porzioni di fabbricato di cui ai numeri 8-bis) e 8-ter) del primo comma dell’articolo 10 per le quali nel relativo atto il cedente abbia espressamente manifestato l’opzione per l’imposizione;
  • cessioni di apparecchiature terminali per il servizio pubblico radiomobile terrestre di comunicazioni soggette alla tassa sulle concessioni governative di cui all’articolo 21 della tariffa annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, come sostituita, da ultimo, dal decreto del Ministro delle
  • finanze 28 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 1995, nonche’ dei loro ’componenti ed accessori;
  • cessioni di personal computer e dei loro componenti ed accessori;
  • portatili, tablet e console da gioco;
  • cessioni di materiali e prodotti lapidei, direttamente provenienti da cave e miniere.

Come funziona il reverse charge IVA

In sostanza, il venditore emette fattura senza addebitare l’imposta (come normalmente invece accade), mentre l’acquirente integra la fattura ricevuta con l’aliquota di riferimento per il tipo di operazione fatturata. Contemporaneamente, procede con la duplice annotazione nel registro acquisti (fatture di acquisto) e nel registro vendite (fatture emesse). Ecco che avviene il rovesciamento dei ruoli: chi acquista un bene o servizio diventa soggetto passivo dell’imposta, rispetto al meccanismo tradizionale IVA dove invece lo è chi vende.

All’atto pratico avviene dunque ciò: il venditore emetterà una fattura senza addebito IVA. In contabilità registrerà quindi un credito verso il soggetto acquirente per cessione di beni/prestazione di servizi. Quest’ultimo riceverà una fattura ma la registrerà integrandola con l’IVA, ipotizzandola al 22%. In Partita doppia, registrerà due operazioni: l’acquisto e l’autofattura. Sarà dunque l’acquirente a dichiarare l’IVA al Fisco e non il venditore. Normalmente, la fattura con IVA sarebbe stata versata al fornitore; quest’ultimo l’avrebbe poi a sua volta versata allo Stato mentre l’acquirente l’avrebbe portata in detrazione. Invece, col reverse charge su IVA, entrambe queste operazioni vengono effettuate dall’acquirente. Il quale addebiterà l’IVA sulla cessione al consumatore finale, il soggetto passivo effettivo dell’imposta.

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