L’organizzazione che prevede attività di reverse mentoring al suo interno ha la possibilità di sviluppare i talenti e allo stesso tempo dare ai manager nuovi stimoli, impegnandoli in questa attività. Scopri i vantaggi!
All’interno del Master in Coaching Online di Bianco Lavoro si studiano i principi del reverse mentoring o mentoring al contrario. In questo processo non imparano i giovani talenti da manager e figure senior, ma viceversa e l’azienda cresce grazie alle competenze della Gen Z.
Si tratta di una tecnologia attivamente coinvolta quando si parla di tecnologia e apprendimento e che rappresenta presente e futuro della nostra società, compreso il mondo del lavoro. I manager più innovativi hanno compreso l’importanza del reverse mentoring in azienda, ma vediamo quali sono i benefici.
Indice
I benefici del reverse mentoring in azienda
Perché chi lavora nel settore HR – e in questo caso l’invito è a iscriversi al Master HR di Bianco Lavoro – dovrebbe valutare l’attuazione di un piano di reverse mentoring in azienda? Innanzitutto dobbiamo dire che i vantaggi sono interessanti nel lungo periodo e che la formazione esperienziale permette di costruire la leadership aziendale andando a lavorare sulle competenze soft.
Grazie ai piani e progetti di reverse mentoring l’azienda può:
- Trattenere e valorizzare i talenti;
- Potenziare le capacità di leadership dei manager che sono coinvolti come mentor del processo formativo;
- Sviluppare una cultura aziendale condivisa promuovendo un atteggiamento di leadership in azienda.
I benefici di questa attività ricadono quindi su talenti e mentor, ovvero i manager che ricoprono ruoli che richiedono una grande esperienza in azienda e un’esperienza che deve essere condivisa. I mentor instaurano una relazione lavorativa e umana con il talento della generazione Z e questo permette ad entrambi di arricchirsi con un rapporto di scambio reciproco di conoscenze.
Inoltre, il mentor che partecipa a un processo di reverse mentoring è un punto di riferimento aziendale e si contraddistingue per elevato know how. Un altro beneficio del mentoring al contrario è la possibilità di ridurre il gap generazionale, vediamo come.
Il mentoring inverso per ridurre il gap generazionale
Chi si iscrive al Master in Coaching di Bianco Lavoro (riconosciuto come uno dei migliori corsi per divventare coach professionista) apprende che si inizia a parlare di mentoring inverso nel1999 quando Jack Welch, allora CEO di General Electrics, chiese a 500 dei suoi top manager di trovare giovani risorse che potessero spiegare loro come usare Internet.
L’obiettivo era inserire in azienda le giovani generazioni più attente a una tecnologia che si stava affermando nella vita professionale e proprio le competenze digitali erano e sono ancora oggi quelle che più mancano ai manager senior. Grazie a questo metodo si riduceva il gap generazionale tra persone di età diversa e si condividevano competenze tecniche e non, liberando i Millennial dallo stereotipo che li vuole viziati e privi di motivazione.
Ancora oggi la principale esigenza di ogni azienda è superare la divergenza generazionale per coinvolgere attivamente anche i membri più giovani del team e in questo caso il reverse mentoring è un arricchimento del mentoring tradizionale:
“l’organizzazione che prevede attività di reverse mentoring al suo interno ha la possibilità di sviluppare i talenti e allo stesso tempo dare ai manager nuovi stimoli, impegnandoli in questa attività.”
In conclusione ogni Master in Coaching di valore non può non affrontare il tema del reverse mentoring, che non è una trovata pubblicitaria degli ultimi tempi, ma un’arma efficace a disposizione sia del coach sia dell’HR Manager per la gestione efficace di più generazioni di lavoratori che si muovono nel contesto aziendale.