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C’è un buco nel cv? Ecco cinque consigli per cavarsela al colloquio

Evitare di essere reticenti e non mentire mai. Cosa fare allora? Ecco qualche consiglio utile per spiegare un buco nel cv.

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Dover spiegare un buco nel cv quando già si cerca di combattere l’ansia quotidiana e la preoccupazione di essere senza lavoro, può diventare davvero stressante e umiliante. Ma i selezionatori del personale sanno che un periodo di inattività lavorativa può capitare a tutti, oggi più che mai. Ciò a cui mirano durante un colloquio di lavoro è capire che tipo di persona hanno davanti, come si è comportata nel periodo di stallo, a quali risorse ha attinto e in che direzione ha orientato la propria ricerca di lavoro. È bene quindi prepararsi per tempo e non farsi cogliere alla sprovvista. Ecco qualche consiglio.

Cinque consigli utili per spiegare un buco nel cv

buco ne curriculum

Come mai non ha lavorato per così tanto tempo? La fatidica domanda è arrivata: l’unica cosa da evitare a priori è quella di non rispondere, trovare scuse o peggio dare la colpa alle più svariate ragioni/situazioni/persone. Il consiglio da seguire in generale è quello di essere comunque positivi, mostrarsi sicuri di sé e con la situazione sotto controllo. Mantenere la calma: in fondo è grazie al nostro cv che abbiamo ottenuto quel colloquio di lavoro.

Mostrarsi pieni di risorse

Non è necessario inserire tutto nel cv. Se ad esempio si è stati occupati per molti anni (ma magari passando da un lavoro all’altro), è buona regola riassumere i vari passaggi e cominciare a ridurre un po’ i dettagli. Ma lasciare un buco nel cv non è consigliabile: meglio parlare di attività extra-lavorative o piccoli lavoretti saltuari che “lasciare scoperti” mesi interi o addirittura anni.

Essere onesti e leali

Bisogna partire da una considerazione e cioè che i selezionatori del personale fanno questo lavoro per vivere. Sono abituati a guardare a fondo, scrutare i candidati per scegliere quello che più risponde alle esigenze aziendali. E trovare candidati con un buco nel cv (dal punto di vista professionale) oggi è più frequente che in passato. Riconoscerlo e spiegarlo non è detto che riduca le possibilità di essere assunti. Mentire spudoratamente sì.

Essere proattivi

Il cv rappresenta il nostro percorso professionale ma nessun bravo selezionatore può ignorare che racconta anche una storia personale, quella del candidato. Il buco nel cv può essere presente, ciò che conta è che quel lasso di tempo sia stato utilizzato in modo costruttivo e positivo. Approfondire una lingua straniera, seguire un corso anche online per riqualificarsi, perfino fare bricolage (ad esempio manutenzione/ristrutturazione della propria casa) o aiutare un familiare che lavora in proprio: sono esempi di attività che dimostrano un corretto utilizzo del tempo libero a disposizione e possono aumentare le possibilità di essere scelti dal selezionatore.

Essere positivi

La prospettiva con la quale si guardano le cose è fondamentale: non si tratta di un semplice luogo comune ma di un reale esercizio della mente a guardare le situazioni in positivo. Un esempio? Cambiare la frase “non ho trovato lavoro” in qualcosa del tipo “ho deciso di prendermi qualche mese di tempo per fare il punto della situazione, rivedere i miei obiettivi professionali e intraprendere una ricerca mirata e calibrata sui miei desideri”, è un modo di presentare la propria pausa dal mondo del lavoro come ponderata e non disperata.

Essere preparati

Prepararsi le possibili risposte in anticipo eviterà di farsi cogliere alla sprovvista nel momento in cui la fatidica domanda sopraggiungerà. Tra i motivi più comuni per spiegare un buco nel cv ci possono essere ad esempio quelli legati ad un periodo di malattia, a problemi familiari di vario genere o di esubero/licenziamento nell’azienda per la quale si lavorava (o addirittura chiusura della stessa). Ovviamente ognuno parlerà di ciò che è legato alla propria storia personale.

Anche decidere di prendersi un anno sabbatico e viaggiare per il mondo può rappresentare il motivo del famoso buco nel cv. E se presentato nel modo giusto può diventare addirittura un punto di forza del candidato. Fare una pausa a volte è fisiologico e non è da tutti vivere un’avventura dall’altra parte del mondo o trasferirsi per intercettare nuove opportunità. A parità di competenze e professionalità, va ricordato che il collaboratore da scegliere sarà anche un collega di lavoro con cui convivere per otto ore al giorno e allora la personalità, il carattere e la flessibilità mentale faranno pendere la bilancia dal giusto lato.

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