Chi non si è fatto sedurre, almeno una volta nella vita, dall’idea di dare corpo al suo personalissimo ‘”american dream”? Ma attraversare l’oceano e fare fortuna nella “promised land” a stelle e strisce è davvero così facile? Non proprio. Prima di prenotare il biglietto, preparare le valige e salutare gli amici e i parenti più stretti, fareste meglio ad informarvi per bene. Perché andare a lavorare in America potrebbe rivelarsi un’impresa titanica. L’ottimismo e la voglia di fare non bastano: per centrare l’obiettivo, occorre studiare ogni mossa per tempo e confidare in un pizzico di fortuna.
Senza trascurare la burocrazia che non ammette imprecisioni o sviste di alcun tipo. Trasferirvi (per lavoro) negli Stati Uniti potrebbe rivelarsi l’esperienza più esaltante della vostra vita, ma non dimenticate di informarvi scrupolosamente su tutto quello che è necessario fare e portare con voi. A partire dai visti e dalle autorizzazioni.
Andare a lavorare in America: ecco cosa serve
#1. Visto di lavoro. Se nel vostro disegno di vita, c’è il progetto di andare a lavorare in America, non potrete prescindere dall’ottenimento di un permesso di lavoro. Negli Usa lo chiamano “Employment Authorization Document” (EAD) e va richiesto all’unico ente autorizzato a rilasciarlo: l’USCIS (United States Citizenship and Immigration Services). Ha una validità di due anni e può essere rinnovato più volte. Esistono varie tipologie di visto per lavoro, ma quello che è essenziale comprendere è che si tratta di permessi che vengono rilasciati a lavoratori non immigrati temporanei (assunti a tempo determinato), a lavoratori stagionali o a persone coinvolte in progetti di scambio. Per capire quale tipologia di visto può fare al caso vostro, cliccate qui. Ma attenzione: prima di fare richiesta di un visto di lavoro presso il Consolato o l’Ambasciata americana, occorre che il vostro futuro “boss” compili un modulo (da inoltrare all’USCIS) in cui formalizza la richiesta di un lavoratore non immigrato temporaneo. Soltanto dopo l’ok dell’agenzia governativa, potrete procedere con la vostra richiesta.
#2. Green Card. Se, invece, il vostro progetto è più ambizioso e state pensando di “piantare le tende” al di là dell’Oceano, quello che vi serve è una “Green Card”. Ufficialmente si chiama “Permanent Resident Card” e viene rilasciata dall’Uscis agli stranieri che vogliono risiedere e lavorare permanentemente in America. Il principio che regola il rilascio dell’ambita “Green Card” è che qualcuno vi “sponsorizzi” o garantisca per voi. Può farlo un parente (un coniuge, un genitore, un fratello, una sorella o un figlio che risiede stabilmente in America) o il datore di lavoro. Una volta ottenuta, potrete lavorare, per un periodo di tempo illimitato negli States, a prescindere dalla mansione che svolgete o dal tipo di contratto che avete firmato. Non solo: la “Green Card” vi permetterà di acquisire molti dei diritti riconosciuti ai cittadini americani (tranne quello di votare), di godere di una pensione e – dopo 5 anni – di aspirare ad avere la cittadinanza.
Scendendo un po’ più nel dettaglio, chi fa richiesta di una “Green Card” per ragioni di lavoro, può farlo:
- per un’offerta di lavoro
- per ragioni di investimento: è il caso di quegli imprenditori che pianificano di creare nuovo lavoro in America (assumendo almeno dieci persone) e che si impegnano a investire una cifra che va dai 500 mila a un milione di dollari.
- per auto-petizione: è il caso di quei richiedenti che non hanno bisogno di “sponsorizzazioni” esterne perché sono persone a cui vengono riconosciute straordinarie abilità nel campo delle scienze, delle arti, dell’istruzione, degli affari o dello sport.
- perché appartiene a una specifica categoria professionale: è il caso, per esempio, degli appartenenti alle forze dell’ordine, degli operatori di organizzazioni internazionali, dei dipendenti NATO, di alcuni religiosi, dei traduttori iracheni o afgani, dei presentatori ecc…
Il rilascio della “Green Card” non è immediato: dopo aver inoltrato la formale richiesta all’USCIS, si viene inseriti in una lista di attesa che può durare anche anni. Oppure si può confidare nella “Green Card Lottery”. Di cosa stiamo parlando? Di una vera e propria lotteria che mette in palio, ogni anno, circa 50 mila “Permanent Resident Card”. Ad aggiudicarsele possono essere i richiedenti che provengono da Paesi con un basso tasso di migrazione verso gli Stati Uniti d’America (l’Italia è tra questi) perché il senso del programma è quello di garantire il mantenimento della diversità etnica nel territorio americano. Non solo: a partecipare gratuitamente alla lotteria possono essere anche coloro che certificano di essere in possesso di un diploma di scuola superiore o che attestano di aver lavorato, per almeno due anni, negli ultimi 5 anni. I vincitori vengono estratti a sorte da un sistema computerizzato.
#3. Social Security Card. L’idea di andare a lavorare in America vi alletta sempre più? Bene, non resta che informarsi sulla Social Security Card ovvero sul codice numerico (formato da 9 cifre) assegnato dalla Social Security Administration (un’agenzia governativa indipendente), che corrisponde – grosso modo – al nostro codice fiscale. In realtà, per lavorare (in maniera temporanea) negli States, non è indispensabile tenere la Social Security Card nel portadocumenti, ma averla può rendervi la vita più agevole. Perché? Perché può farvi beneficiare di alcuni sussidi e servizi sociali interessanti. E perché non potrete farne a meno, quando dovrete richiedere una carta di credito, aprire un conto corrente o accendere un mutuo. Cosa bisogna fare per ottenerla? La richiesta può essere inoltrata dall’Italia contestualmente a quella per il rilascio del visto oppure formalizzata presso un ufficio della Social Security Administration in America. L’essenziale è che portiate con voi due documenti comprovanti la vostra identità, l’età e lo stato di immigrante abilitato a svolgere attività lavorative negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Buona fortuna a tutti coloro che ci proveranno!
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