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Addetti mense in sciopero: braccia incrociate il 5 febbraio

I sindacati rivendicano l’urgenza di rinnovare il contratto nazionale che dovrà contemplare più tutele per i lavoratori

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Quella di domani, venerdì 5 febbraio, si preannuncia come una giornata difficile per le strutture dotate di mense i cui addetti aderiranno – con ogni probabilità – allo sciopero nazionale indetto dai sindacati di categoria. Alla base della protesta voluta da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs: il mancato rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori della ristorazione collettiva (comparto del turismo) e lo stallo registratosi al tavolo delle trattative con le associazioni datoriali e imprenditoriali. I sindacati rivendicano più tutele per gli addetti alle mense e la garanzia che il cambio di appalti non si traduca nel rischio di perdere il lavoro.

addetti alle mense
image by wideonet

Quello della ristorazione collettiva è un comparto che impiega circa 80 mila addetti in tutta Italia, soprattutto donne con contratto part-time. E coinvolge tutti quei lavoratori che si occupano di preparare e distribuire il cibo nelle mense ospedaliere, scolastiche, aziendali, ma anche in strutture ricettive di altro tipo come le case di riposo. Lo sciopero di domani potrebbe generare non pochi disagi, ma secondo i sindacati la protesta è ormai irrimandabile. Perché? Perché a 32 mesi di distanza dalla scadenza del contratto nazionale, i negoziati sembrano essersi rovinosamente arenati. Dall’altra parte del tavolo, l’Angem (Associazione nazionale delle aziende di ristorazione collettiva) e l’Aci, oltre alla Fipe Confcommercio, a Federturismo e a Confesercenti con cui i sindacati non riescono a raggiungere un accordo. 

“E’ ancora troppo rigida la posizione delle associazioni datoriali sui cambi di gestione, sui permessi per riduzione orario di lavoro ed ex festività, sulla flessibilità oraria, sulla malattia e sull’indisponibilità ad erogare aumenti economici in linea con i rinnovi già siglati nel comparto turistico – ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl, Pierangelo RaineriI negoziati sono complicati anche dall’eccessiva frammentazione della compagine datoriale che non consente di individuare, in tempi rapidi, una strada percorribile per arrivare a una sintesi condivisa”. “Si torni al tavolo di confronto con un obiettivo responsabile – ha aggiunto il sindacalista – ossia quello di rinnovare un contratto che confermi le tutele ed i diritti individuali e collettivi, in uno dei comparti che continua ad erogare un importante servizio produttivo alla collettività”.

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