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Bamboccioni, choosy, sfigati e inoccupabili: i ministri ci vedono così

Da una recente indagine dell'Ocse condotta su 24 paesi, ne è uscito fuori che gli italiani in fatto di competenze linguistiche e matematiche non hanno una buona preparazione, indispensabile per sopravvivere nel contesto attuale ed essere alla pari con gli altri stati. Da bamboccioni di Padoa-Schioppa a choosy di Elsa Fornero, mentre l'ex vice ministro …

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Da una recente indagine dell'Ocse condotta su 24 paesi, ne è uscito fuori che gli italiani in fatto di competenze linguistiche e matematiche non hanno una buona preparazione, indispensabile per sopravvivere nel contesto attuale ed essere alla pari con gli altri stati. Da bamboccioni di Padoa-Schioppa a choosy di Elsa Fornero, mentre l'ex vice ministro del welfare Michel Martone, braccio destro di Fornero aveva invece aspramente criticato chi a 28 anni non è ancora laureato, parlando di giovani "sfigati". Ecco la new entry del ministro Giovannini: gli italiani sono "poco occupabili", parole che ovviamente hanno sollevano le giuste polemiche.

Massimiliano Fedriga, Lega Nord ha quindi replicato: "Il governo, incapace di dare risposte alla disoccupazione giovanile, adesso inizia addirittura ad offendere i  misure adeguate, perde tempo a offendere chi ha già pagato fin troppo le inefficienze di questo governo".

{jcomments on}Ma il ministro si difende precisando che non ha mai parlato di "italiani inoccupabili", bensì in base ai dati dell'Ocse, che:  "in questo paese ci sia bisogno in Italia di investimenti in capitale umano, in formazione”. Obiettivo per il quale il governo ha stanziato 500 milioni di euro.

I sindacati non si sono fatti sfuggire la buona occasione per scendere in campo, il segretario confederale Cgil Serena Sorrentino ha ribadito che: "Non sono i lavoratori che scelgono di essere inoccupabili, mentre dipende in parte da precise responsabilità del ministro Giovannini". La replica della Cisl non è tardata ad arrivare: ”E' sbagliato dare una immagine troppo negativa del nostro Paese, del nostro capitale umano e di conseguenza del nostro mercato del lavoro”, mentre la Uil ha condiviso le preoccupazioni di Giovannini sul sistema dell’istruzione.

In un paese dove nelle scuole pubbliche manca anche la carta igienica è facile evidenziare come una mancata politica della formazione abbia influenzato e penalizzato il sistema dell'istruzione. Occorrono proposte chiare ed impegno economico, prima di affrontare il tema pronunciando parole inopportune, gli uomini di governo dovrebbero far chiarezza su come spendere i miliardi di fondi, utili anche per la formazione dei nostri giovani. 

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