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Come aprire una scuola di musica e canto

Fare business con le note può rivelarsi un’avventura avvincente. Ma occhio alla burocrazia e al personale. Essere bravi insegnanti vuol dire saper trasmettere agli altri tecnica e passione

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Alzi la mano chi non ha mai canticchiato qualcosa sotto la doccia. O non ha mai sognato (almeno una volta nella vita) di diventare una rock star leggendaria, capace di riempire palazzetti ed arene di adoranti fan. La musica occupa, da sempre, un ruolo importantissimo nelle nostre vite. Dalle ninna nanne in poi, è tutto un susseguirsi di note che finiscono per segnare le nostre esistenze e suscitare emozioni diverse (e spesso contrastanti), a seconda delle circostanze. Accordi, riff, acuti, falsetti e arrangiamenti più o meno arditi caratterizzano e costituiscono le “colonne sonore” di ognuno di noi. Che, spesso, ci limitiamo solo ad ascoltare. Ma c’è anche chi sente l’esigenza di andare oltre e sogna di trasformare una passione in una vera e propria professione. Ecco perché aprire una scuola di musica e canto potrebbe rivelarsi un’idea vincente, capace di spalancare le porte a grandi soddisfazioni economiche e personali. Ma da dove si comincia? Cerchiamo di capirlo insieme.

Aprire una scuola di musica e canto: tra business e passione

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Partiamo col dire che il proliferare di talent show musicali in tv sta dando una mano a chi ha già avviato questo tipo di business. I giovani e giovanissimi che sognano di esibirsi su un palco sono, infatti, in continua crescita. E chiedono, sempre più spesso, a mamma e papà di iscriverli ad un corso di musica o canto. Il contesto generale – che aiuta – non può, però, bastare. Per fare la differenza, occorre studiare ogni mossa con attenzione e non trascurare alcun dettaglio. E proporre una ricetta imprenditoriale vincente (capace cioè di generare profitti) senza svilire il valore inestimabile dell’arte che deve dare impulso ad ogni cosa.

  1. La prima cosa da valutare è la scuola stessa ovvero la struttura in cui si intende avviare l’attività didattica. Il consiglio è quello di puntare su un posto che risulti facilmente raggiungibile e su una zona dove non abbiano già aperto altre scuole. Gli interni non devono essere necessariamente grandi, ma gli ambienti adibiti a classi dovranno essere rigorosamente insonorizzati e muniti di tutto punto. Non possono cioè mancare gli strumenti, i leggii, gli spartiti, le lavagne e tutto ciò che aiuterà gli insegnanti e gli allievi a lavorare bene ed agevolmente.
  2. Occorre poi pianificare ber bene ogni cosa. E capire, per esempio, a quale pubblico ci si vuole rivolgere. Come è facile intuire, infatti, dare lezioni di batteria ad un bambino non è lo stesso che insegnare a suonare la chitarra ad un pensionato. Così come impartire lezioni di canto jazz a una liceale non equivarrà ad insegnare a un’aspirante soprano come gestire correttamente la sua voce. Ogni corso deve essere strutturato con criterio, tenendo conto delle esigenze e delle caratteristiche dell’allievo che deve essere posto sempre al centro di tutto.
  3. Nessuna attività può prendere il volo se non dispone di un buon capitale umano. Chi scegliere? Ovviamente persone qualificate. Un diploma al conservatorio può rappresentare di per sé una garanzia (così come molte altre certificazioni), ma non bisogna dimenticare che il titolo non è tutto. Se l’insegnante dimostra di non avere metodo didattico e fatica a relazionarsi con gli studenti, ad esempio, allora non fa al caso nostro. La bravura fine a se stessa può allontanare gli studenti dalla scuola, spingendoli a preferire una struttura con maestri meno “blasonati”, ma più capaci di trasmettere i loro saperi. La preparazione tecnica deve essere, insomma, supportata da una buona dose di umanità.
  4. Tutto sembra essere finalmente pronto per il grande debutto, ma se alle spalle non c’è stata un’efficace promozione, il rischio che le aule restino vuote si farà concreto. Per evitarlo, basterà organizzarsi per tempo provando (ad esempio) ad informare le scuole pubbliche della zona dell’attività che si sta per avviare, facendo volantinaggio per le strade o affidandosi al Web (facebook, sito internet ecc…). Ma a fare la differenza potrebbe essere l’organizzazione di un grande evento di presentazione, con lezioni dimostrative e gratuite per tutti, magari sponsorizzato da un ospite illustre capace di attirare un buon numero di potenziali iscritti.

Si rivelerà, inoltre, una buona idea stringere accordi e convenzioni con le attività della zona. Dai bar ai ristoranti, passando (ovviamente) per i negozi specializzati nella vendita di strumenti musicali, gli studenti e gli insegnanti che transiteranno per la scuola saranno ben lieti di risparmiare qualcosa. E il passaparola tra i commercianti e i clienti potrebbe rivelarsi la migliore forma di pubblicità possibile.

Gli adempimenti burocratici per aprire una scuola di musica e canto

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Fin qui gli aspetti logistici ed organizzativi, ma per avviare una qualsiasi attività imprenditoriale, occorre (come è noto a tutti) fare i conti con la burocrazia. Quali adempimenti ed autorizzazioni deve ottenere chi intende aprire una scuola di musica e canto? Occorre innanzitutto comunicare l’inizio dell’attività al Comune in cui si vuole aprire la scuola, presentando il certificato di agibilità dei locali che viene solitamente rilasciato dalle Asl. Bisogna poi ottenere il “disco verde” della Siae, che autorizza alla diffusione musicale, e stabilire la tipologia giuridica che si intende adottare. Per essere più chiari, alcune scuole di musica e canto si costituiscono come Associazioni culturali musicali senza scopo di lucro. Perché? Perché possono così godere di interessanti agevolazioni fiscali. Ma è bene sapere che, in questo specifico caso, tutti gli iscritti compariranno come associati e che, per usufruire dei benefici fiscali, occorrerà documentare nel dettaglio ogni cosa e dimostrare la valenza prevalentemente ideologica e culturale dell’attività svolta nella struttura.

Per ovviare a queste difficoltà, molte scuole preferiscono costituirsi come cooperative musicali. Di cui gli insegnanti risultano essere i soci e gli studenti i regolari fruitori del servizio offerto dalla scuola. E’ un’opzione un po’ più costosa rispetto a quella dell’Associazione culturale, ma che – nel lungo termine – può procurare maggiori profitti. Perché alla semplice attività didattica, se ne potranno affiancare anche altre. C’è chi, ad esempio, affitta ad ore le sale musicali e chi organizza concerti ed eventi di vario genere. La terza strada percorribile è quella che conduce all’apertura di una scuola di musica e canto comunale. Una strada un po’ accidentata, che rischia di interrompersi per colpa delle troppe carte ed autorizzazioni da presentare. Il requisito fondamentale è che la scuola apra in un Comune con almeno 15 mila abitanti, ma per ottenere il “nulla osta” definitivo occorre fare molto di più. Ed a mettere i bastoni tra le ruote sono spesso gli amministratori locali che devono approvare il progetto. Chi, invece, sta pensando di aprire una Partita Iva, dovrà procedere con l’iscrizione alla Camera di Commercio e al Registro delle Imprese.

Supporto apertura scuola musica e canto

A chi intendesse ricevere maggiori informazioni su tutto ciò che è necessario sapere e fare prima di avviare un’attività del genere, consigliamo di consultare il Kit CreaImpresa, “Come aprire una scuola di musica e canto”da noi ritenuto davvero valido. Una guida importante e preziosa per capire quali sono i finanziamenti, i contributi e le agevolazioni pubbliche di cui è possibile beneficiare o quali le legge e le normative da rispettare. Non solo: il Kit fornirà anche utili indicazioni sul budget di partenza e sui possibili guadagni iniziali, supportando gli imprenditori che sceglieranno di scommettere sulla musica in ogni fase di progettazione e gestione della loro attività.

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