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Come diventare doppiatore: formazione, guadagni e opportunità di lavoro

Lavoro doppiatore: requisiti, formazione e responsabilità del ruolo. Vediamo anche le opportunità lavorative in questo campo e i compensi riconosciuti ai professionisti del settore.

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Quello del doppiaggio è un lavoro che ancora oggi offre ampie possibilità di inserimento a chi cerca una strada alternativa alla recitazione classica. Un doppiatore, proprio come un attore, deve avere infatti determinate caratteristiche che, anche se innate, devono essere perfezionate con lo studio e la pratica. A partire dall’analisi del ruolo, allora, proveremo a fare chiarezza su formazione e futuri guadagni di un doppiatore, senza tralasciare ovviamente le varie opportunità lavorative e le strade da percorrere per diventare un professionista affermato nel settore.

diventare doppiatore

Chi è e cosa fa il doppiatore

Il doppiatore è colui che, come suggerisce il nome stesso, si occupa di doppiaggio. Quello che fa, in pratica, è sovrapporre alle voci dei protagonisti in video la sua voce. Nelle sale di doppiaggio, infatti, al di la del lavoro prettamente tecnico dei fonici e dei responsabili della post produzione, quello che si fa è procedere con la sostituzione della parte recitata dagli attori protagonisti del filmato con un’altra performance: quella del doppiatore appunto. Al cinema e in televisione questo avviene più spesso di quanto si possa immaginare. Per esigenze di copione, per questioni pratiche, tecniche o perché non si è soddisfatti del risultato, spesso a lavoro finito ci si rivolge a questi esperti della fonetica, con la speranza di recuperare o migliorare ciò che, in caso contrario, sarebbe inutilizzabile. La recitazione, quindi, è una componente fondamentale in questo lavoro.

Proprio per questo motivo, dunque, per diventare doppiatore bisogna prima di tutto imparare a recitare. Una precisazione che però è necessario fare subito è che, per quanto si possa avere un talento innato come attore, la professione doppiatore richiede anche delle competenze tecniche che devono essere acquisite e perfezionate attraverso la frequentazione di appositi corsi di doppiaggio. Grazie ad una formazione specifica, infatti, un doppiatore potrà: migliorare la propria dizione, imparare a gestire le varie inflessioni dialettali, capire come comunicare in sala e fare pratica con esercitazioni pensate ad hoc (magari assistendo regolarmente a più turni di doppiaggio). Passaggi tutti fondamentali questi che, alla fine, faranno la differenza tra un doppiatore improvvisato e un professionista.

Come diventare doppiatore: requisiti e formazione

È chiaro dunque che per diventare doppiatore bisogna, innanzitutto, possedere determinati requisiti che dovranno poi essere perfezionati mediante apposita formazione. Ricapitolando, quindi, un doppiatore deve:

  • Imparare a recitare. Essendo il doppiaggio simile alla recitazione è fondamentale, in questo mestiere, avere una buona dizione, riuscire a comunicare in maniera chiara e avere padronanza nella gestione delle diverse inflessioni dialettali (da camuffare o accentuare a seconda della performance richiesta). Come tutti gli attori, dunque, chi ambisce alla professione doppiatore deve dedicarsi allo studio della dizione, imparare a sostenere dei provini e allenare il proprio talento Come? Magari iscrivendosi a delle scuole di recitazione e di teatro o intraprendendo un corso di studi universitario mirato al conseguimento di una laurea pertinente al tipo di percorso professionale che vuole intraprendere (come per esempio una laurea in scienze dello spettacolo);
  • Seguire dei corsi di doppiaggio. Chiaramente gli studi di dizione e di recitazione sono un ottimo punto di partenza per un doppiatore ma, da soli, non bastano. Questo lavoro, infatti, richiede tutta una serie di conoscenze tecniche che sono fondamentali per potersi affermare nel settore. Sincronizzare la propria voce alle voci che si andranno a sostituire, avere chiare le nozioni della fonetica e conoscere bene il modo in cui si lavora nelle sale di doppiaggio sono tutte competenze che devono e possono essere acquisite mediante la frequentazione di appositi corsi di formazione.
  • Avere una forte passione per il mondo del cinema e della televisione. Un doppiatore professionista, nei giorni in cui verrà chiamato a fare i sui turni di doppiaggio, probabilmente passerà intere ore a rivedere spezzoni di film e video destinati al cinema o alla tv. Se non si è affascinati da questo mondo o non si nutre un particolare interesse per esso, è ovvio che una lunga sessione di lavoro risulterà insostenibile per il soggetto coinvolto nel doppiaggio. Amare il proprio mestiere, dunque, è importantissimo. Solo così, infatti, ogni progetto o proposta di lavoro verrà abbracciata con entusiasmo e affrontata con lo spirito giusto. E questi, oggi come in passato, sono sempre stati gli ingredienti base per il successo.

Quanto guadagna un doppiatore

Per diventare doppiatore, come abbiamo visto, bisognerà affrontare un determinato percorso formativo che, oltre a insegnare l’arte del comunicare correttamente in sala montaggio, implicherà un investimento di denaro non indifferente. Una volta finiti gli studi di dizione, inoltre, si dovrà affrontare una certa gavetta per dimostrare, anche se si è dotati di grande talento,  di essere all’altezza della professione doppiatore. Chi è agli esordi, quindi, può chiedersi se ne vale la pena intraprendere questo percorso e se, alla fine, impegno e sacrifici verranno ripagati con dei guadagni di tutto rispetto. La verità, però, è che non si può rispondere a priori a questa domanda. Lo stipendio del doppiatore, infatti, non è fisso ma varia a seconda dei lavori, dell’impegno richiesto e della popolarità stessa delle professionista chiamato a doppiare. In questi casi, inoltre, è più corretto parlare di compenso doppiatore che di stipendio. Questo perché non è di un lavoratore dipendente che stiamo parlando ma di un libero professionista, che quindi lavora autonomamente e con partita iva. I guadagni, dunque, saranno proporzionati ai turni di doppiaggio e dipenderanno molto anche dai progetti in cui si è chiamati a partecipare. Il compenso, nello specifico, sarà pari alla somma di due fattori: ore di lavoro e righe recitate.

Alla fine, quindi, più saranno le ore passate nelle sale di doppiaggio e le righe lette e maggiori saranno i profitti percepiti. È ovvio che il doppiaggio di una soap opera o di un film  terrà il professionista impegnato molto più tempo rispetto ad uno spot. Una cosa che bisogna precisare, tuttavia, è che da progetto a progetto, cambia il valore riconosciuto alle parti recitate. Il compenso riconosciuto, perciò, sarà diverso per ogni lavoro, proprio perché diverso sarà l’impegno richiesto. In linea di massima, comunque, il compenso minimo che deve essere riconosciuto a un doppiatore per ogni turno (equivalente a tre ore di lavoro in sala) è il seguente:

  • Per film destinati al cinema, trailer, mini-serie, filmanti di repertorio, sceneggiati e originali TV il compenso doppiatore si aggira intorno ai 72 euro a turno, per una media di 140 righe lette a voce;
  • Per i film che verranno distribuiti in televisione (ovvero TV-Movie e Home Video) il compenso doppiatore si aggira intorno ai 72 euro a turno, per una media di 170 righe lette a voce;
  • Per i telefilm, sitcom e cartoni animati seriali il compenso doppiatore si aggira intorno ai 72 euro a turno, per una media di 190 righe lette a voce;
  • Per soap opera, telenovelas, reality, docu-reality, documentari e simili il compenso doppiatore si aggira intorno ai 72 euro a turno, per una media di 220 righe lette a voce.

Trattandosi di una professione libera, però, committente e doppiatore possono mettersi d’accordo di volta in volta per cifre diverse (che comunque dovranno tenere conto dei minimi tabellari). Nulla vieta all’interprete di chiedere un corrispettivo maggiore per il suo ingaggio. Basta pensare, per esempio, a tutti quegli attori già famosi che spesso vengono scelti per prestare le loro voci  ai personaggi nei film di animazione. Il doppiaggio, in questo caso, altro non è che un’abile mossa pubblicitaria per attirare i fan e per dare una maggiore risonanza alla pellicola. Sfruttare l’immagine di un volto noto, dunque, è una promozione che va pagata e che, a volte, prescinde dal lavoro di doppiatore in sé.

Opportunità di lavoro come doppiatore

Le opportunità di lavoro come doppiatore, in concreto, riguardano la realizzazione di:

  • Film per la televisione o destinasti ad essere distribuiti al cinema;
  • documentari;
  • cartoni animati e film di animazione;
  • soap opera, telenovelas e Serie TV;
  • spot pubblicitari, campagne promozionali e trailer.

Per iniziare a lavorare nel mondo del doppiaggio e ricevere le prime offerte di lavoro come doppiatore concrete, almeno agli inizi, è sicuramente fondamentale farsi conoscere nell’ambiente e non aver paura di mostrare il proprio talento. Partecipare ai turni di doppiaggio, mettersi alla prova e/o frequentare attori già avviati nel settore potrebbe, di fatto, potrebbe rivelarsi una mossa vincente. Chi lavora nelle sale di doppiaggio, infatti, non si limita solo a prestare la propria voce alle voci altrui, ma partecipa a delle intense sessioni di lavoro dove la collaborazione, lo spirito di squadra e i legami umani fanno spesso da motore.

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