In un quadro generale che appare più confortante, l’ufficio studi di Confcommercio ha certificato ieri un miglioramento degli indici che misurano la voglia di spendere degli italiani. In pratica, i nostri connazionali starebbero mettendo più frequentemente mano al portafogli per acquistare beni e servizi considerati più o meno importanti. Qualche numero? L’indicatore dei consumi di luglio ha fatto registrare una crescita dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 2,1% rispetto all’anno precedente, portando a casa il miglior risultato degli ultimi 5 anni.
L’analisi di Confcommercio sembrerebbe dunque incoraggiare un cauto ottimismo, anche alla luce di altri dati. Come quello che riguarda il clima di fiducia delle famiglie italiane che sarebbe in ascesa, a differenza delle imprese che manterrebbero, invece, un atteggiamento più cauto (soprattutto quelle manifatturiere e quelle che forniscono servizi di mercato). E scenari più rosei, secondo Confcommercio, si sarebbero profilati anche per l’occupazione, con 44 mila occupati in più, a luglio, rispetto al mese precedente, e 143 mila disoccupati in meno. E un tasso di disoccupazione, fermo al 12%, che ha fatto registrare la migliore performance degli ultimi 2 anni.
Ma torniamo ai consumi: la crescita dello 0,4% su base mensile va riferita soprattutto alla domanda dei beni durevoli (cresciuta dello 0,6%), mentre la domanda dei servizi è risultata in flessione dello 0,1%. Più nel dettaglio: la spesa per beni e servizi per la casa è aumentata, in un solo mese, dell’1,7%, così come sono cresciuti dello 0,9% i consumi di beni e servizi per la mobilità (il mercato delle auto e delle moto è tornato a “boccheggiare”). Aumenti ben più modesti, invece, per i servizi per la comunicazione (+0,3%), per l’abbigliamento e le calzature (+0,2%) e per la spesa alimentare, le bevande e il tabacco (+0,1%). Ma non tutto è andato bene: rispetto al precedente mese di giugno, infatti, a luglio, sono calati i consumi di beni e servizi ricreativi (-0,3%), quelli degli alberghi e dei pasti fuori casa (-0,2%) e quelli per la cura della persona (-0,1%).
E rispetto all’anno precedente? La crescita record del 2,1% è la sintesi di un aumento del 2,3% riferibile alla domanda dei beni e dell’1,6% relativo alla domanda dei servizi. Più precisamente: un vero e proprio exploit si è registrato alla voce mobilità, con un +8,8% destinato a rimanere nella storia. Ma un bel passo in avanti hanno fatto anche i consumi di beni e servizi per la comunicazione, cresciuti in un anno del 5,1%. La domanda di beni e servizi per la casa è, invece, aumentata del 2,1%, facendo un po’ meglio della domanda di alberghi e pasti fuori casa che ha fatto registrare un avanzamento del 2%. Rispetto all’anno precedente, infine, gli italiani hanno speso, a luglio, lo 0,8% in più per acquistare capi di abbigliamento e calzature e hanno destinato lo 0,3% dei loro budget in più alla cura della persona. In controtendenza, invece, la spesa alimentare e il consumo di bevande e tabacco calati dello 0,2%.