In Italia ne esistono tre tipologie della durata massima di 3/4 anni. E’ un contratto che conviene a tutti: a chi lavora e si forma e alle aziende che beneficiano di interessanti sgravi fiscali
Apprendere vuol dire imparare ovvero acquisire nozioni e capacità che permettono di svolgere bene la propria mansione. Per quanto si possa aver studiato alacremente, il debutto nel mondo del lavoro segna sempre un piccolo trauma: trasferire nella pratica ciò che si è appreso teoricamente non è, quasi mai, agevole e indolore. Ogni ambiente di lavoro è regolato da dinamiche diverse e le competenze vanno acquisite e maturate sul campo. Ecco perché partire da un contratto di apprendistato può fare la differenza: i giovani che scelgono di affacciarsi al mondo delle professioni puntando, in contemporanea, sulla loro formazione non possono che ricavarne benefici. Ma cos’è esattamente un contratto di apprendistato? Quante tipologie ne esistono? E a chi può essere somministrato? Con questo articolo, cercheremo di fornire quante più risposte possibili.
Indice
Che cos’è?
Il contratto di apprendistato è un contratto di lavoro caratterizzato da un contenuto formativo: il datore di lavoro, oltre a pagare la prestazione dell’apprendista, è obbligato a garantirgli la formazione necessaria a fargli acquisire le competenze che gli servono per svolgere bene la mansione a cui è stato assegnato. L’apprendista, dal canto suo, è obbligato a seguire il percorso formativo che può essere svolto all’interno o all’esterno dell’azienda. La formazione interna è stabilita da un piano formativo individuale che indica gli obiettivi da raggiungere, grazie all’aiuto di un tutor aziendale; mentre la formazione esterna prevede che l’apprendista centri parte degli obiettivi prefissati, grazie al sostegno di strutture formative specializzate da frequentare con regolarità.
Quante tipologie di contratti di apprendistato esistono?
Esistono in tutto tre diverse tipologie:
#1. Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore. E’ un contratto che permette di conseguire una qualifica professionale (o un diploma professionale) alternando lavoro e studio. Questo tipo di contratto prevede almeno 400 ore di formazione all’anno.
Quanto dura? Ha una durata massima di 3 anni (4, nel caso di diploma quadriennale regionale).
A chi si rivolge? Ai giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, senza una qualifica o un diploma professionale.
#2. Apprendistato professionalizzante. E’ un contratto che permette di conseguire una qualifica professionale ai fini contrattuali attraverso una formazione trasversale e professionalizzante. Questo tipo di contratto prevede 120 ore di formazione in 3 anni.
Quanto dura? Ha una durata minima di 6 mesi e massima di 3 anni (4, nel caso in cui ci si formi per svolgere la professione dell’artigiano).
A chi si rivolge? Ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni (l’età minima scende a 17, nel caso in cui si sia già in possesso di una qualifica professionale).
#3. Apprendistato di alta formazione e ricerca. E’ un contratto che permette di conseguire diversi titoli di studio (di diversi livelli):
- diploma di scuola secondaria superiore;
- diploma professionale di tecnico superiore;
- diploma di laurea;
- master e dottorato di ricerca.
Questa tipologia di contratto può essere utilizzata anche per il praticantato che consente l’accesso alle professioni ordinistiche (in Italia, ce ne sono tantissime: dai giornalisti agli avvocati; dai medici ai notai; dagli architetti agli agronomi ecc…).
Quanto dura? La durata è stabilita dalle Regioni, in accordo con le parti sociali e gli organi istituzionali (scuole e università) coinvolti nel percorso di formazione.
A chi si rivolge? Ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni (l’età minima scende a 17, nel caso in cui si sia già in possesso di una qualifica professionale).
Quali tutele ha l’apprendista?
L’apprendista non può essere pagato a cottimo o ad incentivo. Ma attenzione: la risorsa assunta con contratto di apprendistato percepisce, solitamente, uno stipendio inferiore a quello corrisposto ad una persona che svolge la sua stessa mansione. E’, infatti, ammessa la possibilità di sotto-inquadramento fino a 2 livelli massimi rispetto alla qualifica spettante. O in alternativa, la possibilità di stabilire una retribuzione percentualmente ridotta e gradualmente crescente con l’anzianità di servizio (in pratica, col trascorrere degli anni, l’apprendista arriva a guadagnare la stessa cifra corrisposta al collega di pari inquadramento).
Gli apprendisti godono, inoltre, delle stesse tutele previdenziali degli altri lavoratori: sono quindi coperti sul fronte delle malattie professionali (quelle contratte cioè nell’esercizio del proprio lavoro) e degli infortuni sul lavoro; hanno gli stessi diritti in materia di invalidità, malattia, vecchiaia e maternità e possono intascare assegni familiari.
Quali sono i vantaggi per chi assume?
Le imprese che assumono apprendisti beneficiano di: sgravi contributivi e retributivi e di incentivi economici. Nello specifico: le aziende con 10 o più dipendenti godono di uno sgravo contributivo del 10%, mentre quelle con meno di 10 dipendenti beneficiano di uno sgravo contributivo pari al 100% nei primi tre anni (dal quarto, si scende a uno sgravo del 10%). Non solo: le spese sostenute per la formazione degli apprendisti sono escluse dalla base per il calcolo dell’Irap.
Per quanto riguarda gli sgravi retributivi – come già detto – la retribuzione dell’apprendista può essere fino a 2 livelli inferiore rispetto a quella corrisposta a un lavoratore addetto alla sua stessa mansione. Oppure stabilita, in misura percentuale, rispetto a quella dei lavoratori che svolgono mansioni che richiedono la sua stessa qualifica.
E chiudiamo con gli incentivi economici: il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali prevede l’erogazione di bonus a beneficio delle imprese che assumono con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca della durata minima di un anno. Più nel dettaglio: il datore di lavoro che assume un apprendista full time può beneficiare di un bonus di 6 mila euro, mentre quello che accoglie in azienda un apprendista part-time deve “accontentarsi” di 4 mila euro.
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