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Cuneo fiscale: Italia al top della classifica Ocse

Le tasse che gravano sul lavoro si fanno sempre più onerose in Italia: a certificarlo l’ultimo monitoraggio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico

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Che incidenza hanno le tasse sul costo complessivo del lavoro? A misurarla è il cosiddetto cuneo fiscale, che indica il rapporto che intercorre tra tutte le imposte sul lavoro (dirette, indirette, contributi previdenziali) e il costo dello stesso lavoro. L’annuale monitoraggio dell’Ocse – l’organizzazione internazionale che assembla le 34 economie democratiche più forti del mondo – ha dimostrato che in Italia resta particolarmente alto. Numeri alla mano, infatti, i lavoratori del Bel Paese se la passano decisamente peggio (dal punto di vista fiscale) di quelli neozelandesi, messicani o cileni che se la cavano con un “cuneo” molto più basso. Vediamo nel dettaglio quello che l’Ocse ha certificato nel “Taxing Wages” che interessa l’Italia.

cuneo fiscale
image by Andrey_Popov

Lo studio – tarato su dati raccolti nel 2015 – fa una distinzione tra la situazione che riguarda un lavoratore single tipo e quella che interessa, invece, un dipendente sposato con due figli a carico. Nel primo caso (quello del single), il cuneo fiscale dell’Italia risulta essere il quinto più alto nella classifica Ocse a 34. La percentuale del 49% (in aumento dello 0,8% rispetto all’anno scorso) è, infatti, significativamente più alta del 35,9% della media Ocse. A subire una pressione fiscale più pesante della nostra, sono solo i lavoratori single belgi, francesi, austriaci, tedeschi e quelli ungheresi. E veniamo al secondo segmento indagato dagli analisti dell’Ocse: il lavoratore sposato con due figli a carico. Il suo cuneo fiscale, pari al 39,9%, è aumentato dello 0,93% in un anno e risulta essere il terzo più alto della classifica. Davanti a noi solo la Francia e il Belgio, mentre la media Ocse si ferma al 26,7% (oltre 13 punti percentuale in meno).

Di più: lo studio dell’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico con sede a Parigi ha rilevato che, dal 2009 al 2015 (praticamente negli anni segnati dalla crisi economica), l’andamento del cuneo fiscale della media Ocse ha fatto registrare un aumento dello 0,9%, mentre quello italiano è cresciuto del 2,2%. Cosa vuol dire? Che negli ultimi 6 anni, i lavoratori italiani hanno dovuto fare i conti con una tassazione sempre più pesante. A passarsela decisamente meglio (dal punto di vista fiscale) sono i “colleghi” single messicani (su cui grava un cuneo fiscale del 19,7%), neozelandesi (17,6%) e cileni (7%). Mentre tra i lavoratori sposati con due figli a carico, gli irlandesi “se la cavano” con una pressione fiscale del 9,5%, i cileni con una pari al 7% e i neozelandesi con un aggravio che non arriva al 5%.

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