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Equitalia: stop a cartelle a Ferragosto, ma serve più chiarezza

Nessuna notifica verrà recapitata nei giorni più caldi dell’estate, ma le criticità dell’agenzia restano tante e lo sa anche l’amministratore delegato Maria Ernesto Ruffini

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Ricevere una busta da parte di Equitalia è lo spauracchio con cui deve quotidianamente fare i conti l’italiano medio. Che, però, potrà stare sereno nel periodo a cavallo di Ferragosto, visto che nessuna cartella esattoriale rischierà di finire nella sua cassetta della posta. A darne comunicazione è stato ieri l’ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, che nel corso di un’audizione alla commissione Finanze della Camera, ha assicurato che, nei giorni del “sol leone”, i contribuenti potranno godersi le ferie perché l’invio delle temutissime cartelle verrà sospeso. Esattamente come avvenuto nel periodo natalizio quando le notifiche sono state messe in stand by, consentendo agli italiani di mangiare con più leggerezza il panettone. Ma può bastare a cementare un rapporto più disteso tra il cittadino e il Fisco? A nutrire qualche dubbio è lo stesso Ruffini, secondo cui molto resta ancora da fare.

Equitalia Ferragosto
image by MOSCHEN

Partiamo dalle buone notizie: l’amministratore delegato di Equitalia ha ieri reso noto che gli incassi, nel 2015, sono andati bene. Poiché la temuta agenzia di riscossione ha raccolto più di 8,2 miliardi di euro, l’11,2% in più rispetto a quanto recuperato nel 2014. Forse anche per questo, la dirigenza ha pensato di poter allentare la presa, concedendo una “tregua” ai contribuenti che (come già detto), a Ferragosto, potranno andare al mare senza il timore di trovare, al loro rientro, una notifica da parte di Equitalia. “Si tratta di un gesto di attenzione nei confronti dei cittadini”, ha spiegato Ruffini al quale non sfuggono, però, le tante criticità da fronteggiare. A partire dal deficit di chiarezza su cui, secondo l’ad, bisogna intervenire con una certa solerzia. “Chi riceve una cartella – ha spiegato – deve poter capire cosa gli viene chiesto, senza dover ricorrere a un consulente per decifrare il documento”. Di più: “Abbiamo il dovere – ha aggiunto Ruffini – di dare le informazioni che il cittadino richiede”. A cosa si riferisce il manager? Alla scarsa comprensibilità delle cartelle che vengono notificate ai presunti debitori che, molto spesso, non riescono a capire il motivo che sta alla base della richiesta di pagamento. Da qui la necessità di fare chiarezza e di intrecciare rapporti più produttivi con gli enti creditori (Comuni o altre amministrazioni) che, a volte, dimenticano di dettagliare cosa viene contestato al contribuente.

Un problema, questo, che rischia di ingigantirsi nel corso dei prossimi mesi, visto che la riforma della riscossione (più volte rimandata) prevede che, dal prossimo 30 giugno, siano gli stessi Comuni ad occuparsi direttamente della riscossione dei crediti. Se il meccanismo non verrà oliato e messo a punto come si deve, la confusione potrebbe prendere il sopravvento. A tutto discapito del cittadino che deve già fare i conti con un sistema che, troppo spesso, non riesce a fornire sufficienti delucidazioni. Quello del rapporto tra l’utente e il personale Equitalia è un altro “tallone d’Achille” dell’agenzia. E lo sa bene Ruffini che, nei giorni scorsi, ha mandato una comunicazione ai dirigenti per annunciare che dovranno mettersi agli sportelli e relazionarsi con i cittadini. Pagare non farà mai piacere, ma se dall’altra parte del vetro si troverà un addetto paziente, capace di dare le necessarie spiegazioni, potrà diventare una pratica (un po’) più sopportabile.

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