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Evasori dell’Isee, circa 2 miliardi l’anno sottratti ai servizi sociali

Da una ricerca condotta da Lef, l’Associazione per la legalità e l’equità fiscale è emerso che nel nostro paese gli evasori dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) sottraggono ogni anno alle famiglie oneste 2 miliardi in servizi sociali. Tutti sappiamo che tali dichiarazioni sono lasciate in gran parte alla volontà dei dichiaranti, che evidentemente non …

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Da una ricerca condotta da Lef, l’Associazione per la legalità e l’equità fiscale è emerso che nel nostro paese gli evasori dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) sottraggono ogni anno alle famiglie oneste 2 miliardi in servizi sociali. Tutti sappiamo che tali dichiarazioni sono lasciate in gran parte alla volontà dei dichiaranti, che evidentemente non sempre dichiarano quello che realmente guadagnano. I “vantaggi” illegali di omettere il reale stato economico, sono tanti. Chi infatti effettua mini-dichiarazioni dei redditi, ottiene in media il 20 per cento delle risorse assegnate come ad esempio l’accesso agli asili nido, alle borse di studio, alle mense scolastiche, alla sanità etc. Dalla stessa ricerca emerge come l’80 per cento di chi dichiara, nasconde buona parte del proprio patrimonio immobiliare, e non solo. Per ottenere vantaggi sociali notevoli, anche fino al 70 per cento, può bastare non aver dichiarato anche una piccola somma, per affinare il tutto e rientrare in una fascia economica debole. Sottraendo molto spesso risorse essenziali a chi ne ha realmente bisogno.

Sempre secondo la stima del Lef, ogni anno vengono attribuiti alle famiglie italiane circa 10 miliardi di euro. Ma i conti non tornano più quando si cerca di comparare questa cifra al numero dei nuclei familiari che hanno presentato la Dsu, che sono circa sei milioni. Con questi dati a portata di mano, il trasferimento medio dei fondi a famiglia, si aggira intorno ai 1.500 euro.

Spuntare “qualcosina” sulla dichiarazione comporta vantaggi anche considerevoli. Basta prendere in esame l’esempio lampante (fonte. La Stampa) di una famiglia con due figli minori a carico e con un reddito annuo di 31.600 euro. Con abitazione di proprietà e patrimonio mobiliare di 8.000 euro. I questo caso, se nella dichiarazione si evade 1.000 euro, il vantaggio sui servizi sarà del 4 per cento, mentre con un evasione di 5.000 euro il vantaggio salirà al 17 per cento. La percentuale sale quando l’evasione è pari a 10.000 euro, il vantaggio illegale sarà del 34 per cento, e con 20.000 euro in meno sale al 68 per cento.

Chi gioca scorretto non versando le imposte dovute, non solo non contribuisce a sostenere le spese dello stato, ottenendo un vantaggio improprio sull’accesso ai servizi che si basano anche sull’Isee. Ma danneggia soprattutto chi ha il vero diritto ad utilizzare i servizi sociali.

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