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Facebook: quando usarlo serve al lavoro

Il social più “gettonato” del globo può aiutarci a crescere professionalmente. Dall’America qualche consiglio pratico per capire come

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Ai pochi che non hanno mai pensato di iscriversi a facebook, sarà sicuramente successo di sentirsi dire: “Sei proprio fuori dal mondo!”. Un rimbrotto che li avrà convinti, una volta di più, a perseverare nella loro scelta impopolare. Ma attenzione: il social più famoso del mondo non è solo una piazza affollata da esibizionisti di ogni età. Anzi: può diventare uno strumento importante di lavoro, come dimostrato da una ricerca di Jobvite che ha rilevato come il 92% dei selezionatori del settore tecnologico sia solito cercare candidati sui social. E come, subito dopo Linkedin, sia proprio facebook il “serbatoio” a cui i responsabili delle risorse umane fanno ricorso con maggiore frequenza. Cosa vuol dire questo? Che senza dover necessariamente rinunciare al lato “leggero” del social, si può però tentare di utilizzarlo per fini più produttivi. E perché no remunerativi

facebook
image by Neirfy

Le mosse del social addicted in cerca di lavoro

Un recente articolo pubblicato su Cio magazine (rivista americana specializzata sul mondo dell’IT) ha, infatti, marcato l’accento sull’opportunità di usare il network di facebook per migliorare la propria posizione professionale. Come? Partendo innanzitutto dalla scelta del gruppo giusto. Per orientarsi nel mare magnum delle proposte, sarà bene munirsi di una bussola perché il rischio è quello di iscriversi a un gruppo che in realtà non condivide le nostre attitudini professionali o affronta l’argomento lavoro con una certa superficialità. Seguire uno di questi gruppi può rivelarsi una mera perdita di tempo o (ancora peggio) può trasformarsi in un pessimo “biglietto da visita” agli occhi dei selezionatori più scrupolosi. Dopo aver scelto con attenzione il gruppo a cui unirsi, sarà bene procedere con un’efficace presentazione che ci permetta di stabilire un contatto diretto con gli altri partecipanti. Specificare ciò che siamo e abbiamo fatto (o facciamo ancora) metterà anche gli altri nella posizione di capire cosa stiamo cercando. E non siamo che all’inizio perché, dopo essersi iscritti e presentati, bisognerà mantenere alta l’asticella della partecipazione. Il lavoro non cade dal cielo, neanche su Internet, e quanto più ci mostriamo “insolenti”, tanto più rischiamo di “rimanere all’asciutto”. Consigliabile è, invece, condividere link e conoscenze trasmettendo, per esempio, anche agli altri informazioni che potrebbero rivelarsi preziose. In questo modo dimostreremo di voler fare “gioco di squadra” e cementeremo con gli altri partecipanti un rapporto di “mutua collaborazione” che potrà sortire i suoi effetti. E infine gli incontri. Non è detto che la nostra partecipazione a un gruppo “di lavoro” facebook non possa trasformarsi in qualcosa di più concreto. Anzi: una buona idea potrebbe essere quella di chiedere agli altri partecipanti di uscire dalla Rete per conoscersi di persona. Coinvolgendo magari altri gruppi con interessi professionali simili per dare forma a una vera e propria conferenza offline. Le cui foto – ca va sans dire – verranno pubblicate su facebook.

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