Le donne sono le migliori nello studio ed alle università, con voti più alti ed una formazione solida, ma sono le più penalizzate nel mondo del lavoro. La differenza di genere tra maschi e femmine nel mondo del lavoro non si arresta, almeno in Italia.
Secondo l’ultima indagine di Almalaurea le donne sono più brave degli uomini all’università, con una preparazione forte, ma sono anche le più penalizzate nel mondo del lavoro. Hanno più problemi nel trovare un’occupazione, soprattutto se parliamo di lavoro a tempo indeterminato, guadagnano meno dei colleghi maschi ed escono dal mercato del lavoro più facilmente.
Indice
Gender gap e donne: migliori nello studio ma penalizzate sul lavoro
Le donne sono più brave dei maschi a scuola e soprattutto all’università, con voti più alti, una formazione solida, sono diligenti, precise e talentuose ma restano le più penalizzate nel mondo del lavoro. Difficoltà nel trovare un occupazione, anche se hanno lauree ricercate (come Medicina, Ingegneria, Economia), retribuzione nettamente più bassa rispetto a quella dei maschi e purtroppo escono più facilmente dal mercato del lavoro (maternità, cure familiari etc.).
La differenza di genere nel mondo del lavoro in Italia non si arresta, e porta il nostro Paese tra gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la posizione delle donne nel mercato del lavoro. Questi i risultati di un indagine che Almalaurea ha condotto in occasione dell’8 marzo, indagine che purtroppo mette in luce quanto il gender gap o differenza di genere, sia ancora ben solida nel nostro Paese. Questo soprattutto se si parla di lavoro e se ci sono figli di mezzo, che penalizzano ancora di più le donne a lavoro. Colpa delle politiche e del sistema lavorativo italiano, che ad oggi ancora non ha sviluppato politiche idonee ad azzerare la differenza di genere.
Donne e lavoro: i dati confermano la presenza del gender gap
Se le differenze di genere in Italia sono ancora ben salde e radicate, specialmente nel mondo del lavoro, la colpa è da attribuirsi al sistema lavorativo in Italia e alla mancanza di politiche a sostegno della donna. Le donne, soprattutto le mamme, hanno difficoltà nel mondo del lavoro, oltre ad avere una carriera lavorativa caratterizzata dalla discontinuità. Ecco i dati che Almalaurea ha rilevato in occasione della ricerca fatta.
Si inizia analizzando il tasso di occupazione, che è maggiore tra gli uomini ed ovviamente minore tra le donne. Tra i laureati magistrali, a 5 anni dal conseguimento della laurea, gli uomini occupati sono il 91%, le donne occupate sono 84,6%. Anche nei contratti a tempo indeterminato, quindi occupazioni stabili, i maschi sono avvantaggiati. Il 60,3% dei maschi riesce ad ottenere un contratto a tempo indeterminato, contro il 50,1% delle donne. Ad accentuare questo divario, c’è da considerare anche il fatto che le donne, solitamente si dirigono verso lavori che difficilmente o in tempi più lunghi hanno uno sbocco a carattere stabile ed a tempo indeterminato.
Le donne sono le meno pagate a lavoro
Le differenze tra maschi e femmine, non si accentuano neanche quando si parla di retribuzione. Purtroppo anche qui i maschi hanno vantaggi che le donne non hanno. Sono le donne, in Italia, le meno pagate. La ricerca Almalaurea, anche in ambito retribuzione, ha esaminato gli occupati a tempo pieno a 5 anni dal conseguimento del titolo di studio magistrale. Il differenziale tra maschi e femmine è pari al 18,3%, I maschi occupati a tempo pieno, guadagnano in media 1.675 euro netti al mese, mentre alle donne spettano i 1.416 euro netti mensili.
Il grado di formazione e la votazione universitaria non serve a molto. Infatti le donne pur vantando medie e voti più alti dei maschi, e pur conseguendo lauree in linea con le attuali esigenze del mercato del lavoro, sono penalizzate sia nel trovare un’occupazione, sia a restarci stabilmente nel mondo del lavoro e sia nel ricevere retribuzioni eque a quelle dei maschi. Pur avendo lo stesso titolo di studio, i maschi sono preferiti alle donne a lavoro. Per esempio gli occupati ingegneri maschi sono 95,4% contro 91,1% delle donne laureate in ingegneria. Insomma, la bravura resta tra i banchi di scuola ed università, fuori il mondo del lavoro è completamente diverso ed usa regole tutte sue.
L’Italia tra gli ultimi posti per differenze di genere
Anche quest’anno l’Italia occupa le ultime posizioni, nello specifico il 70esimo posto nella classifica Global Gender Gap Index che analizza nei differenti paesi la presenza di gender gap, dunque la differenza di genere. Il nostro amato Paese resta ben ancorato agli ultimi posti dei paesi europei, per quanto riguarda l’occupazione le possibilità lavorativa e la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Siamo al 123simo posto per quanto riguarda le differenze di retribuzione tra maschi e femmine.
Inoltre, il tasso di occupazione femminile è del 49% mentre la media europea di occupazione femminile è del 62,6%. Bassa anche la percentuale delle donne che ricoprono incarichi manageriali nelle aziende, con una percentuale del 27%. Dati che non ci rendono affatto orgogliosi della nostra situazione, colpa delle politiche che non danno un reale sostegno alle donne che devono conciliare vita lavorativa e familiare. A giocare un ruolo importante, anche la carenza di adeguati servizi per l’infanzia ed una mentalità ancora troppo retrograda che, va a penalizzare le donne e le loro prospettive di carriera nel mondo lavorativo.
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