Mentre i prezzi dei beni vanno giù, quelli dei servizi salgono. Soprattutto in regioni come le Marche e il Lazio che hanno fatto registrare rincari dello 0,5%
La panoramica sui prezzi al consumo scattata dall’Istat è quanto mai dettagliata, ma certifica (in soldoni) un’inflazione di fondo rimasta stabile, nel mese di agosto, per la maggior parte delle tipologie di prodotti monitorati. L’indice dei prezzi al consumo – al lordo dei tabacchi – ha segnato, ad agosto, un aumento dello 0,2% sia su base mensile che annua, con oscillazioni più o meno marcate per i beni e i servizi finiti sotto la lente dei tecnici dell’istituto nazionale di statistica.
Vediamo nel dettaglio cosa è successo, partendo dal confronto col precedente mese di luglio. I prezzi dei beni sono calati dello 0,2%, mentre quelli dei servizi sono cresciuti dello 0,6%. Più precisamente, i prezzi dei beni alimentari sono aumentati dello 0,1%, quelli dei beni energetici sono diminuiti dell’1,3%, quelli dei tabacchi sono rimasti stabili, mentre quelli di altri beni sono calati dello 0,1%. Per quanto riguarda i servizi, invece, quelli relativi all’abitazione hanno mantenuto i prezzi invariati (rispetto a luglio), mentre i servizi relativi alla comunicazione hanno fatto registrare un incremento dei prezzi pari all’1,8%. Così come è accaduto per i servizi ricreativi e culturali i cui prezzi sono saliti dello 0,2% e, ancor di più, per i servizi relativi ai trasporti che hanno segnato un rincaro del 2,9%.
E cosa è successo nell’arco degli ultimi 12 mesi? Rispetto ad agosto 2014, i prezzi dei beni sono calati dello 0,4%, mentre quelli dei servizi sono aumentati dello 0,7%. I prezzi dei beni alimentari sono andati su dello 0,9%, quelli dei tabacchi del 3,9%, quelli di altri beni dello 0,4%, mentre i prezzi dei prodotti energetici hanno perso per strada il 6,4%. Ancora, i prezzi dei servizi relativi all’abitazione sono aumentati dello 0,5%, quelli dei servizi relativi alla comunicazione dell’,1,4% e quelli dei servizi ricreativi e culturali dell’1,5%. In leggerissima flessione, invece, i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,1% in un anno). Ma l’Istat, si sa, non trascura nulla e nella sua dettagliata ricognizione ha inserito anche gli andamenti relativi alle varie tipologie di prodotti. Distinguendo tra beni ad alta frequenza di acquisto i cui prezzi sono calati dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua; beni a media frequenza di acquisto (che hanno subito rincari dello 0,6% su base mensile e dello 0,5% su base annua) e beni a bassa frequenza di acquisto i cui prezzi sono rimasti stabili, rispetto a luglio, e sono cresciuti dello 0,1%, rispetto ad agosto 2014.
E finiamo con i dati relativi alle ripartizioni territoriali che hanno certificato andamenti diversi. Quali? Rispetto all’anno scorso, i prezzi sono saliti dello 0,4% al Centro, dello 0,2% nel Nord-Ovest, dello 0,1% al Sud mentre nelle Isole sono rimasti stabili. I rincari più pesanti (pari allo 0,5%) si sono registrati nelle Marche e nel Lazio, seguite da Liguria, Toscana e Trentino Alto Adige con lo 0,3%. Di segno inverso le stime rilevate in Puglia dove i prezzi, in un anno, sono calati dello 0,4%, e in Emilia Romagna, Umbria e Sardegna dove hanno subito una flessione dello 0,1%.
Cerchi un nuovo lavoro?
Per avere sempre offerte di lavoro reali e verificate nella tua casella email in linea con le tue esigenze: Registrati su Euspert Bianco Lavoro