In Italia esistono dei settori che secondo l’analisi annuale del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, diffuso a Verona in occasione di Job&Orienta, hanno forte carenza di personale. Secondo i calcoli dunque sono circa 47 mila i posti di lavoro che non vengono occupati, circa tredici assunzioni su cento.
Ma quali sono le richieste del mercato? In genere, sempre secondo il rapporto, si cercano figure professionali specializzate: esperti di software e gestione aziendale, analisti programmatori, sviluppatori, disegnatori tecnici, assistenti socio-sanitari. Tra questi anche progettisti meccanici, educatori e cuochi. Figure professionali richiestissime e che molte volte le offerte delle aziende non ricevono una risposta. Perché, dall’altra parte, non sempre c’è qualcuno. Nel 6,2% delle assunzioni il sistema produttivo lamenta competenze non adeguate alle mansioni da svolgere, che possono riguardare la formazione, la necessaria esperienza e alcune competenze che non sempre si hanno. Come la capacità di lavorare in gruppo, capacità di problem solving, flessibilità e adattamento. Sono delle vere e proprie lamentele che le imprese rivolgono nei confronti dei giovani candidati.
Secondo le stime prodotte dal rapporto, questo è l’anno in cui il mercato italiano dovrebbe assumere poco più di 367 mila persone. Tra questi 160 mila diplomati. A cui si aggiungono gli oltre 58 mila laureati. Per quanto riguarda i primi (diplomati) le imprese cercano maggiormente sviluppatori di software: per ogni cento offerte di lavoro per questa posizione ne restano scoperti quasi 35. Per la scelta dell’indirizzo di studi, invece, quello agrario sembra essere più difficile da reperire.
Per quanto riguarda i laureati i più difficili da reperire per le aziende sono gli esperti di software. A seguire gli esperti di gestione aziendale, gli analisti programmatori e i progettisti meccanici. Insomma professioni che richiedono una formazione in una facoltà di Ingegneria informatica.
Secondo il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello: “Oggi ancora di più occorre mettere in mano ai nostri giovani le carte per scegliere, con consapevolezza, la strada che apra loro un futuro di lavoro e di soddisfazione e affiancare alla scuola l’impresa”.
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