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La Cina in cerca di talenti fa tappa a Roma

Designer, architetti, direttori di teatro, produttori cinematografici e ricercatori universitari: in tanti si sono presentati ieri a Roma, con la speranza di convincere dirigenti cinesi a caccia di nuove professionalità

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Fare le valigie per tentare la fortuna altrove è un’opzione presa in considerazione da sempre più giovani. Il mito del posto fisso è tramontato da tempo e anche gli italiani – culturalmente restii a lasciare il “nido” – hanno compreso che le migliori occasioni lavorative potrebbero prospettarsi all’estero. In Cina, per esempio, che sembra tradire un interesse particolare per i settori delle arti e della cultura. Ambiti in cui l’Italia vanta una storia che non teme confronti in tutto il mondo. I presidenti e gli amministratori delegati di otto importanti aziende cinesi e i dirigenti di alcune università statali sono arrivati ieri a Roma per incontrare – e reclutare, si spera – giovani talenti. Per i quali potrebbero delinearsi, appunto, interessanti occasioni.

Cina
image by aphotostory

Dopo aver toccato Amsterdam e Parigi, i cinesi hanno fatto tappa a Roma. Al loro cospetto, si è palesata una folla di giovani professionisti smaniosi di presentare i loro progetti. Tra loro: architetti, designer, operatori della moda, del teatro, del cinema, della tv e della cultura in generale, ma anche giovani ricercatori e professori universitari stanchi di lavorare per atenei che non li valorizzano, a loro avviso, come dovrebbero. Nella provincia cinese di Jiangsu ci sarebbe grande “sete” di arte e cultura e, per questo, una delegazione di dirigenti aziendali e universitari sarebbe stata spedita in Europa per scovare talenti. Mettendo sul piatto offerte allettanti. Qualche esempio? Il compenso proposto a un docente universitario (under 45) disposto a lavorare al “Jiangsu Vocational College of Information Technology” si aggira intorno ai 70-100 mila euro all’anno. E allo stesso docente verrebbero offerti 100 mila euro per coprire le spese del viaggio e della sistemazione in Cina.

“Nel 2015 – ha spiegato Andrea Canapa, responsabile dell’ufficio di Roma della Fondazione Italia-Cina – la Cina ha investito circa 23-25 miliardi di euro in Europa e l’Italia è stato uno dei Paesi in cui ha investito di più: 3 miliardi e mezzo. Quest’anno ci potrà essere un rallentamento degli investimenti in beni primari, ma crescono quelli nell’industria culturale. Pesa di meno come macro dato – ha precisato Canapa – ma pesa di più per l’aiuto che possono dare a questi settori della nostra economia”. La Cina, per chi opera nei settori delle arti e della cultura senza troppe gratificazioni nel Bel Paese, potrebbe rivelarsi insomma la nuova Eldorado.

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