Ci sono luoghi comuni che andrebbero scardinati perché veicolano messaggi fuorvianti. Come quello secondo il quale la creatività è una prerogativa riferibile solo a pochi “eletti”, solitamente agli artisti. O a persone dotate di un talento innato, che riescono a scovare soluzioni inaspettate laddove la maggior parte della gente non vede altro che un problema insormontabile. Niente di più inesatto: la creatività è un’abilità che va allenata e curata con pazienza, nel lavoro come nella vita privata. Uscire dagli schemi asfittici, che ci spingono a vedere le cose sempre dallo stesso punto prospettico, è il presupposto indispensabile per scoprire che essere creativi significa vivere meglio con se stessi e con gli altri.
Indice
Una soft skill da coltivare
La creatività è un’abilità destinata a fare la fortuna di chi sa coltivarla. E’ questa la convinzione di molti studiosi e sociologi che attribuiscono un’importanza sempre maggiore alla capacità di andare oltre la percezione comune delle cose. Essere creativi significa, infatti, uscire dalla routine e abbracciare l’innovazione. Facendo leva su una mente dinamica ed elastica, capace di oltrepassare gli schemi mentali dominanti. E non si creda che partorire un’idea creativa significhi necessariamente inventare qualcosa di complicato. Anzi: il più delle volte, le idee più rivoluzionarie sono le più semplici da spiegare e da realizzare, quelle scaturite da un’intuizione fulminante e diretta. Un’idea creativa è, per definizione, un’idea originale (nuova e spesso sorprendente), rilevante (che ha un valore per chi ne fruisce) e vantaggiosa. Capace di far vivere e lavorare meglio chi la partorisce e la condivide con gli altri.
Come coltivare la creatività
La creatività, come già detto, non è una dote innata. Essa va, anzi, coltivata e rafforzata nel tempo. Sì, ma come? Lasciando a casa i pregiudizi e le idee preconfezionate, che ci precludono una serie di possibilità e alternative stimolanti. Occorre osservare il mondo che ci circonda con la curiosità di un bambino, per scovare ciò che ci appare migliorabile. Bisogna poi superare le abitudini e cimentarsi nella sperimentazione di qualcosa che abbiamo sempre lasciato fuori dal nostro tran tran. Fare una strada diversa, ordinare un piatto nuovo nel ristorante di fiducia, ascoltare un genere musicale nuovo, leggere il libro di un autore sconosciuto: sono tutti espedienti utili a spianare la strada verso la meta da raggiungere. Perché, in definitiva, l’intelligenza creativa altro non è se non l’attitudine ad accostarsi a qualcosa di inedito e a mettere in pratica nuove strategie di pensiero.
Non solo idee ma soluzioni
Essere creativi al lavoro non significa solo partorire l’idea brillante che i colleghi non sono riusciti a scovare. O fornire la soluzione (magari semplice) a un problema che ha tolto, per giorni, il sonno ai nostri superiori. Si può essere creativi anche nel modo di relazionarsi con gli altri o nel modo in cui s’imposta la propria condotta in ufficio. Ci sono aziende che hanno deciso di essere creative a livello architettonico e hanno scelto di abbattere i muri che ostacolavano la comunicazione per creare ambienti aperti, ariosi e luminosi, tesi ad agevolare lo scambio produttivo tra le risorse. Ed altre che hanno ben pensato di puntare su locali accoglienti, che consentono ai dipendenti di ritrovarsi per scambiare due chiacchiere o per rilassarsi un po’.
Anche i manager possono essere dei cretivi
Anche i manager possono essere creativi. C’è chi ha optato per una distribuzione più vasta delle responsabilità (ben consapevole del fatto che un lavoratore responsabilizzato è un lavoratore più motivato e produttivo) e chi ha scelto di intraprendere percorsi alternativi che hanno consentito agli impiegati di andare al lavoro con più slancio. Qualche esempio? Un brainstorming al parco, anziché nella grigia sala riunione dell’ufficio, può fare la differenza. Così come l’abitudine a organizzare aperitivi creativi nel corso dei quali i colleghi possono scambiarsi idee e suggerimenti sul da farsi con più fluidità. E brindare al successo dell’azienda.
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