Lavorare nell’ambito delle telecomunicazioni è un’idea che molti studenti universitari non scartano affatto. Almeno quelli intervistati da VueTel Italia, il secondo operatore internazionale di telecomunicazioni che ha scelto di focalizzare la propria attenzione sul bacino africano e mediterraneo. Una recente indagine – realizzata nello scorso mese di febbraio interpellando 400 studenti iscritti alle facoltà di Economia ed Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma – ha infatti rilevato che il mondo dei servizi voce e dati esercita un certo appeal sui giovani. Soprattutto sulle donne che tradiscono più intraprendenza e voglia di viaggiare dei loro colleghi.
Diciamolo tranquillamente: la vita di ogni singolo giovane è scandita dalle comunicazioni che transitano dai cellulari e dai vari dispositivi che permettono di rimanere sempre “connessi”. Forse anche per questo, agli studenti intervistati da Vuetel Italia l’idea di dare il loro contributo professionale, una volta usciti dall’università, non dispiace affatto. L’indagine presentata ieri a Roma ha, infatti, rilevato che il 58,82% degli intervistati considera un’opportunità interessante quella di lavorare nel mondo delle telecomunicazioni. Anche perché il settore appare in costante crescita. “Il mercato delle telecomunicazioni internazionali è il più competitivo al mondo“, ha spiegato l’amministratore delegato di VueTel Italia, Giovanni Ottati. Che ha aggiunto: “Il campione intervistato ne è consapevole e sa che il settore delle Tlc richiede lo sviluppo continuo di competenze, strumenti e processi di analisi e gestione di dati, oltre che la capacità di confrontarsi in un ambiente multiculturale e multilingue”.
I “dottori” intenzionati a proporsi in questo ambito devono, infatti, sapere che lavorare all’estero è una possibilità più che concreta. Che la quasi totalità degli interpellati saluta comunque con grande favore (fatta eccezione per il 10% che si dichiara, invece, indisponibile a lasciare l’Italia). Il 34,9% degli studenti ha, infatti, dichiarato che farebbe tranquillamente le valigie per confrontarsi con una realtà lavorativa internazionale, il 24,3% per concedersi maggiori chance di crescita economica e professionale, il 23,9% per acquisire competenze nuove mentre il 6,67% ha dichiarato che direbbe serenamente sì al capo che gli chiede di lasciare l’Italia per il puro desiderio di andare a vivere all’estero. Sì, ma dove? Il 62,89% degli studenti interpellati considera l’India e la Cina i Paesi più “attrattivi” (ovvero quelli con il maggior potenziale di crescita per le telecomunicazioni), seguiti dagli Stati Uniti (indicati dal 16,02% del campione), dal Sud America (13,28%) e dall’Africa (7,81%). Quanto all’Italia: per il 58,82% del campione coinvolto, è destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante nel panorama delle telecomunicazioni internazionali, mentre il 29,41% tende a credere che non abbia le carte in regola per competere su scala mondiale.
E veniamo alle cose più concrete: posti di fronte alla fatidica domanda: “In quale ambito delle telecomunicazioni ti piacerebbe lavorare?”, il 57,65% degli universitari interpellati da Vuetel Italia ha indicato quello del marketing e del commerciale, mentre il 23,92% ha optato per il settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Ma non è mancato il 18,43% del campione che ha espresso la propria preferenza per la gestione delle risorse umane. E i futuri “dottori” della Sapienza sembrano avere le idee chiare anche sulle “soft skills” (caratteristiche personali) che, a loro avviso, li aiuteranno ad avere successo nel lavoro. Per quanto vada rilevata un’interessante differenza: gli uomini tendono a credere che a farli “vincere” sarà la loro capacità di risolvere i problemi (il famoso problem solving), mentre le donne sono più orientate a scommettere sull’intraprendenza. E a darne riprova è il dato relativo alla loro propensione a viaggiare che risulta più alto di quello degli uomini. “I requisiti che le persone devono avere per avere successo in questo settore – ha chiosato Giovanni Ottati – sono soprattutto il coraggio e la volontà di operare in ambienti fortemente dinamici ed in continua evoluzione”. ” I nostri dipendenti – ha concluso il Ceo di VueTel Italia – sono quasi tutti giovani pronti ad assumere ruoli di responsabilità all’estero, anche a un anno dalla loro assunzione”.
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