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Maroni risponde a Tremonti sul problema lavoro ed immigrazione: non si può generalizzare

Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha dichiarato rispondendo al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che al problema del lavoro non si può generalizzare. Il ministro dell’economia, infatti, da Washington aveva in precedenza affermato che in Italia gli immigrati lavorano tutti perché accettano i posti che i giovani italiani rifiutano. Maroni ha poi aggiunto che ci sono …

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Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha dichiarato rispondendo al Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che al problema del lavoro non si può generalizzare. Il ministro dell’economia, infatti, da Washington aveva in precedenza affermato che in Italia gli immigrati lavorano tutti perché accettano i posti che i giovani italiani rifiutano.

Maroni ha poi aggiunto che ci sono realtà di grande integrazione, come certe zone del Veneto, dove gli immigrati sono molto numerosi e ben integrati e anche lì la crisi fa perdere anche a loro il lavoro, non solo agli italiani.

Per questo motivo bisogna sviluppare delle politiche attive per il lavoro.Il Ministro dell’Interno sostiene che come non si può generalizzare sugli immigrati, non lo si può fare neppure nei confronti di tanti giovani italiani che aspettano un lavoro scontrandosi con un mondo del lavoro privo di prospettive

Maroni, afferma ancora: “Conosco tanti giovani che dicono di non accontentarsi di un lavoro manuale e lavorano per riuscire a fare l’avvocato, ma anche tantissimi che fanno lavori umili”.

Se analizziamo i dati Istat, sembrano dare ragione al ministro degli Interni.

Le rilevazioni dicono che il tasso di disoccupazione degli immigrati è sempre lievemente superiore rispetto a quello degli italiani.

Nel 2007 il primo dato era al 6,6% e il secondo all’8,3. Gli effetti della crisi si fanno sentire più per chi arriva in Italia, che per chi è nato nel nostro Paese. Negli ultimi quattro anni la forbice si è allargata. La distanza, che era di 1,7 punti nel 2007, nel 2010 si è allargata fino 3 punti nel 2010, rispettivamente l’ 8,6% per gli italiani contro 11,6 per gli stranieri.

Infine la perdita del lavoro rischia di portare gli immigrati nell’irregolarità, poiché il posto di lavoro rappresenta la condizione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno.

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