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Piattaforma Europea per l’integrazione dei Rom: meeting in corso per garantire: salute, formazione, lavoro ed abitazione.

In Unione Europea la popolazione Rom rappresenta, con i suoi circa 11milioni di membri, la più grande minoranza etnica ed è molto frequente che tale minoranza subisca discriminazioni e sia oggetto di pregiudizi. La popolazione Rom rappresenta circa l’1,7% del totale dell’Unione Europea, ma a tirare in alto le percentuali sono principalmente Bulgaria, dove i …

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In Unione Europea la popolazione Rom rappresenta, con i suoi circa 11milioni di membri, la più grande minoranza etnica ed è molto frequente che tale minoranza subisca discriminazioni e sia oggetto di pregiudizi.

La popolazione Rom rappresenta circa l’1,7% del totale dell’Unione Europea, ma a tirare in alto le percentuali sono principalmente Bulgaria, dove i Rom sono il 10%, Romania (8%) e Ungheria (7%).

In Italia, benché l’argomento Rom sia spesso all’ordine del giorno nei media, la percentuale di presenza Rom è fortemente sotto la media: circa 150.000 persone per una percentuale sulla popolazione totale dello 0,23%.

La Piattaforma Europea per l’integrazione dei Rom è stata creata per supportare le politiche di integrazione messe in atto dagli stati membri. Si è riunita per la prima volta nell’aprile 2009.

Nelle giornate di oggi e domani si sta tenendo un meeting con il preciso intento di orientare e supportare gli Stati membri nell’attuazione delle politiche volte all’integrazione Rom nella società civile, con particolare riferimento a: Salute, formazione, lavoro ed abitazione.

In particolare la piattaforma mira a garantire:

Educazione: garantire l’istruzione ai bambini Rom. In particolare le criticità sono in Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Lituania, Romania e Slovacchia, dove solo il 42% dei bambini Rom finiscono le scuole dell’obbligo, a fronte di una media del 98% della popolazione in generale.

Lavoro: si punta a ridurre il gap occupazionale tra popolazione Rom e resto della popolazione. I giovani Rom sono infatti più svantaggiati ed hanno meno accesso alle possibilità formative che garantirebbero un maggiore risultato occupazionale.

Sanità: I cittadini Rom hanno una aspettativa di vita inferiore di 10 anni rispetto alla media europea, ed una mortalità infantile significativa. È stato inoltre notato come la popolazione Rom sia meno informata sui propri diritti in ambito sanitario e molto spesso discriminata nell’accesso alle strutture pubbliche.

Casa: il gap presente tra popolazione Rom e resto della popolazione circa l’accesso ai servizi come acqua ed elettricità, è ancora elevatissimo. L’obiettivo è quindi quello di ridurre al monimo questo gap.

Quali sono i vantaggi dell’integrazione

Oltre alle ovvie considerazioni di un rispetto dei diritti umani equo per tutti, l’integrazione Rom può portare, secondo gli studi della Piattaforma, un considerevole vantaggio economico.

I Rom hanno infatti un’età media di 25 anni (la media EU è di 40 anni) ed una grossa percentuale (oltre il 35%) ha meno di 15 anni. Una forza lavoro non indifferente quindi, e secondo la Banca Mondiale, una buona integrazione dei giovani Rom porterebbe un benefit economico per alcuni stati di circa mezzo miliardo di euro all’anno.

Per chi volesse approfondire l’argomento l’Unione Europea ha messo a disposizione uno specifico spazio web (in inglese): Unione Europea e Rom

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