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Prezzo petrolio in caduta libera, ma la benzina resta cara

Il costo dell'”oro nero” ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 12 anni, ma in Italia gli automobilisti non avvertono cambiamenti

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Le cose vanno sempre peggio: il prezzo del petrolio in caduta libera non sta solo seminando il panico tra gli investitori, ma mettendo in difficoltà anche i governi dei Paesi produttori costretti a ricorrere a misure straordinarie. Come nel caso della Russia che, secondo fonti non ufficiali, starebbe pensando di fronteggiare il deprezzamento dell'”oro nero” con un taglio del 10% della spesa pubblica che potrebbe spianare la strada a un serie di privatizzazioni. Ma cosa provoca la caduta verticale del prezzo del petrolio? E quali sono le conseguenze per gli automobilisti italiani?

prezzo petrolio
image by Makaule

Partiamo dai numeri: i dati registrati nelle ultime ore hanno accresciuto la preoccupazione generale perché si sono attestati sui livelli più bassi degli ultimi 12 anni. Il prezzo del Wti di New York è sceso fino a 29,9 dollari al barile, mentre quello del Brent a 30,50 dollari al barile. A causare il deprezzamento è l’eccessiva offerta di petrolio sul mercato. In pratica, i Paesi leader come l’Arabia Saudita, l’Iraq e l’Iran stanno producendo una quantità di petrolio che il mercato internazionale non è in grado di “assorbire”. Perché? A giocare un peso importante è la crisi che sta investendo le economie mondiali emergenti come la Cina che, essendo in sofferenza, non riesce a fare grossi affari con i “giganti” del petrolio. Da qui il calo delle quotazioni dell'”oro nero” che, secondo alcuni analisti, sarebbe anche da collegare al rafforzamento valutario del dollaro.

Ma cosa accade nelle pompe di benzina? Il calo del prezzo del petrolio farà presumibilmente spendere meno agli automobilisti americani, ma non a quelli italiani. Che, come è ormai noto a tutti, devono fare i conti con le accise. Le “tasse” sul carburante non hanno alcuna connessione con l’andamento del prezzo della materia prima e, incidendo per il 69% sul prezzo finale della benzina, si traducono in un vero e proprio “salasso”. Peggio di noi, in Europa, stanno solo i danesi, i norvegesi e gli automobilisti dei Paesi Bassi che possono arrivare a sborsare fino a 1,543 euro per un litro di benzina.

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