Processo di apprendimento: secondo la scienza prendersi delle pause tra lo studio di un concetto e l’altro è il segreto per apprendere meglio ed in maniera più veloce.
Studi scientifici hanno confermato che le pause che ci prendiamo durante lo studio, sono il segreto per imparare meglio. E’ proprio durante le pause che, il nostro cervello assimila e fa sue le informazioni. Vediamo cosa la scienza dice in merito a questo.
Indice
Processo di apprendimento: quando e come il nostro cervello impara meglio?
Lo studio è una realtà che tutti conosciamo o abbiamo conosciuto. Studiare non è soltanto di interesse esclusivo degli studenti, ma ognuno in qualsiasi età e tappa della sua vita, può apprendere, imparare, assimilare nuove nozioni ed informazioni. Il punto chiave è capire quale tecnica di studio sia la più efficace. Ebbene, recenti studi scientifici, hanno confermato che è inutile passare ore ed ore sui libri in maniera continua. Il segreto per assimilare meglio le informazioni è quello di fare delle pause intermedie. Il nostro cervello è in grado di assimilare e fare sue le informazioni, proprio nei momenti di pausa.
Perché le pause sono così importanti durante lo studio
I ricercatori del National Institutes of Health, hanno condotto dei test scientifici, per osservare come e quando il nostro cervello immagazzina nel migliore dei modi le informazioni che ci accingiamo a studiare. Si è scoperto che, le pause sono un tassello essenziale nel processo di apprendimento, in quanto proprio grazie ad esse, il cervello elabora le informazioni che sono state acquisite.
Il segreto è quello di prenderci più pause tra un concetto e l’altro, in modo da concedere al nostro cervello, il tempo necessario per fare sue tali informazioni e concetti. Sbagliato il senso comune che, ci portava a stare sui libri ore ed ore, in maniera continua ed assidua, senza prendersi alcun break. In questo modo non si fa altro che affaticare il cervello senza arrivare a buoni e duraturi risultati.
Processo di apprendimento: come sono state condotte le ricerche?
In che modo i ricercatori sono giunti a tale conclusione? La scienza è partita dal presupposto che, il nostro organismo ha bisogno di molte ore di sonno per potersi rigenerare e ricaricare. Questo ha portato a pensare che, la stessa cosa potesse valere anche per il nostro cervello, motore portante dell’organismo umano.
Così, attraverso la magnetoencefalografia, sono state studiate le onde cerebrali dei soggetti volontari a cui è stato richiesto di digitare con la mano sinistra, per più volte ed in 10 secondi, una serie di numeri che apparivano su uno schermo. Una volta finito il ciclo, a questi stessi soggetti veniva chiesto di fare una pausa di 10 secondi e poi riprendere a digitare i numeri che vedevano apparire sullo schermo. Il tutto da ripetersi tra una pausa ed un’altra per 35 volte.
I risultati dei test condotti
Dai test condotti è emerso che, le onde cerebrali dei soggetti, cambiavano molto di più nei momenti di pausa che nei momenti di performance. I miglioramenti si sono registrati nei momenti di pausa tra un test ed un altro. Questo ha portato ad affermare che, proprio nei momenti di break il cervello umano elabora ed assimila le informazioni, i concetti ed i ricordi stessi. Nel processo di apprendimento è davvero molto importante ed efficace prendersi delle pause, in modo da concedere al cervello il suo tempo per assimilare il tutto. Concentrarsi in maniera continua, per lunghi periodi, non porta all’apprendimento ma solamente ad un generale affaticamento, con il reale rischio di dimenticare tutto quello che si è cercato di imparare.
Lo studio applicato ai pazienti colpiti da ictus
Non è tutto. Questi studi scientifici, sul processo di apprendimento e sull’utilità indiscussa delle pause, potrebbero essere utili anche per i pazienti che purtroppo sono stati colpiti da ictus. Infatti, quando si iniziano i trattamenti di riabilitazione di questi soggetti, l’ottimizzazione dei tempi di apprendimento in relazione alle pause, potrebbero essere davvero molto utili per queste persone che, si ritrovano a dover riabilitare alcuni processi cerebrali e dunque a riaffrontare processi di apprendimento.
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