Sulla questione relativa al reddito di cittadinanza ormai se ne parla quasi tutti i giorni, ma gli italiani sono ancora in confusione. A chi spetta? Come è possibile ottenerlo? E soprattutto a quali vincoli si va incontro?
Sulla questione relativa al reddito di cittadinanza ormai se ne parla quasi tutti i giorni, ma gli italiani sono ancora in confusione. A chi spetta? Come è possibile ottenerlo? E soprattutto a quali vincoli si va incontro? Ecco dunque una guida dettagliata per orientarci al meglio sull’ottenimento del sussidio, che come sempre mette a dura prova la pazienza dei beneficiari e degli operatori che dovranno erogarlo.
Indice
Non solo benefici ma anche tanti vincoli
Se è vero che, con la manovra sul reddito di cittadinanza, il nostro governo vuole dimostrare di essere sempre più vicino alle esigenze del popolo italiano e alle politiche europee è altrettanto vero che esistono tutta una serie di vincoli, a carico di coloro che beneficeranno del diritto, di non poca valenza. Vediamo allora di chiarire, per quanto possibile la situazione e dare qualche risposta ai tanti dubbi in merito al reddito di cittadinanza.
Uno dei primi vincoli riguarda appunto la disponibilità a recarsi presso un centro dell’impiego non oltre i 30 giorni dal ricevimento del sussidio. Quindi in parole povere, la persona che riceve l’assegno, entro il 30esimo giorno dal ricevimento, dovrà andare al centro dell’impiego e compilare la dichiarazione di messa a disposizione, ovvero la propria disponibilità a lavorare. Questo significa ovviamente che il sussidio, non vuole essere uno strumento meramente assistenzialistico, ma vuole risvegliare nel cittadino che lo riceve, una coscienza responsabile ed una pronta attivazione delle proprie risorse personali. Ma non è tutto: infatti non basterà solamente dare la propria disponibilità, ma il beneficiario del sussidio dovrà altresì sottoscrivere un patto di lavoro, seguendo una attenta e dettagliata procedura (attualmente non ancora online).
Cosa prevede la procedura?
La procedura in oggetto prevede dunque di iscriversi al portale Siulp e consultarlo ogni giorno per valutare le offerte disponibili e i vari aggiornamenti; individuare le aree di pubblica utilità nelle quali offrire il proprio contributo volontario di almeno 8 ore a settimana; obbligarsi ad accettare le prime 3 proposte lavorative congrue con il proprio profilo. Inoltre per chi risulta in uno stato di povertà e disagio molto forte, si interverrebbe con segnalazione ai servizi competenti, in grado di tracciare il bisogno e le eventuali risorse disponibili.
Un’importante novità: tutta la famiglia è coinvolta nella misura
Nel reddito di cittadinanza viene coinvolto tutto il nucleo familiare, pertanto il sussidio spetta anche agli altri membri se si tratta di persone inferiori a 26 anni di età; se il soggetto è disoccupato da più di 2 anni e il loro reddito non supera la soglia minima di povertà, stabilita al di sotto dei 9 mila euro. Insomma, il reddito di cittadinanza ci sarà a partire dal mese di aprile, per circa 5 milioni di persone, ma vuole essere considerato un contributo per reinserirsi nel mondo del lavoro e non un assegno di assistenza.
Quali sono gli importi previsti?
Si parla di 780 euro mensili che tuttavia non percepiranno tutti, ma solo coloro che rientrano in certi requisiti di povertà. Quindi, un altro vincolo è rappresentato dall’ISEE che darà un quadro chiaro della situazione reddituale reale del soggetto.
Ad esempio se una persona possiede una casa di proprietà, oppure un conto in banca o in posta, questi peseranno sul suo reddito ai fini dell’ISEE e quindi l’ammontare dell’assegno potrebbe abbassarsi. Stessa cosa se si possiede una macchina nuova immatricolata nell’anno. Non tutti percepiranno lo stesso assegno, anche se tutti sono sottoposti agli stessi vincoli: la disponibilità a lavorare, a frequentare corsi di formazione finalizzati al reinserimento lavorativo, a svolgere lavori di pubblica utilità presso il comune di residenza.
Quanto tempo dura il sussidio?
Secondo quanto stabilito dal governo, il sussidio dovrebbe durare 18 mesi, ma viene bloccato se la persona rifiuta 3 lavori che li vengono proposti. Questo vincolo dovrebbe essere un deterrente per tutti coloro che vogliono utilizzare l’assegno con il solo scopo di non fare nulla e farsi assistere dal Governo, assolutamente non intenzionato a farlo. A questo proposito sicuramente anche la presentazione del modello ISEE rappresenta un grosso limite che automaticamente creerà una sorta di auto-selezione. E per chi presenta dichiarazioni false o trucca il proprio reddito? In questi casi si arriva al penale, con il carcere da 2 a 6 anni. Insomma, il sussidio del reddito di cittadinanza è una buona soluzione solo se lo si utilizza nella giusta maniera e come strumento per rimettersi nel mondo del lavoro.
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