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Servizi più onerosi e meno efficienti: in 7 anni rincari del 31,4%

Gli aumenti più pesanti hanno riguardato i trasporti pubblici e la tassa sui rifiuti. Torino è la città più cara, Venezia quella più economica

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Quanto spendiamo per usufruire dei cosiddetti servizi essenziali? Troppo, secondo l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, che ha notato come, a fronte di rincari sempre più pesanti, la qualità dei servizi pubblici sia andata costantemente calando. Con buona pace di quanti ci hanno sempre raccomandato – giustamente – di pagare le tasse per contribuire al benessere dell’intera collettività.

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image by Tupungato

Ma vediamo nel dettaglio quello che è emerso dall’indagine che ha focalizzato l’attenzione sulla spesa media sostenuta, nel 2014, da una famiglia tipo costituita da 3 persone (mamma, papà e un figlio). Una famiglia che vive in una delle 14 città più grandi d’Italia, in un appartamento di 100 metri quadrati, disponendo di un reddito annuo di 36 mila euro. Ebbene, per usufruire dei servizi sanitari, dei trasporti pubblici, degli asili nido, del servizio che si occupa di raccogliere i rifiuti e di quello che fornisce l’acqua, la nostra famiglia tipo ha speso mediamente, l’anno scorso, 2.398 euro, il 31,47% in più di quello che aveva dovuto sborsare nel 2007. Con differenze significative da una città all’altra: la più cara è risultata Torino (con una spesa media stimata in 2.760 euro), seguita da Roma (2.637 euro), Genova (2.609) e Napoli (2.514). Di contro, i servizi essenziali costano di meno a Venezia (2.132 euro) e risultano relativamente economici (rispetto alla media nazionale) anche a Cagliari (2.209 euro), Firenze (2.225 euro) e Milano (2.247 euro). 

A far levitare i costi dei servizi, ci hanno pensato soprattutto i trasporti pubblici – per i quali l’Osservatorio ha rilevato rincari del 79,05%, in questi ultimi 7 anni – e la tassa sui rifiuti, salita del 71,76%, dal 2007 al 2014. Ma l’indagine ha preso in considerazione anche l’Irpef comunale e regionale che hanno fatto registrare rispettivamente un aumento del 65,9% e del 48,39%. Il tutto mentre la qualità dei servizi offerti ai cittadini andava sempre più peggiorando, a causa dei “tagli” imposti alle amministrazioni locali.

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