Video montaggio, analisi e approfondimento della figura del Videomaker: Chi è, cosa fa e qual è il percorso di studi che bisogna intraprendere per affermarsi come professionista del settore? Tutto quello che c’è da sapere su questa figura professionale, su come si è evoluta nel tempo e sulle opportunità di lavoro e guadagno che oggi si prospettano a chi ci sa fare con il video montaggio. Serve davvero solo la passione? Vediamo meglio cosa fare e come comportarsi per iniziare a muovere i primi passi in questo mondo, dove la competizione è alta ma le occasioni per emergere tante.
Indice
Chi è e cosa fa il Videomaker
Il termine Videomaker, se tradotto letteralmente, vuol dire “colui che fa i video”. Questa parola, oggi, ha preso definitivamente il posto di quello che un tempo veniva chiamato “filmmaker” (ovvero “colui che fa i film). Per capire meglio quali sono i motivi che hanno generato questa sorta di scavalcamento, ovviamente, non possiamo non tirare in causa l’evoluzione digitale e l’avvento delle nuove tecnologie. Adesso l’intrattenimento passa anche, e soprattutto, dal web. I social network sono diventati i principali mezzi di comunicazione e le aziende, a partire da questa consapevolezza, stanno spostando sempre di più online la propria pubblicità. Da qui, dunque, l’esigenza di catturare l’attenzione degli utenti che navigano su internet con immagini, video brevi e spot ad hoc pensati per diventare virali in rete.
Tutto questo, come si può ben capire, ha dato origine a nuove esigenze e ha aperto la strada a nuove figure professionali. Tra questi professionisti digitali del nuovo millennio ci sono anche loro: i Videomaker. Il loro compito è quello di occuparsi del montaggio (e spesso anche della sceneggiatura) delle riprese, fatte sul campo e destinate ad essere messe insieme per formare un unico prodotto. I progetti dei videomaker, però, non sono solo indirizzati al web. Questo generi di lavori, in linea di massima, sono pensati e realizzati per essere diffusi anche in TV e al cinema e possono essere proiettati ovunque (come ad esempio una manifestazione pubblica o un festival) e per qualsiasi motivo (per fini pubblicitari, artistici, promozionali etc.). Ovunque ci sia uno schermo pronto a proiettare un video lì, allora, ci sarà un potenziale lavoro per un Videomaker. Quello che dovrà fare il professionista coinvolto, quindi, sarà attenersi alle indicazioni del cliente, consegnare il lavoro finale tenendo conto di quanto ha promesso in fase di trattativa, e mettersi all’opera (prima sul campo e poi al pc) per realizzare con l’editing quello che gli è stato commissionato.
Diventare Videomaker: formazione e quanto guadagna
Il mondo creativo–digitale, come abbiamo visto, rappresenta oggi una grande opportunità di lavorativa se saputa sfruttare diligentemente. Per approcciarsi a questi settori e avere successo, però, non basta solo la passione e la voglia di fare. Certo è che avere un forte entusiasmo, fin da subito, può aiutare a fare strada. Se si vuole arrivare ad essere considerati dei professionisti e se si vogliono raggiungere certi livelli, non si può certo rimanere autodidatti per sempre. Iniziare a maneggiare fin da giovani con programmi di videomaking, occuparsi di piccoli lavori di montaggio ed esercitarsi con l’editing (anche a tempo perso e realizzando lavori personali e/o privati) va sicuramente bene ma, per ovvi motivi, non basta.
Esistono oggi tante scuole professionali e corsi di specializzazione pensati apposta per chi vuole lavorare come videomaker. Spesso questi sono divisi per livello, ovvero per principianti, di difficoltà intermedia e avanza (rivolti cioè a chi ha già una certa infarinatura e conosce bene la materia). Ad organizzare questi corsi non sono solo gli enti privati o convenzionati con le regioni ma, di recente, a questo mondo si sono aperte sempre di più anche gli Istituti Universitari. Diverse sono state difatti le Università che hanno ampliato la propria offerta introducendo nei loro piani di studio questo percorsi formativi pensati per formare questi giovani professionisti in questo settore.
Si tratta di lauree – triennali e/o magistrali – solitamente istituiti all’interno di specifiche facoltà come quelle facenti parte del Dipartimento di Scienze della Comunicazione o dell’Accademia di Belle Arti oppure ancore del DAMS. In ogni caso, soprattutto in questo campo, è bene ricordare quando importante sia affiancare sempre ad una buona preparazione teorica una costante esercitazione pratica. Intuito, velocità e una buona manualità con gli attrezzi del mestiere sono tutte qualità che il singolo può sviluppare solo mettendosi personalmente alla prova. Questo è un ragionamento che vale per tutto ma che, per un videomaker in particolare, non è solo importante ma diventa addirittura fondamentale.
Lavorare come Videomaker: opportunità
Il videomaker, oggi come oggi, ha due possibilità:
- lavorare come dipendente per un’azienda;
- collaborare con un’azienda.
Qual è la differenza? Nel primo caso, trattandosi di lavoro subordinato, al videomaker verrà proposto un contratto di assunzione (a tempo determinato o indeterminato, part – time o full – time, oppure uno stage, un apprendistato etc.). Nella seconda ipotesi, rifacendosi ai contratti di collaborazione che l’ordinamento prevede adesso, il videomaker potrà decidere di aprirsi a tempo debito una propria partita IVA e, di conseguenza, lavorare come libero professionista. Denunce reddituali, versamento dei contributi, comunicazioni al fisco e pagamento delle tasse (a seconda del reddito dichiarato e del regime fiscale a lui applicato) saranno tutte a carico del lavoratore autonomo.
Ma , fatte queste premesse, quali sono le opportunità lavorative che, al momento, si prospettano davanti a chi ambisce a diventare un professionista del settore? Ebbene, ad onor del vero, lavorare come Videomaker, nella maggior parte dei casi, vuol dire prestare il proprio servizio come freelance. Inizialmente, specie se non si hanno grandi esperienze alle spalle, è probabile che venga per esempio proposto di lavorare su commissione. Sarà il Videomaker, dunque, a proporsi ai potenziali clienti, per farsi conoscere e per prendere i primi contatti con chi nel settore opera da tempo. È molto importante, quindi, cercare di fare del proprio meglio fin dall’inizio, provando a distinguersi dalla massa e a garantire prodotti di qualità senza eccezione.
Un cliente soddisfatto è un cliente che torna e che, cosa più importante, parlerà bene del professionista con cui ha collaborato (e molto probabilmente lo presenterà anche ad altri potenziali clienti). Il passaparola è importante, così come l’autopromozione (mai uscire di casa senza un biglietto da visita!). Crearsi fin da subito un portfolio da esibire su richiesta o, meglio ancora, uno spazio online dove pubblicizzare il modo in cui lavorare è dunque importantissimo. Altrettanto importanti, poi, sono gli annunci personali. Pubblicarli sui principali motori specializzati nella ricerca di lavoro, di fatto, potrebbe veramente fare la differenza. Se qualcuno è in cerca di un videomaker è plausibile che proprio in questi siti andrà a cercarlo. In tutto questo, ovviamente, bisognerà continuare a rispondere alle candidature aperte di tutte le aziende e le agenzie che sono in cerca di esperti nel videomaking.
Se si ha interesse per una determinata realtà, in fine, non bisogna mai dimenticare di controllate – con regolarità e costanza – le posizioni aperte nel sito ufficiale della stessa (solitamente elencate tutte alla sezione “Lavora con noi” o “Collabora con noi” della pagina web). Se si ha un po’ di fortuna, e tutti i requisiti e i titoli richiesti dal datore di lavoro, si può sempre riuscire ad ottenere un contratto di assunzione. Come ampiamente spiegato sopra, ancora oggi, questo è un settore in forte espansione, ed è anche destinato a crescere. Per questo motivo, attualmente, il numero delle aziende e le web agency operanti in questo campo, in Italia e all’estero, sta continuando a crescere.
Queste realtà, che nelle stragrande maggioranza dei casi sono startup o comunque si contraddistinguono per l’ambiente giovane e aperto alle nuove sfide, preferiscono sempre di più affidarsi ad un proprio team interno, creando una squadra di professionisti a cui commissionare quotidianamente lavoro creativi (da realizzare per i clienti che a loro si rivolgono). Nei loro uffici si trovano copywriter, editor, fotografi, web writer e, ovviamente, anche videomaker, grafici, design e tutte quelle figure considerate fondamentali nei lavori di montaggio, editing e postproduzione. Per far funzionare tutto questo, pertanto, la figura del videomaker diventa indispensabile. Dove esistono queste realtà e nei luoghi dove queste operano allora c’è un’opportunità lavoro per chi fa o sogna di fare videomaking.
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